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L’Abito Amato: evento corale a ITS Arcademy
per il progetto che ha messo in mostra
gli abiti dei triestini e le loro storie


In ogni guardaroba c’è un capo speciale, non necessariamente il più prezioso ma quello che più di tutti riesce a raccontare l’essenza di chi lo indossa. Può essere un indumento che porta con sé il calore dei ricordi, un fedele compagno di viaggi e avventure, o l’abito che ci dona sicurezza nelle sfide di ogni giorno. Non semplici vestiti, ma autentici archivi emotivi: diari di esperienze e di vita, che sfidano il tempo e le mode.

È questa la premessa del progetto espositivo “L’Abito Amato” di ITS Arcademy - Museum of Art in Fashion, che si celebra sabato 7 dicembre dalle ore 18.30, con una serata speciale raccontata dallo scrittore Alessandro Mezzena Lona, insieme a molti dei protagonisti. 

“L’Abito Amato” è la sezione della mostra “Le molte vite di un abito” che esplora la relazione tra i cittadini e i loro abiti. Fortemente voluta dalla direttrice Barbara Franchin e dai curatori, lo storico della moda Olivier Saillard e il filosofo Emanuele Coccia, questa sezione mira a creare un legame profondo tra il primo museo della moda in Italia e la città. L’obiettivo è aprire una finestra sulle emozioni e sui ricordi che i nostri indumenti hanno il potere straordinario di evocare, andando oltre il loro semplice valore materiale.

Tra i capi che si sono avvicendati in una teca nel cuore del museo, l'abito da sposa della modella ed ex Miss Italia Alda Balestra, il cappotto di Stelio Crise, figura storica della cultura triestina, le maglie da gioco del cestista Daniele Cavaliero, la t-shirt indossata durante un avventuroso naufragio dal velista Paolo Rizzi, il cappotto della scrittrice Susanna Tamaro, un abito di scena dell’attrice Ariella Reggio, ma anche capi che raccontano di affetti familiari, come quelli di Marina Rocco e Elena Crosilla. Chiuderà la serie una giacca creata dalla cantante Elisa agli inizi della sua carriera, in mostra a ITS Arcademy dal 5 dicembre. 

Un mosaico di storie, un racconto corale della relazione tra i triestini e gli abiti che hanno segnato le loro vite, tessuto negli spazi di ITS Arcademy. Nelle parole dei curatori, “Un abito amato non si preoccupa di etichette e loghi. Non è il più bello o il più raffinato. La sua natura si contrappone spesso all’abito alla moda, che è troppo arrogante. Non è semplicemente un abito. È un insieme di circostanze e situazioni che attribuiscono alla memoria le virtù di un ricamo più delicato di un filo d’oro. Può essere il nostro, quello di un genitore o di una persona cara che conserviamo o trasmettiamo ad altri. Gli abiti sono anche questo: vetrine e geroglifici dell’amore per il nostro e gli altri corpi, esposti a cielo aperto. Sotto una teca del museo, ogni abitante di Trieste, ogni visitatore, è stato invitato a contribuire con un indumento di sua scelta con cui ha un rapporto affettivo, restituendo la poesia duratura che lega il capo al suo proprietario, al di là delle mode, al di là delle marche, al di là dei gusti.”

L'evento è aperto al pubblico, su prenotazione fino ad esaurimento posti. Per partecipare scrivere una mail a rsvp@itsweb.org 

La mostra "Le molte vite di un abito" è visitabile fino al 6 gennaio 2025, a ITS Arcademy - Museum of Art in Fashion, in via Cassa di Risparmio 10.


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