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BAGNO DI FOLLA PER LA MOSTRA “EYEWITNESS: IRAN”, SGUARDI SULL’IRAN, INAUGURATA A PORDENONE NELL’AMBITO DEL FESTIVAL DEDICA

Inserito da Paolo Bencich | Mar 16, 2025 | Cultura | 0 |

BAGNO DI FOLLA PER LA MOSTRA “EYEWITNESS: IRAN”, SGUARDI SULL’IRAN, INAUGURATA A PORDENONE NELL’AMBITO DEL FESTIVAL DEDICA

Non semplici fotografie, ma frammenti di storia, testimoni diretti di un Paese in lotta fra dolore e speranza. La mostra Eyewitness: Iran, inaugurata questa mattina al Dedica Festival di Pordenone, con un nuovo bagno di folla, porta il pubblico dentro lo sguardo intenso di Manoocher Deghati, il celebre fotoreporter iraniano vincitore del World Press Photo. La retrospettiva, ospitata nella sala esposizioni della biblioteca civica, visitabile fino al 13 aprile, raccoglie alcuni degli scatti più significativi della sua carriera, documentando con straordinaria intensità la Rivoluzione iraniana e la guerra Iran-Iraq.

L’evento inaugurale, oggi,  ha visto la partecipazione dello stesso Deghati e dello scrittore Kader Abdolah (i due si sono ritrovati a Pordenone, grazie al festival, dopo 46 anni dal loro incontro in Iran), con l’intervento del curatore del festival Claudio Cattaruzza.

Attraverso le sue immagini, Deghati testimonia l’orrore della guerra e la resilienza del popolo iraniano. “Le mie foto non sono solo un lavoro, ma un modo per condividere le crude verità di una nazione in subbuglio. Ho sempre sperato che le mie immagini potessero contribuire alla cultura della pace”, ha dichiarato il fotografo, sottolineando il valore del fotogiornalismo come strumento di memoria e denuncia.

Costretto all’esilio nel 1986, Deghati ha continuato a lavorare per importanti agenzie internazionali come Agence France-Presse e Associated Press, documentando le grandi crisi geopolitiche del nostro tempo. “Ogni fotografia porta con sé una parte di me. Spero che attraverso le mie immagini le persone possano riconoscere la nostra comune umanità”, ha aggiunto.

A offrire una prospettiva letteraria sull’importanza della memoria e del ritorno, è stato lo scrittore Kader Abdolah, protagonista di questa edizione del Dedica Festival. “Mi è stato chiesto se con il nostro lavoro possiamo cambiare il mondo. Non lo so. Non è un mio problema cambiare il mondo, ma so cosa è importante. Quello che ho fatto in trent’anni di scrittura è stato un tentativo di tornare a casa e di portare con me i lettori nel mio Paese e nelle sue vicende. Mentre io stavo “seduto” nei Paesi Bassi, Manoocher ha girato il mondo, anche lui, a suo modo, cercando di tornare a casa mostrando, come faccio io nei mie libri, la bellezza, il dolore, la speranza e la luce del nostro Paese  e quella dei Paesi che ci hanno accolto “, ha raccontato Abdolah.

Ma se cambiare il mondo è un interrogativo aperto, una certezza per Abdolah resta: il viaggio e l’incontro con gli altri trasformano profondamente noi stessi. “Abbiamo cercato di incontrare persone nei luoghi più diversi del mondo e, alla fine, qualcosa è cambiato: siamo cambiati noi. Ai giovani dico che se restate a casa conoscerete solo la metà di voi stessi; se andrete nel mondo e andrete incontro agli altri, solo allora vi scoprirete completamente”, ha affermato con convinzione lo scrittore.

Il festival Dedica, attraverso questa mostra e i suoi incontri, offre un’opportunità di confronto con la storia contemporanea attraverso lo sguardo di chi l’ha vissuta in prima persona. Come evidenziato dal critico d’arte Angelo Bertani nel catalogo della mostra, “le fotografie di Deghati ci offrono uno sguardo prezioso su una realtà geopolitica e culturale che spesso percepiamo come distante, fino a quando non ci troviamo bruscamente di fronte alle sue conseguenze”.

L’esposizione Eyewitness: Iran si rivela dunque un’esperienza intensa, capace di evocare emozioni, provocare riflessioni e risvegliare le coscienze, confermando il potere dell’immagine come testimonianza indelebile della Storia.

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