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“Van Gogh Cafè”: al Teatro Rossetti di Trieste non solo un Musical, ma uno sguardo convincente sul mondo interiore di Vincent Van Gogh grazie alla regia di Andrea Ortis

Inserito da Paolo Bencich | Mar 18, 2025 | Senza categoria, Spettacoli ed Eventi | 0 |

“Van Gogh Cafè”: al Teatro Rossetti di Trieste non solo un Musical, ma uno sguardo convincente sul mondo interiore di Vincent Van Gogh grazie alla regia di Andrea Ortis

Ci sembra quasi impossibile, per chi non conosce a fondo la storia del più grande post impressionista olandese Vincent Van Gogh, riprodurre “Il Cielo Stellato” che in realtà questo genio pittorico aveva dentro di sé, in un Musical. Della vita di Van Gogh si ricorda troppo spesso e soltanto, i suoi disturbi psichiatrici creati da un mix esplosivo di depressione, epilessia, psicosi e disturbo bipolare, di sicuro indotto anche dall’uso e abuso di alcol e soprattutto dell’assenzio, liquore neurotossico molto in voga proprio tra gli artisti pittori del suo tempo. Ci si ricorda più facilmente la sua auto mutilazione di parte del suo orecchio, durante un litigio con un altro grande della storia della pittura, Paul Gauguin, oppure della sua morte, avvenuta per suicidio a soli 37 anni proprio in un campo di grano ad Auvers sur Oise.

Invece ripercorrere le oltre 903 lettere contenenti anche schizzi e bozzetti dei suoi lavori intercorsi con il suo fratello Theo, ci farebbero aprire il vero mondo interiore di Vincent Van Gogh. Quindi nulla da stupirsi e anzi ringraziamo Andrea Ortis e Franco Travaglio, per la loro accurata ricerca e testualizzazione scenica e musicale basata proprio su questo grosso e importantissimo epistolario lasciato in eredità da Vincent Van Gogh, che forse senza rendersene conto ha così “ripulito”, ma lo diciamo senza malizia, la sua immagine che molti hanno di lui come uomo.

Giusto per comprenderci, abbiamo voluto estrapolare un piccolo brano di una sua lettera, anche per far comprendere ancora meglio in quale straordinario momento culturale e pittorico Van Gogh abbia vissuto:

“In certi momenti mi prende una straordinaria lucidità, in questi giorni che la natura è così deliziosa e io non sono consapevole di me stesso e i quadri mi vengono come in sogno. Temo che la conseguenza di questo sarà la malinconia, quando arriverà la brutta stagione, ma cercherò di sottrarmici con lo studio del disegno e delle teste. Mi ritrovo sempre frustrato nelle mie migliori capacità dalla mancanza di modelli ma non me ne preoccupo, faccio paesaggi e mi impegno con il colore senza chiedermi dove arriverò. So solo questo, che se andassi a supplicare i modelli dicendo: posate per me, ve ne prego, farei come il buon pittore di Zola nell’Oeuvres. Sicuramente Monet non ha dovuto farlo. E Zola nel suo romanzo non dice come hanno agito coloro che nella pittura non vedevano nulla di soprannaturale.

Ma non critichiamo il romanzo di Zola. Ti invierò cinque disegni di Bernard del genere degli altri.

Gli ho scritto che, dato che Gauguin non si era espresso chiaramente sul fatto di venire qui o meno, non potevo offrire a lui, Bernard, un’ospitalità gratuita o anche rimborsata da quadri o disegni.”

Come si può leggere vi è sicuramente armonia e non follia nelle sue righe, anzi, mette in risalto proprio il suo desiderio di dipingere, di non badare a ciò che lo renderà famoso: il modo di usare il colore e non vogliamo entrare nella diatriba se questa distonia del colore sia stata dovuta dalle malattie mentali o dall’uso dell’assenzio, a noi basta restare abbagliati dai suoi quadri e dal mondo culturale in cui viveva Van Gogh.

Questo Musical è un bel “quadro” che si offre generosamente e giustamente alla memoria di un uomo chiamato Vincent Van Gogh.

È chiaro che vi sono state diverse complessità sia nella sua struttura narrativa che musicale per offrirci uno spettacolo diverso, con una prospettiva accattivante ed unica sul grande pittore olandese. Non crediamo che vi sia stata la volontà di portare un’opera che dia un visione totale sull’uomo e sull’artista a teatro, ma un tributo significativo alla vita di questo genio del pennello poco conosciuta.

Questa commedia musicale, ambientata in un “Cafè Chantant”, dove grazie all’idea di Ortis, un frequentatore del locale, tale Louis Philippe, un antiquario interpretato splendidamente dallo stesso Ortis, porta lo spirito di Van Gogh tra le sue mani: il suo epistolario con il fratello, da qui, dopo l’interesse del cameriere Luc, un ottimo Raffale Ficiur, per raccontare ancora ed ancora, la vera storia del celebre pittore. Il racconto stesso – tra una canzone, un recitativo e un ballo – “rapisce” tutti i protagonisti del “Cafè Chantant” che si trovano imprigionati dal desiderio di apprendere e comprendere chi era Vincent Van Gogh a cui va una nota di merito a Floriana Monici, “Madame Odile”, per le sue interpretazioni canore assieme e ben supportata dall’ottima Chiara Di Loreto nei panni di “Mademoiselle Aline”.

Nulla di strano che per realizzare questo interessante e unico Musical si sia fatto uso anche di proiezioni animate in 3D per dare una visione d’assieme alle opere del grande maestro olandese, che risultano nel complesso dello spettacolo una scelta più che convincente ed accattivante, che aiuta lo spettatore a calarsi nel mondo colorato” di Van Gogh. .

Grazie anche a un eccellente corpo di ballo e a degli ottimi musicisti, il risultato di questo”Van Gogh Cafè” è uno spettacolo al di fuori dell’usuale proprio per la concretezza e accostamento al reale vissuto del protagonista principale che naturalmente è assente dalla scena, Van Gogh: del resto lui stesso non frequentava nè dipingeva quasi mai i famosi “Cafè Chantant” come altri pittori impressionisti del calibro di Degas o Toulouse-Lautrec.

In conclusione possiamo dire che tutto il cast nessuno escluso, ha realmente offerto una performance di altissimo livello e quello che poteva divenire un semplice “ritratto”del pittore de “Il Cielo Stellato”, è stato un vero racconto filologico a due binari tra la sua pittura e la sua vita che si sono intrecciate perfettamente dando lo spettatore una visione forse poco conosciuta dell’ uomo Vincent Van Gogh.

In replica al “Il Rossetti” Martedì alle ore 20,30

VAN GOGH CAFÈ

Regia: Andrea Ortis

Testi: Andrea Ortis

Scene: Gabriele Moreschi

Coreografie: Marco Bebbu

Arrangiamenti e composizioni: Antonello Capuano

Orchestrazioni: Francesco Coia

Libretto e adattamento testi: Andrea Ortis

Luci e video: Virginio Levrio

Suono: Francesco Iannotta

Costumi: Marisa Vecchiarelli e Myriam Somma

Assistente alla Regia: Emma De Nola

Produttore Esecutivo: Lara Carissimi

Una produzione MIC International Company

Amministratrice di Compagnia: Luisa Iandolo

Assistente di Produzione: Federica Zangari

Direttore di scena: Angelo Boccadifuoco

Macchinista: Rossana Crudeli

Fonico: Francesco Iannotta

Microfonista: Matteo Nisii

Datore Luci: Yuri Roselli

Elettricista: Enrico Casadidio

Operatore video: Livia Ficara

Attrezzista: Valeria Villa

Sarto: Nicolò Ruzzante

una produzione

MIC INTERNATIONAL COMPANY

Personaggi e interpreti

M. Louis Philippe Andrea Ortis

Madame Odile Floriana Monici

Mademoiselle Aline – Chiara Di Loreto

Luc – Raffaele Ficiur

Juliette – Lara Ferrari

Vanille – Rebecca Erroi

Sophie – Giulia Maffei

Camille – Federica De Riggi

Eugenie Serena Pomer

Musica dal vivo

Chitarra – Antonello Capuano

Violino – Leonardo Mazzarotto

Pianoforte/Musette – Andrea Salvadé

Percussioni – Marco Molino

Contrabbasso – Lorenzo Mastrogiuseppe

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Paolo Bencich

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