foto tratte dal sito del Teatro Rossetti: https://www.ilrossetti.it/it/

Si parla tanto della cosiddetta “Generazione 2.0” e “Mammut” ne è un esempio squisito di teatro attuale che riesce a parlare ai nostri giorni usando linguaggi nuovi, ironici e profondi. Una satira fantascientifica capace di far riflettere con un sorriso, senza la pesantezza dei temi trattati: la crisi dell’identità del mondo attuale, la voglia di evasione, la troppa dipendenza dalla tecnologia, la robotizzazione delle emozioni che si rivolge con intelligenza al pubblico con umorismo, evitando moralismi e offrendo una “sbirciata critica” sul nostro tempo.

“Mammut – ovvero vita e morte di un’Intelligenza Artificiale”, facente parte della “Trilogia Distopica”, preceduto da “Zombitudine Reloaded” e “Peli” – è una pièce scritta da Rodolfo Ciulla e diretto collettivamente dalla compagnia “Fartagnan Teatro”, composta da ex allievi della 2Civica Scuola del Teatro Paolo Grassi”. Questa regia collettiva e gli attori stessi riescono ad equilibrare momenti comici e grotteschi, offrendo una ragionamento delicato ma profondo sul rapporto tra l’umanità e la tecnologia. Non per nulla questa produzione teatrale ha ricevuto riconoscimenti significativi, vincendo i bandi Giving Back 2024 di Carrozzeria Orfeo e Theatrical Mass 2024 di Campo Teatrale, con il sostegno di numerose realtà produttive teatrali nazionali.

Lo spettacolo diventa, anche grazie alla scenografia di Enzo Mologni, funzionale ed energico, ricco di richiami futuribili, quanto mai attuali: l’uomo che si perde dentro l’algoritmo con la nostalgia che diviene digitalizzata e la ricerca di un senso personale e reale in un presente governato dal virtuale è paradossalmente impossibile, quindi si cerca di sopperire a questa mancanza creando, dando corpo contemporaneamente a un microcosmo claustrofobico ma che sia anche familiare. La drammaturgia di Rodolfo Ciulla è più che indovinata: anche la conquista spaziale di Marte si tramuta in una operazione di “palazzinari”, l’affare sulla colonizzazione e sugli insediamenti edilizi che rende la vita sul “pianeta rosso” ai poveri colonizzatori piena di solitudine, racchiusa nella digitalizzazione anche dei sentimenti e delle emozioni ed il protagonista. Fred – ovviamente agente immobiliare – ne è conscio e disilluso: un uomo qualunque che è relegato in un qualunque appartamento “smart” di Marte. La sua vita di relazione è racchiusa tra tre intelligenze artificiali con due di queste dalle sembianze umane. Fred ha accanto a sè “Mammut”, A.I.: un simulatore del suo miglior amico morto ed è una A.I. vecchio modello, solo vocale con i suoi ricordi, Elettra, la domotica sempre pronta ad esaudire tutti i suoi desideri anche a dispetto della sua volontà e Sonny che gli fa da assistente per il lavoro.

Sonny riesce ad auto apprendere e quindi ad avere una propria volontà e coscienza, perlustra autonomamente il nostro mondo: dall’umorismo alla comprensione del significato di ciò che significhi non essere dipendenti da nessuno, mentre “l’uomo medio” lo è diventato, come Fred che da giornalista investigativo si è adattato a lavorare per una multinazionale, proprio quel mondo che lui “combatteva” con il suo amico, divenuto solo una voce. Questa strana ed impossibile convivenza tra Fred e le due A.I. Umanoidi, svolta fino a forgiare lo spettacolo a forma di dramma, facendo risaltare lo stridìo e la quasi impossibile integrazione tra la memoria dell’uomo, la tecnologia che ormai lo ha superato in quanto essere pensante, e la nuova burocrazia “tecnocratese” che mal si pone verso la “inutile” solitudine umana. Che, non recependo i “bites” dell’uomo a cui non possono bastare delle A.I., seppur dalle sembianze umane quali amici, nè tanto meno condividere i suoi sentimenti e le sue sconfitte. Lo spettacolo ci fa pensare a come “Mammut”sia la personificazione dell’uomo di oggi: fermo, racchiuso ne passato, statico e disilluso dalle ingiustizie che si celano sempre dietro l’angolo di questa società, senza la voglia di combatterle ancora. Oltre a queste tre presenze tecnologiche l’unico umano che il protagonista incontra è suo cognato Gonzalo, un genialoide cienziato, espressione della credenza che con la tecnologia si possa fare ed ottenere tutto: egli eternamente disturba la sua vita parlandogli del sogno di vincere il Nobel per una A.I. in grado di avere una coscienza propria che lo aiuterà a riconquistare l’amore della sorella di Fred. Ha quindi l’eterna illusione di sopperire alle proprie manchevolezze con meri algoritmi e rivoluzionari strumenti tecnologici: in un certo senso sia Gonzalo che Fred accennano ai temi di “Essere o Avere?” di Erich Fromm rivisitato per questa nuova società basata sulla tecnologia.

Ma tutto cambia quando proprio per un caso fortuito: Sonny, per un maldestro tentativo di Gonzalo per un miglioramento della A.I., riesce ad umanizzarsi…

Il finale è a sorpresa, simpatico e nello stesso tempo propositivo: lascia la speranza che la macchina possa far ritrovare all’uomo quella dignità e volontà ormai perduta anche di combattere le ingiustizie quotidiane.

Mentre gustiamo questo spettacolo, ci accorgiamo delle nostre consuete maldestre prove di conservare ancora qualcosa di veramente umano, come la memoria personale – e non condivisa – gli affetti veri e sinceri, fatti di carne e sguardi, il desiderio di sfidare le ingiustizie che è decaduta in noi stessi, in un mondo che esige invece solo funzionalità, programmazione di ogni attimo della nostra vita e che quindi ci rende sempre prevedibili in ogni scelta, magari nemmeno scelta o voluta.

Ottimo lavoro drammaturgico di Ciulla, con uno spettacolo che riesce ad offrire ilarità e comicità, anche su considerazioni amare che il dramma offre, rendendolo quindi “leggero” ma al contempo riflessivo.

Un piccolo, grande cadeau che, rappresentando una società futura immaginaria e spaventosa, ci mostra in realtà quella attuale, ma che riesce ancora a parlare d’amore, di memoria e di volontà tra sterili algoritmi.

Spettacolo da non perdere nella sola replica di domani.

Note prese dal comunicato stampa de “Il Rossetti” scritte dalla stessa Compagnia Teatrale:

“La modalità di lavoro scelta dalla compagnia è quella di una drammaturgia aperta in un continuo scambio tra il cast artistico e il drammaturgo sia nei mesi di scrittura che durante i mesi di prova, arricchiti dalla partecipazione di un pubblico ristretto durante le prove aperte. La compagnia ama esplorare tematiche sociali che indagano il presente, ambientandole in futuro distopico, persuasa che la distopia, raccontata attraverso il ritmo incalzante della situation comedy, sia il linguaggio più efficace per rappresentare la nostra contemporaneità”

In replica alla “Sala Bartoli “ Mercoledì 30 Aprile alle ore 21,00

“MAMMUT”

Ovvero Vita e Morte di un’Intelligenza Artificiale

Fartagnan Teatro

Drammaturgia Rodolfo Ciulla

Regia Collettiva Fartagnan Teatro

c on (in o.a.)

Federico Antonello

Luigi Aquilino

Maria Canal

Andrea Sorrentino

Responsabile di Produzione Serena Tagliabue

Supervisione artistica e organizzativa di Carrozzeria Orfeo

Spettacolo vincitore del bando GIVING BACK 2024 di Carrozzeria Orfeo

Spettacolo vincitore del bando THEATRICAL MASS 2024 di Campo Teatrale