La Storica Società Operaia di Pordenone lavora già da qualche anno intorno alla storia dell’emigrazione regionale attraverso il progetto “Vite forestiere”, un percorso di studio e approfondimento che ha confrontato letteratura, storia e memoria, ha ripercorso le tracce dell’emigrazione femminile e ha stimolato le giovani generazioni a riflettere sul proprio passato, per meglio comprendere il nostro presente.
Per il triennio di programmazione che si concluderà nel 2026 la nuova proposta creativa della SOMSI per questo particolare settore di ricerca e divulgazione umanistica s’intitola “Il Taccuino del Ritorno”, ovvero una “multiguida” (che sarà edita in formato cartaceo e digitale) destinata a raccogliere alcuni percorsi turistici e tematici suggeriti da speciali “testimoni” dei luoghi d’origine dei nostri corregionali, puntando su itinerari intrisi di storie famigliari, di riti e tradizioni, di attività resilienti e mestieri scomparsi, dei volti dei tanti che sono partiti e di quelli che sono rimasti.
Un tavolo di lavoro è stato attivato presso la sede SOMSI a Pordenone per illustrare nel dettaglio il progetto coordinato da Chiara Aglialoro, che ha già raccolto il fattivo interesse di un’importante rete di partner sul territorio regionale: dalle Associazioni attive nei rapporti con i corregionali all’estero (Ente Friuli nel Mondo, EFASCE Pordenonesi nel Mondo, Associazione Giuliani nel mondo, Unione Emigranti Sloveni del FVG, ERAPLE), agli Ecomusei, la Società Filologica Friulana, ERPAC FVG con l’Archivio della memoria AMMER, PromoturismoFVG e il coordinamento regionale di ITALEA, che rappresenta il programma ufficiale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la promozione dei viaggi delle radici rivolto alle comunità italiane e di italodiscendenti all’estero.
La coordinatrice regionale di ITALEA Cristina Lambiase e il presidente di ITALEA FVG Loris Basso, presenti all’incontro, hannoespresso il loro plauso per questo percorso, che sposa perfettamente gli obiettivi del progetto nazionale nell’implementare eventi e iniziative promozionali capaci di attirare persone emigrate, ma anche nipoti e pronipoti di chi in passato ha lasciato l’Italia, perché vengano a ritrovare (o a conoscere per la prima volta), proprio i luoghi che furono protagonisti della loro storia famigliare. Come ha spiegato Laura Carnelutti, laureata all’Università di Udine proprio con una tesi sul turismo delle radici, è la nostalgia (diretta o indiretta) per questi luoghi la tenace leva in grado di muovere un potenziale di utenza che è stato stimato in circa 80 di milioni di italodiscendenti, dei quali tra 1,5 e 2 milioni di corregionali del Friuli Venezia Giulia, che potrebbero dare quindi un significativo contributo (anche in termini di turismo e di economia) a molti piccoli centri del territorio.
Non per nulla infatti il programma è finanziato attraverso i fondi del PNRR per sostenere lo sviluppo e l’attrattività dei borghi italiani. E per raggiungere il maggior numero di potenziali “turisti delle radici”, il “Taccuino” punterà molto sulla sua diffusione anche in formato digitale, consentendo a questo prodotto di restare aperto a successive implementazioni.
I prossimi passi del progetto saranno rivolti alla ricerca dei contenuti e dei “testimoni” che racconteranno il Friuli Venezia Giulia e gli itinerari scelti, quindi alla produzione della “multiguida” e alla sua diffusione. Un percorso che impegnerà la SOMSI e i partner fino al 2026.
Per informazioni: www.somsipn.it