Si conclude a Udine, martedì 27 maggio, la seconda serie di intitolazioni degli alberi entrati nella Foresta  dei Giusti del Friuli Venezia Giulia, ciascuno dedicato alla memoria viva di uomini e donne capaci di scelte di giustizia e di pace. Il progetto è parte del GariwoNetwork, istituito dalla Fondazione Gariwo che dal 1999 si impegna a far conoscere le storie dei Giusti, educando giovani e adulti alla responsabilità. In Friuli Venezia Giulia l’iniziativa è promossa dalla onlus Damatrà attraverso il progetto “La memoria del legno”, organizzato in sinergia con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura e con 9 municipalità, capofila il Comune di Spilimbergo. Martedì prossimo, a Udine, alle 10 nel Giardino della Scuola secondaria di primo grado Valussi (via Francesco Petrarca, 19) e in caso di pioggia nell’Auditorium della scuola, un Bagolaro sarà intitolato a Sophie Scholl, la giovane attivista tedesca legata alla resistenza al nazismo d’ispirazione cristiana. Appartenente alla Rosa Bianca, scelse la ribellione non violenta al regime di Hitler e fu per questo torturata e poi ghigliottinata a soli 22 anni, nel 1943.  L’evento è realizzato in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Udine, interverranno oltre 60 studentesse e studenti che hanno preso parte al progetto nel corso dell’anno, insieme all’Assessore alla Cultura del Comune di Udine Federico Pirone e alla direttrice della Biblioteca Civica di Udine, Cristina Marsili.

Spiega la presidente di Damatrà onlus Mara Fabro: «la Foresta dei Giusti è attualmente diffusa in Friuli Venezia Giulia nei comuni di Aviano, Brugnera, Codroipo, Lignano Sabbiadoro, Maniago, Mortegliano, Paluzza, San Canzian d’Isonzo, San Giovanni al Natisone, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Turriaco, Udine.

Con un memoriale ma un libro aperto per tutti quelli che hanno voglia di fermarsi a pensare: piccole isole di umanità che, come ha sottolineato uno dei bambini coinvolti nel percorso, servono a coltivare la speranza. E per i più giovani la speranza è un diritto. Gli alberi, ad eccezione di quelli collocati all’interno dei giardini delle scuole, abitano spazi pubblici e sono riconoscibili grazie alle campanelle di terracotta realizzate dalle scolaresche che con il loro tintinnio vogliono tenere accesa la memoria. Ai piedi di ogni albero una targa in terracotta realizzata dal laboratorio della cooperativa sociale HattivaLAB porta un QR code con cui ci si può connettere alla mappa online. Sul sito dedicato lamemoriadellegno.damatra.com, si potrà trovare anche una bibliografia dedicata alle storie dei giusti e delle giuste dell’umanità. Ciascuna delle biblioteche coinvolte si impegna a renderle disponibili a tutti i cittadini e alle cittadine interessati. Le storie dei giusti, con il loro esempio, educano alla responsabilità personale e collettiva per preservare i valori umani davanti a leggi ingiuste o all’indifferenza della società di fronte al diffondersi della cultura dell’odio. Ci insegnano che in ogni tempo chi agisce con responsabilità può creare degli effetti insperati in un mondo complicato che sembra andare in una cattiva direzione. Proprio come nel caso di Sophie Scholl, la giovane attivista tedesca cui sarà dedicato al Bagolaro di Udine».

La Gestapo torturò Sophie Scholl per quattro giorni, dal 18 al 21 febbraio 1943. Sophie Scholl era la persona più forte all’interno del gruppo del gruppo di resistenza antinazista La Rosa bianca, la più determinata, la più sincera, la più attiva. Il cappellano del carcere che la vide poco prima dell’esecuzione testimonia che era calma. L’uomo della Gestapo che conduceva l’interrogatorio le chiese alla fine: “Signorina Scholl, non si rammarica, non trova spaventoso e non si sente colpevole di aver diffuso questi scritti e aiutato la Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?” e lei rispose: “No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!” La vicenda di Sophie Scholl e della Rosa Bianca è narrata nel libro di Giuseppe Assandri La rosa bianca di Sophie (edizioni San Paolo 2020) .  Ecco gli ulteriori alberi intitolati quest’anno per la Foresta dei Giusti del Friuli Venezia Giulia: a Spilimbergo, presso l’Istituto d’istruzione superiore “Il Tagliamento”, una Firmiana Platanifolia Aogiri è stata intitolata al rapper iraniano Toomaj Salehi, sostenitore delle proteste antigovernative scoppiate dopo la morte della 22enne Mahsa Jina Amini. A Lignano Sabbiadoro, nel Parco della scuola primaria Ippolito Nievo, un Ulivo è stato dedicato a Felicia Bartolotta Impastato, l’attivista madre di Peppino Impastato. A San Vito al Tagliamento, nel Parco della Scuola secondaria di primo grado “Amalteo-Tommaseo”, un Ginkgo Biloba è stato intitolato a Don Lorenzo Milani. A Brugnera, nel Parco di Villa Varda, un Cedro Californiano è stato dedicato all’avvocato e attivista indiana Flavia Agnes, impegnata per i diritti delle donne. Ad Aviano, nel Parco Larissa presso la Biblioteca civica, un Faggio è stato dedicato a Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta. A Mortegliano, in Largo Foro Boario presso la Mansarda della Villa dei Conti di Varmo, un Ippocastano è stato dedicato al grande ciclista Gino Bartali, “Giusto fra le Nazioni”.  A San Giovanni al Natisone, nel Parco giochi di Viale delle scuole, /Auditorium M.F.Zorzutti, un Prunus Cerasifera è stato dedicato al tennista Arthur Ashe, impegnato contro l’apartheid. A Maniago un Bagolaro è stato intitolato a Gino Strada, fondatore con la moglie Teresa Sarti dell’ONG italiana Emergency.