Tre mostre, tra maggio e novembre 2025, permetteranno di approfondire la figura e l’attività di Ado Furlan, scultore pordenonese che ha segnato il Novecento friulano, ma ebbe un ruolo significativo anche a livello nazionale, grazie alla sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana tra gli Anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso.
A 120 anni dalla sua nascita e a distanza di 20 anni dalle celebrazioni per il centenario, la Fondazione Ado Furlan, istituita proprio per promuovere la conoscenza della sua opera, con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura e la collaborazione del Comune di Spilimbergo, intende rendere omaggio allo scultore a Pordenone, suo luogo di nascita, e nella Città del mosaico, dove l’artista ha trascorso gli ultimi anni di vita.
“La vita e l’opera di Ado Furlan – sottolinea Caterina Furlan, figlia dell’artista e presidente della Fondazione a lui intitolata – sono state oggetto di un’approfondita disamina da parte di Flavio Fergonzi che, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita promosse dal Comune di Pordenone nel 2005, ne ha sviscerato le varie fasi di attività, mettendole in relazione con la cultura plastico-figurativa del suo tempo. A distanza di 20 anni, la Fondazione ha voluto richiamare l’attenzione sulla sua figura non tanto per una rilettura critica, quanto per focalizzare meglio la sua produzione ultima, alla quale, per varie ragioni, allora non era stato possibile dedicare uno spazio adeguato. Questa volta il fulcro delle celebrazioni sarà, dunque, Spilimbergo, dove l’artista ha trascorso gli ultimi anni di vita, mentre a Pordenone saranno messe in luce le sue relazioni con alcuni amici artisti del nord-est e illustrate le vicende della vecchia casa di via Mazzini”.
“Ado Furlan – sono le parole di Mario Anzil, Vicepresidente e Assessore alla Cultura e allo Sport della Regione Friuli Venezia Giulia – è stato uno degli scultori più rappresentativi del nostro Novecento. Le mostre in programma rappresentano un’occasione preziosa per ripercorrere il suo cammino artistico, ma anche per riscoprire un contesto culturale ricco e articolato che ha coinvolto personalità di rilievo, dal mondo delle arti visive a quello della musica e della letteratura. La Regione Friuli Venezia Giulia è orgogliosa di sostenere queste iniziative, convinta che la memoria delle grandi figure del nostro passato sia una leva fondamentale per costruire identità, consapevolezza e futuro, nell’ottica di aprirci a una cultura di frontiera di cui certamente Furlan è stato pioniere. Ringrazio l’omonima Fondazione per l’instancabile lavoro di valorizzazione e tutela del patrimonio dell’artista, e per l’impegno con cui da oltre trent’anni promuove una visione della cultura come bene comune”.
IL PROGRAMMA di 1905-2025 Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo partirà con la mostra Lo scultore e gli amici del Nord-Est,in programma dal 31 maggio al 12 luglio a Casa Furlan (in via Mazzini 51-53, a Pordenone; inaugurazione sabato 31 maggio alle 11), che poi accoglierà – dal 4 ottobre al 15 novembre – anche l’esposizione Una famiglia, una casa, una strada.
Cuore delle celebrazioni sarà la mostra Le sculture ultime, organizzata in collaborazione con il Comune di Spilimbergo. Ospitata negli spazi di Palazzo Tadea, in Castello, dal 27 settembre al 16 novembre, consentirà di ammirare, per la prima volta in Friuli, le opere alle quali Furlan stava lavorando prima di morire. L’esposizione sarà corredata di un catalogo curato da Caterina Furlan e pubblicato da Forum Editrice Universitaria Udinese. Farà da corollario alle iniziative la permanente Percorsi nella scultura italiana, sempre negli spazi di Palazzo Tadea.
In omaggio agli interessi musicali di Ado Furlan, le manifestazioni si concluderanno il 16 novembre, alle 18, con un concerto del pianista Alessandro Del Gobbo (Spilimbergo, Palazzo Tadea).
LO SCULTORE. Nato a Pordenone nel 1905 e formatosi all’Accademia di Venezia, Ado Furlan è stato uno dei protagonisti della scultura friulana del Novecento sia con la produzione di ritratti e bronzetti di figura sia con un’importante attività monumentale. Oltre a varie opere di carattere religioso e funerario, ha eseguito statue, bassorilievi ed elementi decorativi per la Casa del Balilla, per la Casa del Mutilato e per la Casa del Fascio a Pordenone.
La sua sfera d’azione è stata, tuttavia, nazionale, come dimostra la sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana a cavallo tra gli Anni ‘30 e ‘40: una sua scultura fu esposta, nel 1933, alla V Triennale di Milano, il momento più innovativo d’incontro tra progettazione architettonica e decorazione artistica di tutto il periodo; una sua testa fu accettata alla II Quadriennale romana del 1935, mostra nella quale l’arte del ventennio fascista fece i conti con il tonalismo pittorico e l’arcaismo scultoreo. Inoltre, un suo ritratto – Il Pescatorello – esposto alla X Mostra del Sindacato Interregionale del Lazio del 1942 fu acquistato dal re Vittorio Emanuele III.
Vincitore della borsa di studio Marangoni, bandita dal Comune di Udine, tra il 1939 e il 1942 soggiornò a Roma, unendosi agli esponenti della seconda Scuola romana. Amico fraterno di Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Angelo Savelli, lavorò nei principali cantieri del regime, realizzando – su commissione di Luigi Moretti – diversi bozzetti e modelli di fontane destinate al Foro Mussolini (fontana del Cinghiale e dei Lupi) e all’E42 (fontana della Fauna e della Flora dell’Impero).
Nel dopoguerra, ritiratosi a Pordenone, continuò una ricerca plastica di dimensione più privata, raggiungendo esiti di sofisticato lirismo. Il suo trasferimento a Spilimbergo coincise con un periodo di rinnovata attività creativa, stimolata dal vivace ambiente culturale locale e dalla mostra antologica dedicatagli dalla Pro Spilimbergo nel 1968. Poco prima della morte, nel 1971, conobbe e ritrasse il poeta Ezra Pound. Si cimentò anche nella medaglistica, partecipando alla Triennale italiana della medaglia d’arte (Udine 1970).
Il suo studio, da poco restaurato, si conserva nell’ala del castello di Spilimbergo oggi sede della Fondazione Ado Furlan. Il vasto ambiente, un tempo ricovero per le carrozze, confina con una delle sale al piano terra dell’adiacente palazzo Tadea, di proprietà dell’amministrazione comunale. Concessi in uso alla Fondazione, ora questi spazi ospitano una mostra permanente di scultura italiana dall’Ottocento ai primi anni Duemila, che include opere dello stesso Furlan.
LE MOSTRE. Le tre esposizioni inserite nel programma 1905-2025 Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo sono state rese possibili grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura. Alla buona riuscita delle stesse hanno contribuito i partner: Comune di Spilimbergo, Comune di Pordenone, Università degli Studi di Udine, CRAF – Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, Istituto d’Istruzione Superiore Il Tagliamento di Spilimbergo e Associazione Tetra-Paraplegici FVG ODV – Udine.
Le mostre sono patrocinate dai Comuni di Pordenone e di Spilimbergo, dall’Università degli Studi di Udine e dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Pordenone.
Lo scultore e gli amici del Nord-Est – Pordenone, Casa Furlan, via Mazzini 53 (31 maggio-12 luglio 2025, orario: da martedì a venerdì 17-19.30, sabato 10-12.30 e 17-19.30)
La mostra si propone di far conoscere al pubblico dipinti, disegni e stampe di alcuni amici artisti friulani e veneti con i quali Ado Furlan fu in particolare sintonia. Tra questi emergono le figure del pittore pordenonese Eugenio Polesello, del quale vengono resi noti alcuni pastelli risalenti agli anni Venti del Novecento, e dell’incisore Giovanni Giuliani che, titolare per oltre un trentennio della cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, gli fu compagno in occasione della sua prima mostra romana (1940).
Un’altra presenza importante è quella del pittore tarcentino Giovanni Toffolo, meglio noto come Anzil, di cui si presentano per la prima volta alcuni dipinti che si possono annoverare tra i più suggestivi da lui realizzati nel corso degli Anni ’40. La rassegna è completata da alcuni bozzetti realizzati con Antonio Carestiato in occasione del concorso per il Tempio Ossario di Udine e da un gruppo di opere del pittore e fotografo ‘sanvitese’ Italo Michieli, che ebbe con l’amico scultore un rapporto molto stretto e prolungato nel tempo.
Una famiglia, una casa, una strada – Pordenone, Casa Furlan, via Mazzini 51 (4 ottobre-15 novembre 2025, orario: da martedì a venerdì 17-19.30, sabato 10-12.30 e 17-19.30)
Dopo le nozze, nel 1900 a Sacile, Domenico Furlan, di professione scalpellino, si trasferì a Pordenone, stabilendosi in una grande casa in via Mazzini che, per un certo periodo, ospitò una trattoria con alloggio gestita dalla moglie Caterina Pagotto. D’impianto umbertino, l’edificio costituì per più di mezzo secolo la dimora del figlio Ado e della sua famiglia. Punto di riferimento per letterati e artisti, nonché sede della prima galleria d’arte pordenonese (intitolata Il Camino), fu demolita nel 1967 per lasciar posto alla palazzina Stendhal, tuttora esistente, realizzata su progetto del figlio architetto Gian Luigi, detto Giannino (1935 – 1997).
La rassegna intende ripercorrere la storia della famiglia Furlan, ma anche analizzare le trasformazioni architettonico – urbanistiche che hanno interessato la strada da metà ‘800 fino ai giorni nostri.
Le sculture ultime – Spilimbergo, Palazzo Tadea, piazza Castello 4 (27 settembre-16 novembre 2025, orario: sabato e domenica 10-13 e 15-19)
Nel 1965, Furlan si trasferì con la famiglia a Spilimbergo, in un’ala del castello oggi sede della Fondazione a lui intitolata. Dopo un lungo periodo di silenzio, la mostra dedicatagli nel 1968 dalla Pro Spilimbergo, presieduta all’epoca da Italo Zannier, lo indusse a riprendere l’attività, impostando una serie di nudi femminili ai quali stava ancora lavorando quando morì, nel giugno del 1971. Fuse in bronzo per iniziativa dei familiari, queste opere saranno esposte nel loro insieme e per la prima volta in Friuli. Faranno da contrappunto una serie di pannelli tratti dalle riprese fotografiche del suo studio, realizzate proprio da Italo Zannier pochi mesi dopo la sua scomparsa.
Percorsi nella scultura italiana – Spilimbergo, Palazzo Tadea, piazza Castello 4
La rassegna, permanente, è articolata in tre sezioni: si apre con il periodo 1841-1942, dove trovano spazio opere di Furlan, ma anche di Antonio Marsure e Luigi De Paoli; la seconda parte è dedicata interamente a Furlan, mentre la terza – Percorsi nella scultura italiana contemporanea 1958-2001 – rende omaggio a Nicola Carrino, Pietro Cascella, Carlo Ciussi, Piero Gilardi, Lorenzo Guerrini, Teodosio Magnoni, Massimo Poldelmengo, Giò Pomodoro, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli, Giuseppe Uncini e Nane Zavagno.
LA FONDAZIONE. La Fondazione Ado Furlan è stata istituita con lo scopo di promuovere la conoscenza dell’artista pordenonese, ma anche della scultura antica, moderna e contemporanea e delle arti visive in genere. Attiva come associazione dal 1992, è stata riconosciuta come soggetto giuridico dalla Regione nel 2004. Ha organizzato numerose mostre dedicate all’arte antica e alle maggiori espressioni dell’arte contemporanea, italiana e straniera, con particolare riguardo alla scultura.
Nel 2005, ha collaborato con vari enti e istituzioni alle celebrazioni per il centenario della nascita di Ado Furlan. Precedute da un convegno di studio, organizzato nel 2004 dal Dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università degli Studi di Udine, le iniziative si sono concretizzate in tre importanti rassegne dedicate all’opera e ai rapporti di Furlan con gli ambienti artistici veneto e romano.
Nel 2008, la Fondazione ha sottoscritto un accordo di collaborazione scientifica con l’Ateneo friulano per la realizzazione di esposizioni, convegni e iniziative editoriali in sintonia con le finalità previste dallo statuto. Dal 2011 usufruisce degli spazi espositivi permanenti a palazzo Tadea, resi disponibili dal Comune di Spilimbergo.