Specchietti, figurine, calendarietti, cigarette cards, carte da gioco, ventagli, chiudilettera, ma anche posate e servizi da tè, diari, bottoni e ogni tipo di gioco: sono gli ephemera che accompagnano la grande macchina del cinema mondiale fin dai suoi esordi. Oggetti che ritraggono attori o scene memorabili del cinema: dallo specchietto da borsa col il volto di Greta Garbo degli anni Trenta, al ditale da cucito con Ava Gardner risalente agli anni Cinquanta; dalle scatole di latta Canco degli anni Venti con Gloria Swanson, ai ventagli cinematografici dipinti a mano degli anni Venti.

Una selezione di oggetti – o per meglio dire di paratesti – provenienti dalla Collezione Privata di Silvia Moras costituisce la seconda mostra a tema allestita negli spazi espositivi di Casa A. Zanussi di Pordenone dal titolo Alla (ri)scoperta del cinema effimero: le stanze delle meraviglie. Questa speciale “wunderkammer” della settima arte verrà inaugurata sabato 7 giugno alle 17.30 in Galleria Sagittaria a Pordenone, e sarà la 507^ mostra della Galleria, a cura di Silvia Moras con il coordinamento di Fulvio Dell’Agnese; sarà visitabile fino a sabato 6 settembre (con ingresso gratuito) dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18. La mostra è promossa da Cicp-Centro Iniziative Culturali Pordenone con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Pordenone, Fondazione Friuli, partner Centro Culturale A. Zanussi.

«La settima arte sin dalle sue origini è stata declinata negli ambiti più impensabili – spiega Silvia Moras, docente al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e direttrice del museo del Palazzo del Fumetto di Pordenone – Ha sfruttato principalmente due grandi canali di visibilità: quello delle case di produzione e distribuzione che promuovevano l’opera cinematografica per riempire le sale e quello delle imprese commerciali che hanno sfruttato il successo di divi e divine per pubblicizzare prodotti di ogni sorta. Da un lato c’erano gli esercenti e gli spettatori, dall’altro i cittadini tutti. Una versatile e pressoché inesauribile strategia di comunicazione attraverso un numero esorbitante di materiali iconografici che permettevano di vivere e condividere l’esperienza individuale trasformandola in collettiva attraverso la condivisione, esattamente come fanno oggi i canali social».

Alla (ri)scoperta del cinema effimero: le stanze delle meraviglie è la seconda tappa di un viaggio avventuroso alla scoperta degli ephemera cinematografici, iniziato a gennaio 2024 con l’esposizione Cinema effimero: le carte povere raccontano la settima arte (Galleria Concordia Sagittaria, 13 gennaio-10 marzo 2024). Nella prima mostra si poneva l’attenzione sui materiali cartacei, effimeri per definizione, le cosiddette “carte povere” come riportava il titolo. Per questo secondo appuntamento l’esperienza si amplia contemplando anche quei materiali solidi per composizione ma effimeri per vocazione, nati per un utilizzo fugace e transitorio ma che per natura hanno avuto modo di resistere con maggior facilità al tempo. Stiamo parlando di giocattoli in legno e metallo, di pupazzi e bambole, modellini, posate, bicchieri, specchietti da borsetta e molti altri oggetti curiosi. «Da un’accesa passione per questi materiali nasce una vasta e articolata collezione che vuole raccontare la storia del cinema (e non solo) in un modo insolito e originale, mettendo in vetrina un’espressione tangibile della cultura popolare» spiega Silvia Moras.

Le sale espositive saranno una vera e propria macchina del tempo che permetterà di sorprendere lo spettatore davanti a oggetti svisti e stravaganti che hanno viaggiato, in alcuni casi, per oltre un secolo. La collezione di Silvia Moras si concentra sui primi sessanta anni del Novecento e, grazie a rarissimi pezzi provenienti da diverse parti del mondo, propone uno sguardo nuovo e più ampio sulla storia, sulla comunicazione, sui media, di ieri e soprattutto di oggi, senza trascurare anche la componente educativa di questi oggetti intendendoli come “facilitatori grafici d’epoca”.

«Di fatto gli Ephemera – prosegue Moras – si configurano come un corpus ampio ed eterogeneo, composto da una quantità e varietà di oggetti che stupiscono per originalità, varietà, numero e modernità. Sono quei materiali che passavano di mano in mano, di città in città e che finivano nelle case e nelle tasche dei cittadini, più o meno appassionati, alfabetizzati e interessati. Alcuni li buttavano mentre altri (fortunatamente) li conservavano gelosamente andando a creare un piccolo tesoro che altro non era che il “patrimonio del fan”, per questo talvolta si parla anche di materiali fandom. Scrutandoli se ne deduce che i film non sono l’unico documento utilizzabile per fare storia del cinema. Esistono altre fonti storiche disponibili su altri supporti, che sono definite comunemente come “non filmiche”. È giunta l’ora di cambiare il punto di vista, abbracciando anche lo studio dei paratesti (tutti) come importanti fonti storiche ragionando su una visione unitaria che vede la fonte filmica non separata e distinta da quelle su altri supporti materici».

LA COLLEZIONE

Silvia Moras da oltre vent’anni lavora nell’organizzazione di eventi culturali, artistici e dell’educazione all’immagine. Si occupa di film e media education come formatrice del Piano Nazionale di Educazione all’Immagine promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (Cinema per la Scuola). È coinvolta in diverse iniziative legate alla formazione ed è responsabile scientifica del progetto “Acchiappasguardi: Impariamo, facendo” per il Centro Iniziative Culturali di Pordenone. È docente al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma per il corso di Conservazione e Management del patrimonio audiovisivo dove insegna “Storia del movimento cinetecario” e tiene workshop sull’estetica dei materiali non filmici e scrittura di progetti di ricerca. Collabora inoltre con diversi festival cinematografici di risonanza internazionale. Attualmente è direttrice del museo del Palazzo del Fumetto di Pordenone e membro del consiglio direttivo. È collezionista di paratesti cinematografici, ephemera e materiali fandom che sono oggetto di collaborazioni di ricerca con diversi atenei italiani.

LA MOSTRA

Alla (ri)scoperta del cinema effimero: le stanze delle meraviglie. Dalla collezione di Silvia Moras. A cura di Silvia Moras, coordinamento Fulvio Dell’Agnese
Galleria Sagittaria Pordenone – Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone

Da sabato 7 giugno a sabato 6 settembre 2025, ingresso gratuito dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso tutte le domeniche, i sabati di luglio e agosto e dall’1 al 18 agosto. Su richiesta visite guidate.

INFORMAZIONI https://www.centroculturapordenone.it