12, 13, 14 e 15 giugno

Dopo le anteprime, Folkest apre le danze con la sua rassegna sul territorio: una serie di appuntamenti che lasciano spazio alla scoperta, all’incontro e alla valorizzazione di molti luoghi suggestivi del Friuli attraverso la musica, in un viaggio sonoro che racconta identità, storie e tradizioni. Il legame con il territorio da anni contraddistingue il progetto artistico di Folkest, che ha ideato un nuovo modo per connettere e portare musica e tradizioni in luoghi meno conosciuti, creando connessioni e crescita culturale per il Friuli Venezia Giulia e i territori oltre confine. L’integrazione tra proposta culturale e proposta artistica, rivolta a un turismo culturale di profilo medio-alto, ha rafforzato questa connessione, offrendo al pubblico quanto di meglio in termini di qualità e compatibilità artistica.

Si inizia giovedì 12 giugno, alle 20:45, al Parco di Via Dante a Gemona del Friuli, con la Festa balcanica insieme a Lydia Koycheva e Balkan Orkestra (Bulgaria/Italia).
Si prosegue venerdì 13 giugno con l’appuntamento delle 20:30 a Pordenone alla Festa sul Nonsel con l’Irish folk night con i Matching Ties e le Obrannlaig Rinceoir Dancers (USA, Gran Bretagna e Germania).
Sabato 14 giugno ben tre gli appuntamenti in programma: il primo alle 17.30 a Vito D’Asio, in Piazza Fontana, con il Vento delle Ande insieme a Miguel Angel e Lautaro Acosta (Argentina); doppio incontro alle 20:45 a Campoformido, presso il Parco delle ex scuole elementari dove torna l’Irish folk night e, tra gli eventi collaterali di Folkest, sempre alle 20:45 a Piazza XX Settembre a Tolmezzo insieme ai Tazenda per il loro spettacolo A piedi nudi (Sardegna): un assaggio del concerto in programma il 27 giugno a Romans D’Isonzo S’Istoria Infinida che li vedrà salire sul palco in occasione di una giornata dedicata alla grande canzone italiana con il giornalista e scrittore Felice Liperi.
Si conclude la prima settimana domenica 15 giugno con l’appuntamento delle 17.30 presso l’Area Picnic di via Pradis a Tramonti Di Sopra, con l’Irish, Scottish & English folk nuovamente con i Matching Ties (Usa, Gran Bretagna e Germania) questa volta senza il supporto della danza, impegnati in un progetto che va a riscoprire più radicalmente le radici della musica irlandese, scozzese e a stelle e strisce.

Lydiya Koycheva & Balkan Orkestra Bulgaria/Italia

Proveniente da una famiglia di musicisti, con il padre fisarmonicista di fama internazionale e madre danzatrice folk, Lidiya Koycheva, cantante, pianista e chitarrista, è da sempre affascinata dalla cultura Roma. Da giovanissimo talento, Lidiya ha girato l’Europa, vincendo numerosi premi pianistici, anche insieme con il fratello Angel. Mentre era in Italia per diplomarsi in pianoforte, ha sentito forte il richiamo delle sue origini, maturando un profondo amore per le ricche espressioni del folk della sua terra natale., ricordando le lunghe serate e nottate insieme con il padre e altri importanti musicisti folk della Bulgaria nella propria casa. A quel punto la scelta era fatta e l’odore di fumo, della Rakia, dei ritmi rom, le voci delle donne, le feste si mescolavano al suono degli strumenti della tradizione popolare bulgara.

Formazione: Lidiya Koycheva: voce; Tony Mastrulli: chitarre, voce; Davide Borra: fisarmonica; Stefano Cocon: tromba; Cristian Ferraro: tromba; Paul Zogno: basso; Stefano Petrini: batteri

Matching Ties
è un gruppo di musica folk irlandese, inglese e scozzese, composto dallo statunitense Paul Stowe, l’inglese Trevor Morriss e i tedeschi Sebastian Dorn e Lars Pfeiffer. Il nome e le cravatte coordinate che indossano sul palco simboleggiano i legami tra questi musicisti di diverse nazionalità, uniti da un repertorio internazionale che spazia tra brani irlandesi, scozzesi, inglesi e celtico-americani.

Tra i migliori polistrumentisti della scena folk europea, sono anche eccellenti cantanti e intrattenitori esperti. Dal 1986 hanno tenuto oltre 3000 concerti in ogni tipo di evento e luogo dedicato alla musica acustica e folk, in tutta Europa e negli Stati Uniti.

Miguel Ángel e Lautaro Acosta condividono molto più di un cognome: li unisce un dialogo musicale profondo, che attraversa generazioni, continenti e stili. Padre e figlio, cresciuti tra le sonorità folk dell’Argentina e la solidità della formazione classica europea, portano in scena un intreccio di tradizioni che si rinnova a ogni esecuzione.

Miguel Ángel Acosta, nato nel 1954 a Los Pozos, nel cuore dell’Argentina, inizia a suonare la chitarra da bambino, incoraggiato dal padre Don Eustacio. Dopo un’intensa attività musicale in patria – tra cui la partecipazione al festival Pre Cosquin e le tournée con il celebre gruppo Quetral – si trasferisce a Torino nel 1987. 
Qui fonda il gruppo Umami-Raiz Latina, con cui per oltre vent’anni diffonde la musica andina e afro-latinoamericana in Italia e all’estero, realizzando nove incisioni e numerose collaborazioni con cori, orchestre e solisti. Tra i suoi progetti spiccano l’esecuzione della Misa Criolla di Ariel Ramirez con il coro dell’Università di Torino e la fondazione del gruppo di tango Nuevo Encuentro, con cui si è esibito anche al Teatro Regio.

Lautaro Acosta, nato a Torino nel 1987, prosegue il cammino tracciato dal padre, scegliendo il violino e distinguendosi per il talento e la versatilità. Diplomato con lode al Conservatorio “G. Verdi” di Torino, ha studiato con grandi nomi del panorama internazionale come Uto Ughi e Sonig Tchakerian, perfezionandosi all’Accademia di Santa Cecilia. Premiato in numerosi concorsi, ha suonato come primo violino in formazioni sinfoniche italiane e si è esibito in importanti festival in Europa, Giappone e Sud America. È stato inoltre selezionato per far parte della prima orchestra stabile di Tango Argentino in Italia.

I Tazenda

Uno spettacolo teatrale che si è costruito un po’ da solo. I Tazenda, come molti artisti, hanno la fortuna di avere un piccolo tesoro fatto di più di cento brani da cui attingere. Tra questi ci sono gli intoccabili e sono proprio questi a regalare la possibilità di cantare, per la durata di un intero show, all’unisono col pubblico.

Nel corso del concerto gli storici fondatori del gruppo Gigi Camedda al piano e Gino Marielli assieme a Serena Carta Mantilla alla voce parlano, improvvisano, si raccontano e mostrano quel lato delle loro personalità che pochi conoscono. Scherzano e svelano segreti, raccontano aneddoti e gemme per i fan più curiosi: restituiscono emozioni. Come non emozionarsi con la sempre purtroppo attuale Pitzinnos in sa gherra, l’omaggio dolcissimo e crudele a tutti i bambini costretti a vivere nella guerra. Ancora, l’allegra-amara No la giamedas Maria e l’inno alla natura e alla Sardegna Madre Terra. C’è il tuffo nel mondo della spiritualità con la mistica La ricerca di te. E poi Carrasecare che fa tornare tutti indietro nel tempo e Mamoiada riaccende la nostalgia nei sardi della diaspora. E ancora i grandi successi: Domo mia divenuta celebre con il duo Tazenda – Ramazzotti, primo posto allora in classifica; o la amatissima Cuore e vento, con gli amici Modà, che presto è diventata un nuovo canto da condividere con il pubblico. E poi c’è la danza sfrenata di Nanneddu meu. Per chiudere con due brani del cuore: l’immancabile No potho Reposare e Spunta la luna dal monte, brano iconico, versione in italiano di Disamparados, scritta da Luigi Marielli dei Tazenda, che la affidarono ancora inedita a Pierangelo Bertoli per un celebre Festival di Sanremo 1991.