Sul finire della giornata che sarà conosciuta come “il giorno di Bloom”, Stephen Dedalus, tuttora ubriaco, e Leopold Bloom, «disgustosamente sobrio», reduci dal bordello di Bella Cohen, approdano al “rifugio del vetturino”, una rimessa di carri frequentata da «derelitti e randagi e altri esemplari non meglio identificati della specie homo» che si confidano e si raccontano l’un l’altro. L’episodio rimanda alla sosta di Ulisse, narrata nell’Odissea, presso la capanna di Eumeo, guardiano di porci, prima di affrontare la battaglia per la riconquista di Itaca. Inaugura l’ultima parte del romanzo di Joyce, definita Nostos (ritorno), perché ha a che fare con il ritorno dell’eroe alla sua dimora. È un momento di tregua, in cui le parole rallentano e, mentre la stanchezza si fa sentire, Stephen e Bloom, figlio e padre putativi, si avvicinano, cercando conforto e solidarietà l’uno nell’altro.

È questa l’esile trama di Eumeo. Il rifugio, sedicesimo capitolo del romanzo Ulisse di James Joyce, scelto per la sedicesima edizione di Bloomsday, presentato oggi, martedì 10 giugno alle ore 11.00 presso lo Spazio Forum del Museo LETS di Piazza Hortis a Trieste nel corso di una conferenza stampa introdotta dall’Assessore alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia, Maurizio De Blasio con il responsabile del Museo Svevo e del Museo Joyce e direttore artistico di Bloomsday, Riccardo Cepach alla presenza del Console Generale d’Irlanda, Maria Sheehy e di Laura Pelaschiar, Professore Associato del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste che cura la direzione scientifica del festival.

“Ringrazio il Console Generale d’Irlanda per la sua presenza che – ha esordito l’Assessore De Blasio – dà rilievo all’iniziativa con cui il Comune di Trieste celebra il genio, la creatività e l’umanità di questo grande autore che possiamo considerare nostro concittadino a tutti gli effetti e che ha dato lustro alla Città e ci ha fatto dono della sua arte letteraria. Auspico che quella attivata per questa sedicesima edizione del Bloosmsday sia la solo la prima di una serie di future collaborazioni tra Trieste e Dublino e tra Italia e Irlanda. Ringrazio quindi tutti coloro che collaborano alla riuscita di questo evento sempre più partecipato, grazie al quale io stesso ho potuto scoprire un mondo divertente e curioso che mi ha affascinato e mi ha fatto riscoprire un grande autore”.

“E’ un grande onore e un immenso piacere essere qui oggi in questa città così ricca di storia e cultura – ha affermato il Console Generale d’Irlanda a Milano, Maria Sheehy – e che ha soprattutto un legame così speciale con l’Irlanda. Spero che questo sia l’inizio di una lunga collaborazione. Trieste come sappiamo è stata la casa di Joyce per oltre un decennio ed è tra queste vie, in questi caffè e ristoranti, nell’atmosfera multiculturale di questa splendida città che ha iniziato a concepire l’idea e a scrivere i primi capitoli dell’Ulisse; questa città, con la sua identità di terra di frontiera e di crocevia di culture, ha offerto all’autore un osservatorio unico sulla coesistenza di così tante lingue ed espressioni: un ambiente ricco e stimolante che, senza dubbio, ha contribuito alla complessità e alla profondità dei personaggi e delle tematiche del suo lavoro. Possiamo dire che Trieste non è solo il luogo dove Joyce ha vissuto, ma è parte integrante della sua opera e la città custodisce ancora oggi un eco della sua presenza. Il fatto stesso che Trieste abbia un museo intitolato a Joyce ne è la testimonianza tangibile. Celebrare questa festa non è solo un omaggio a Joyce, ma è anche una celebrazione della ricchezza dei nostri scambi culturali, dell’importanza della letteratura come ponte tra popoli e della capacità di una città, come Trieste, di abbracciare e valorizzare la sua vocazione internazionale. La sua natura di città multiculturale la rende un luogo ideale per un festival che celebra l’esperienza umana attraverso la letteratura”.

Il direttore scientifico, Laura Pelaschiar ha ricordato “la straordinarietà dell’incontro di Joyce con Trieste, città – ha osservato – dov’è arrivato per un caso, se non per sbaglio, trovando, più che un luogo, un’entità. Ed è da questo incontro che sono nate tantissime cose. Trieste è una delle tante città che celebrano questo straordinario testo e l’obiettivo di queste tre giornate è proprio quello di far arrivare al più ampio numero di persone possibile e nei modi più diversi possibile la straordinarietà di un testo da sempre circondato da un’aura di impenetrabilità e di elitarismo letterario, ma che si rivela anche una comicità straordinaria”.

“In questa edizione – ha spiegato il direttore artistico, Riccardo Cepach – ci sono tutta una serie di conferme, con attività tradizionali che sono ormai diventate degli appuntamenti fissi che il pubblico conosce bene, ricerca e conferiscono un senso di ritualità e delle novità. Le novità di quest’anno, oltre alla partnership molto importante con il Consolato generale d’Irlanda che ci onora, è rappresentata dal fatto che, finalmente, anche Bloomsday ha trovato una casa in questo spazio – il Museo LETS – che utilizzeremo per molti degli incontri, senza perdere, però, la dimensione itinerante del festival che vuole andare a incontrare il suo pubblico nelle diverse location della città”.

Organizzato a Trieste tra il 13 e il 16 giugno prossimi dal Museo Joyce, gestito dal Comune di Trieste in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, con il sostegno della Promozione turistica regionale e del Convention and Visitors Bureau, per la direzione amministrativa di Gloria Deotto e Paolo Quazzolo, la direzione scientifica di Laura Pelaschiar e la direzione artistica di Riccardo Cepach, com’è ormai tradizione, il festival joyciano prevede una serie di eventi, che comprendono animazioni, mostre, spettacoli – le azioni sceniche ospitate nel giardino del Civico Museo Sartorio quest’anno sono inserite anche nel cartellone di Trieste Estate 2025 –  concerti, offerte enogastronomiche, tour guidati, conferenze e presentazioni di libri fra cui il nuovo Forse che sì. Joyce fra Pascoli e Gadda di Andrea Cortellessa, ospite d’onore del Festival che, in questa nuova edizione può fregiarsi del prestigioso patrocinio del Consolato Generale d’Irlanda recentemente istituito a Milano e competente per tutta l’Italia del nord, nonché della partecipazione al Global Network of Learning Cities dell’Unesco ed alla rete “Città che legge”.

Oltre che per tali prestigiose collaborazioni e per la moltiplicazione degli eventi che possono essere seguiti anche da chi parla solo la lingua inglese, segno di una dimensione internazionale che è nel DNA della manifestazione e continua a crescere, l’edizione 2025 si caratterizza per la nuova sede presso il Museo LETS – Letteratura Trieste in piazza Hortis, dove è collocato lo stesso Museo Joyce nel suo nuovo allestimento. Senza venir meno alla sua vocazione nomade e itinerante, infatti, il festival trova quest’anno rifugio presso la sala Forum di Museo Lets in cui verranno svolte buona parte delle attività e verrà allestita la mostra di opere a china e acquerello Pigment and Parable. Eumeo – Il rifugiodell’illustratrice croata Tea Jurišić (a ingresso libero fino al 15 settembre), che fa il paio con l’altra mostra di opere figurative ispirate all’opera di Joyce, quella di Frank Ritmeester, artista olandese che ci dà Un appuntamento con James Joyce presso l’Antico Caffè San Marco.Gli eventi di ispirazione artistica si completano con il laboratorio di collage Poppysmic plopslop, basato sulle onomatopee joyciane e curato da Susan Petri.

Il programma è, come sempre, un fitto intreccio di novità e ritorni. Ritroviamo alcuni degli appuntamenti tradizionali del festival che, di anno in anno, vedono rinnovato l’interesse e il gradimento del pubblico: il vademecum Eumeo in mezz’ora, classica forma di introduzione al tema dell’edizione sarà nuovamente condotto da Laura Pelaschiar;le colazioni immersive animate, come sempre, dalla verve dell’associazione delle compagnie di teatro dialettale L’Armonia, saranno curate dal punto di vista gastronomico dal personale di Cemût? Piccola osteria furlanadi via Capitelli 7/b; i walking tour – quello alla città letteraria guidato da Riccardo Cepach, rinnovato nel percorso e, in parte, negli argomenti e quello ai luoghi joyciani che quest’anno sarà guidato da Francesca Scarpato e Paolo Quazzolo – verranno offerti in abbinamento ai tour dei musei, Joyce e LETS; gli appuntamenti per i “bloomers” in erba verranno riproposti nei laboratori Bloomsday Kids curati da Annalisa Metus e ampliati con la nuova formula MUU…MUUU! Fa il museo. Parola di James! che offre, ai più piccoli, una visita “speciale” dei musei guidate da Susan Petri e Lorenza Masutto; nuova veste anche per i fortunati momenti ludici di Escape Bloom, le “escape rooms” a cura degli specialisti di Lexit che ripropongono il riuscito percorso dello scorso anno ispirato all’episodio I lestrigoni e ne aggiungono uno nuovo dedicato al capitolo Eumeo; e non mancherà in questa nuova edizione neppure il tradizionale, consolidato contributo dei ragazzi che fanno capo ad ALT, associazione cittadini e familiari per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze dell’azienda sanitaria guidati dalla immaginifica mano di Matteo Verdiani a mettere in scienza il loro Eumeo: il diritto al vuoto.

La resa teatrale dell’episodio eponimo, Eumeo – Il rifugio, è affidata alle diverse ispirazioni e prospettive di tre produttori: Caraboa Teatro ripropone uno degli eventi più applauditi della maratona organizzata per il Bloomsday del centenario, nel 2022, la metateatrale messa in scena di Eumeo: Leopold Bloom torna a casa, scritto e diretto da Gioia Battista; la compagnia dell’Armonia – già impegnata come abbiamo visto nella messa in scena della Colazione, che quest’anno vedrà fra gli interpreti anche la marionetta “Poldy” guidata da Cristina Primavera – darà vita alla rappresentazione Il rifugio di Eumeo trasposto da Giuliano Zannier e portato in scena dagli interpreti che da anni allietano simili momenti del festival; una compagine costituita da attori del Teatro Stabile Il Rossetti e da studenti e dottorandi del gruppo ricerca del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste guidati da Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo animerà presso la sala Bartoli Eumeo, ovvero: misteri, marinai, tatuaggi e tazze di caffè. È ispirato invece alla vita di Joyce e al suo rapporto con la compagna Nora Barnacle lo spettacolo in lingua inglese Nora e Jim, scritto da Nora Connolly, diretto da Ronan Wilmot e prodotto da Kevin Cronin per Dublin Theatre Productions, già andato in scena in diverse occasioni nella capitale irlandese e, recentemente, al Fringe Festival di Edimburgo.

E al Bloomsday dublinese, presso il quale è stato eseguito nella scorsa edizione, è legato anche il primo degli appuntamenti musicali del festival 2025, il concerto James Joyce e Antonio Smareglia, l’amico compositore, realizzato a cura dell’Associazione smaregliana di Pola e del suo presidente Juliana Licinic van Walstijn, che offrirà al pubblico una selezione di musiche del compositore polesano e triestino che fu amico (e dirimpettaio) di Joyce a Trieste, introdotte da una prolusione del dott. Vito Paoletić. Di genere assai differente l’appuntamento che impegnerà la vocalità di Valentino Pagliei, le animazioni live di Goga Mason e le selezioni musicali di Alessandro Fiorin Damiani presso la terrazza del CX Trieste – Giulia Campus Hostel & Hotel di via Bonomo 2 dove si svolgerà la serata intitolata Tekno Joyce. Si torna invece alla tradizione con il folk irlandese degli immancabili Wooden Legs che ci faranno ballare durante El meo!, Bloomsday party di chiusura che, in questa edizione, si terrà presso il nuovo partner Osteria da James Joyce di via Trento 7/a che durante le giornate del festival propone il suo Trinity menù a prezzo speciale, affiancandosi alla consolidata ricetta del Viaggio interorA di Mimì e Cocotte, bistrot e ristorante di via Cadorna, 19.

Si intitola Hello Bloomers!, infine, l’appuntamento dedicato, il 16 giugno, Bloomsday propriamente detto, allo scambio di saluti via web fra le quattro città joyciane per eccellenza, quelle in cui ha vissuto a lungo e in cui ha lasciato le tracce più durature, tutte coinvolte nella celebrazione del giorno di Bloom: per Dublino avremo Darina Gallagher, Josh Newmann e Sinéad Murphy del James Joyce Center, per Zurigo si collegheranno Fritz Senn, Martin Mühlheim, Antonia Fritz, Sabrina Alonso e William Brockman della Joyce Foundation e da Parigi faranno sentire il loro saluto Lex Paulson e Adam Biles della storica libreria Shakespeare & Co. Editrice dell’Ulisse. L’evento si svolgerà presso il museo LETS e verrà condotto in lingua inglese con la traduzione in italiano di Elisa Mariuz, Tommaso Piccolo e Federica Rufolo.

Stesso schema per l’appuntamento successivo che prevede la presenza in sala di Monika Bulaj e il collegamento on-line di Claudia Woolgar e di Liam Brown, coordinatori del progetto europeo UEO – Ulysses European Odyssey, che dal 2022 a oggi ha impegnato 16 nazioni europee e ha visto fra i partner il Museo Joyce di Trieste. L’appuntamento è dedicato alla presentazione dei due volumi che sono stati pubblicati alla conclusione del progetto: Will You Answer? 309 Questions from Europe, che contiene la raccolta delle domande che sono state formulate dal pubblico nel corso dei 18 simposi che si sono tenuti nei diversi paesi europei in questi anni e Ulysses European Odyssey che riunisce i 18 testi, ispirati ai 18 capitoli di Ulisse e attribuiti ciascuno a una delle 18 città partner, scritti da 18 autori legati ai rispettivi territori: per Trieste – che ha avuto in sorte il capitolo II, Nestore – la scuola, il cui tema è “la Storia” –  si è trattato appunto di Monika Bulaj, che ha arricchito il volume delle sue parole e dei suoi splendidi scatti fotografici.

A seguire, l’ultima presentazione del programma, appuntamento a cura di cooperativa La Collina e de L’orma editore, dedicata al volume James Joyce. Strappare alla vita il suo segreto. Lettere ad altri scrittori, (L’ora editore, 2024) alla presenza dei curatori Marco Federici Solari e Lorenzo Flabbi.

Durante le quattro giornate del festival Bloomsday 2025. Una festa per Joyce, dalle 9 alle 18 sarà aperto in piazza Hortis, davanti a Museo LETS, l’info point ufficiale dove sarà possibile trovare il materiale informativo e i gadget del festival, comprese le le esclusive t-shirt. Sarà invece aperto con i seguenti orari: venerdì 13, dalle 15 alle 18; sabato 14 e domenica 15, dalle 10 alle 18; lunedì 16, dalle 10 alle 14, il Book Market di Biblioteca Hortis: una vendita straordinaria di libri usati o da riscoprire, provenienti dai depositi della Hortis, che si potranno acquistare a prezzi simbolici accanto alle pubblicazioni dei musei letterari in vendita a prezzo scontato.

Tutti gli eventi del Bloomsday Trieste sono a ingresso gratuito tranne quelli che coinvolgono le degustazioni enogastronomiche. Il programma completo è scaricabile all’indirizzo https://lets.trieste.it/bloomsday-2025/ e sui canali social Facebook @MuseoSvevoJoyce e FB IG @letteraturatrieste.

Per informazioni:
Museo LETS – Letteratura Trieste
https://lets.trieste.it/ita/
tel. 040 675 7240 – cell. 328 86 45 817
[email protected]
FB IG @letteraturatrieste
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