All’Urban Center di Trieste “Open InnovA(c)tion: Modelli di Ecosistemi Territoriali delle Scienze della Vita a confronto” un evento promosso dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Cluster Scienze della Vita Friuli Venezia Giulia, Federated Innovation @MIND e AstraZeneca Italia, per riflettere sul ruolo strategico dell’open innovation per sviluppare ulteriormente gli ecosistemi delle Scienze della Vita
Gli spazi dell’Urban Center hanno ospitato l’appuntamento “Open InnovA(c)tion: Modelli di Ecosistemi Territoriali delle Scienze della Vita a confronto”, promosso dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Cluster Scienze della Vita Friuli Venezia Giulia, Federated Innovation @MIND e AstraZeneca Italia, per fare il punto sul ruolo dell’open innovation e degli ecosistemi territoriali delle Scienze della Vita quali motore di crescita, stimolo alla competitività e strumento di miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel segno dell’innovazione tecnologica.
Introdotto da Alessia Rosolen, Assessore lavoro, formazione, istruzione, università, ricerca e famiglia Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fabrizio Grillo, Presidente Federated Innovation @MIND e Francesca Patarnello, Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca Italia, l’appuntamento ha visto tra i relatori anche Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
Cinque tra tavole rotonde e sessioni plenarie – L’Open Innovation delle imprese, Le eccellenze del territorio, Open innovation e policy territoriali, I Modelli di Open Innovation in ambito Life Sciences, I Territori e l’Open Innovation: Ecosistemi a confronto – in cui i vertici delle principali delle associazioni nazionali di categoria, i rappresentanti delle eccellenze aziendali del territorio, i referenti di player italiani di spicco nell’open innovation applicata al settore, come Plug&Play, Bio4Dreams, Fondazione Golinelli, Enea Tech & Biomedical ed EIT Health InnoStars, esponenti di ecosistemi regionali di primaria importanza si sono confrontati sulle traiettorie di sviluppo delle Scienze della Vita in Italia e su come i diversi modelli di innovazione possano favorirne la crescita. In particolare sono stati analizzati i diversi approcci alla collaborazione pubblico-privata, con attenzione alle strategie per sostenere startup e PMI, favorire il trasferimento tecnologico e attrarre investimenti e talenti.
Obiettivo principale dell’evento è stato esplorare le migliori pratiche per l’accelerazione e la crescita di imprese nel settore al fine di costruire un modello condiviso di sviluppo basato sull’open innovation, valorizzando il ruolo sinergico di enti pubblici, imprese, investitori e centri di ricerca.
L’iniziativa ha infine ribadito quanto il Friuli Venezia Giulia sia un hub di innovazione di primaria importanza a livello nazionale, grazie al network di università e centri di ricerca di primo livello anche nel settore delle Scienze della Vita e quanto questa posizione sia stata rafforzata dall’impegno della Regione che ha investito negli anni in questo ambito, facendone uno dei pilastri della propria strategia di crescita, anche attraverso l’avvio di nuove call e strumenti finanziari capaci di attrarre imprese e startup innovative.
Con l’istituzione del Cluster Scienze della Vita, gestito dal Polo Tecnologico Alto Adriatico, che promuove la ricerca scientifica, l’innovazione, la contaminazione e il trasferimento tecnologico nel settore, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha dato una precisa impronta strategica allo sviluppo del comparto. Il Cluster gioca un ruolo chiave nella costruzione di relazioni tra tutti gli attori nel campo delle Scienze della Vita: Aziende, Sistema sociosanitario, imprenditori, istituti di ricerca, ricercatori, decisori istituzionali e politici, sistema di istruzione superiore ecc. Un ecosistema capace di attrarre multinazionali del settore farmaceutico e delle biotecnologie, e di sostenere lo sviluppo di PMI, startup e spin off.
Alessia Rosolen, Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha aperto i lavori sottolineando l’impegno del Friuli Venezia Giulia nel settore con particolare attenzione al costruire relazioni solide tra ricerca, impresa e territorio e sintetizzando la strategia integrata messa in campo dall’Amminstrazione che coinvolge ricerca, sanità, partecipate e venture capital, con l’obiettivo di dare forma concreta a un ecosistema regionale che cresce in connessione con il tessuto imprenditoriale. “Quello delle Scienze della vita è uno dei settori chiave su cui si giocheranno i principali elementi geopolitici internazionali nel prossimo futuro. La Regione continua a investire in un percorso di programmazione che miri ad accelerare i processi dell’innovazione, la crescita imprenditoriale e la competitività territoriale. L’appuntamento di oggi è importante per mettere a confronto i mondi della ricerca, delle imprese e delle startup nell’elaborazione di strategie condivise” afferma Alessia Rosolen, Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. “Non basta avere enti di ricerca ai massimi livelli se la loro attività non è supportata un rapporto solido con il territorio e il tessuto produttivo – ha proseguito Rosolen – . In Friuli Venezia Giulia si è lavorato molto in questi anni per costruire questo sistema, con il coinvolgimento delle partecipate regionali e l’apporto fondamentale del Cluster Scienze della vita. Vogliamo mettere a disposizione l’esperienza di queste sinergie, stimolando la definizione di nuove partnership e sostenendo l’importanza di modelli di collaborazione pubblico-privata per il futuro del settore delle Scienze della vita”.
Anche in Lombardia il settore Life Science è stato identificato come strategico e questo ha permesso di farne uno dei principali hub in Europa per le Scienze della Vita, come dimostrano l’elevato numero di pubblicazioni scientifiche e di brevetti depositati, la presenza cospicua di start-up innovative e gli investimenti da parte di multinazionali del settore farmaceutico e delle biotecnologie. Federated Innovation@MIND, il network di imprese che lavorano insieme per sviluppare progetti di innovazione, rappresenta un modello vincente di collaborazione pubblico-privato che ha lo scopo di guidare e coordinare i processi del distretto Mind, dando vita ad un polo di rilievo globale nel campo delle Scienze della Vita, a disposizione del Paese. L’approccio della realtà è stato improntato in primo luogo nell’agevolare rapporti più stretti tra centri di ricerca, università, istituzioni e imprese con lo scopo ultimo di dare ulteriore impulso innovativo all’offerta di cura e alla qualità della vita dei cittadini. “La missione di Federated Innovation @MIND è promuovere un modello di innovazione aperta e collaborativa, capace di generare impatto reale attraverso la sinergia tra imprese, istituzioni e centri di ricerca. La collaborazione con il Friuli Venezia Giulia, giunta al secondo anno, rappresenta un esempio concreto di come territori con identità diverse possano condividere visione e progettualità per contribuire allo sviluppo nazionale nel settore delle Scienze della Vita” dichiara Fabrizio Grillo, Presidente Federated Innovation @MIND.
La voce dell’industria nell’apertura dei lavori è stata rappresentata da AstraZeneca Italia. AstraZeneca ritiene che innovazione scientifica e collaborazione vadano di pari passo. In questa direzione è stato siglato il protocollo d’intesa tra l’azienda e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con l’obiettivo di creare innovazione in ambito salute rafforzando l’interazione tra le reti di ricerca regionali e intensificando la capacità di rispondere alle richieste della popolazione attraverso lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici e soluzioni che migliorino l’interazione tra i pazienti e il sistema sanitario. E sempre nella stessa ottica AstraZeneca è stata la prima azienda privata a decidere di trasferire la propria sede al @Mind, per mettere a fattor comune competenze complementari con altre aziende e con il mondo della Ricerca per accelerare lo sviluppo di progetti e per portare soluzioni innovative ai cittadini. “Come azienda presente all’interno dell’ecosistema MIND, crediamo fortemente nelle opportunità che possano arrivare dalle alleanze e dalle reti dei parchi tecnologici, in particolare in una Regione con un’alta intensità di ricerca come il Friuli Venezia Giulia. Creare innovazione in ambito salute, rafforzando la partnership tra settore pubblico e privato, rappresenta un pilastro fondamentale per affrontare le sfide attuali e future, rispondere in maniera efficace ai bisogni della comunità e intraprendere il percorso verso una life science strategy in Italia. L’evento di oggi è un’ulteriore tappa di una collaborazione virtuosa che ha preso il via con la firma del Protocollo d’Intesa e che nell’ultimo anno ci ha visti concretamente impegnati in diversi ambiti: dalla ricerca, al supporto alle nuove generazioni. In tal senso, una delle iniziative che ci rende più orgogliosi è quella attivata con il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico Onlus che si è declinata in una serie di progetti sviluppati per promuovere la prevenzione sanitaria e formare gli studenti affinché possano diffondere questo valore nel loro futuro percorso professionale” afferma Francesca Patarnello, Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca Italia.
Dopo gli interventi istituzionali si è svolto, sotto la guida di Simona Regina, giornalista scientifica, il primo tavolo di approfondimento – L’Open Innovation delle imprese – che ha visto Alessandra GeleraPresidente Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita ALISEI, Paolo Siviero Capo Area, Area Attività Regolatorie, Direzione Tecnico Scientifica Farmindustria e Federico Viganò, Componente del Consiglio di Presidenza di Assobiotec con delega alle Terapie, confrontarsi sulle varie declinazione dell’open innovation in settori specifici e sui vantaggi connessi.
Nel corso del panel è stato sottolineato come oggi la salute, la ricerca e l’innovazione richiedano una visione chiara, capacità di ascolto e spirito di collaborazione. In particolare il Cluster nazionale Alisei ha confermato di essersi dato il compito di fare sempre più rete con tutte le componenti dell’ecosistema italiano Life Science, stimolando il dialogo anche tra i punti più distanti del sistema, agevolando la messa a fattor comune le competenze e le best practice di ricerca e sviluppo di tecnologie per la cura, i progetti di crescita delle imprese e di formazione dei talenti, la valorizzazione dei progetti strategici finanziati dal Pnrr e l’internazionalizzazione dell’ecosistema italiano. Ha inoltre evidenziato l’importanza dell’uso dei dati per il futuro del settore. Da Farmindustria è stato sottolineato come l’industria farmaceutica sia già il primo settore per open innovation in Italia e che il comparto sia anche il primo per accordi di collaborazione con istituti di ricerca pubblici e università. È stato ricordato in particolare come l’85% delle nuove sostanze attive lanciate nel 2024 sia nato all’interno di startup e dunque sia frutto di attività di open innovation. Per questo motivo serve definire una strategia comune e chiara sulle life science, che aiuti la realizzazione di hub di ricerca più grandi, implementando le reti già presenti nel quadro di una visione Paese. Assobiotec ha ricordato di aver commissionato uno studio a The European House Ambrosetti su cosa funzioni nelle partnership a livello europeo, in modo da utilizzare quegli elementi come spunti per la crescita del comparto in Italia. Gli elementi vincenti delle reti si sono rivelati: la condivisione delle competenze, la condivisione delle infrastrutture e l’organizzazione di governance flessibili e non standardizzate ma su misura per il contesto in cui si attuano. È stato inoltre precisato come a livello italiano uno dei fattori che rallenta la competitività sia il tempo del trasferimento della ricerca al mercato, con il rischio che alcune iniziative o processi vegano nel mentre brevettati altrove e introdotti alla vendita.
A seguire, si è svolta la sessione Le eccellenze del territorio cui hanno preso parte Andrea Zanardi, Chief Scientific Officer Biofarma, Massimiliano Kropf, Amministratore Delegato Eurospital, Gianpiero Spezzotti, Amministratore Delegato Alifax e Fabrizio Grillo, Direttore Public Affairs & International Relations Bracco. Al centro della discussione le modalità in cui le rispettive aziende operano all’interno dell’open innovation, i benefici dell’open innovation per le imprese del territorio con una particolare attenzione alla visione nazionale ed internazionale. Ciascuno dei relatori ha affrontato in che modo l’open innovation abbia inciso sulla crescita dell’impresa e quanto sia importante integrare collaborazioni con startup, università e centri di ricerca per lo sviluppo dei propri prodotti. È stato inoltre sottolineato a più voci quanto l’open innovation sia un’ulteriore leva per l’internazionalizzazione di queste realtà.
L’intervento istituzionale di Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, ha portato una riflessione a 360° sul tema dell’innovazione per il futuro del Friuli Venezia Giulia e in generale dell’Italia e dell’Europa. Nel suo discorso, il Presidente ha ricordato quanto sia fondamentale generare ecosistemi che dialoghino al proprio interno e che grazie alla reciproca collaborazione sappiano creare opportunità di crescita in primo luogo al proprio interno, sfruttando luoghi fisici dove le grandi aziende possano incontrarsi anche in maniera spontanea con PMI e startup – ad esempio in mensa o in palestra – in modo tale che alla cosiddetta “innovazione programmata” si possano affiancare ulteriori iniziative di “innovazione spontanea non programmata”. Il Presidente ha poi sottolineato quanto sia importante, in un contesto mondiale di tensioni geopolitiche, scegliere i settori della ricerca e dell’innovazione da mantenere in Italia e da aprire alla collaborazione con determinate aree con le quali vi sia una tradizione di valori e visione comune e di rapporti di rispetto reciproco. Infine il Presidente ha sollevato il tema delle regolamentazioni a livello europeo, come quella in campo AI, che talvolta possono essere troppo restrittive e scoraggiare gli investimenti in questo campo con il rischio di perdita di competitività di tutta l’EU in settori strategici.
Protagoniste del panel Open innovation e policy territoriali sono state Valeria Fascione, Assessore Ricerca, Innovazione e Startup Regione Campania e Alessia Rosolen, Assessore lavoro, formazione, istruzione, università, ricerca e famiglia Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. La prima ha illustrato il modello campano di “Open Innovation territoriale” e gli strumenti attivati per facilitare il matching tra domanda e offerta di innovazione, la seconda ha menzionato come il FVG intenda rafforzare ulteriormente gli strumenti e le azioni messe in campo negli ultimi anni per per consolidare il proprio ruolo di hub d’innovazione nel settore life sciences. Nel presentare la piattaforma campana di open innovation l’Assessore Fascione ha ricordato come grazie ad essa siano già state risolte 70 sfide di open innovation, di cui 15 in ambito life science. “Abbiamo creato un marketplace dove pubblico e privato si incontrano, sia per iniziative B2B sia per G2B. È un esempio concreto di matchmaking tra domanda e offerta tecnologica, capace di sbloccare opportunità dalle più semplici alle più complesse. Per la pediatria abbiamo aiutato a trovare una startup che produce esoscheletri in stampa 3d con materiali bio per sostituire i vecchi gessi, che dopo la collaborazione con la struttura campana è in uso anche al Gaslini” dichiara Valeria Fascione, Assessore Ricerca, Innovazione e Startup Regione Campania. L’Assessore Rosolen ha precisato quanto il lavoro più importante degli ultimi anni sia stato quello di “costruire la rete”. Un processo avviato agendo sulle metodologie che permettendo queste realizzazioni, concentrandosi su filoni molto chiari, avendo presente il ruolo dei dati sanitari, dotandosi di strumenti finanziari e leggi regionali appositi e spingendo sulla connessione con tutti gli assi del sistema sanitario regionale.
La continua trasformazione dell’ecosistema dell’innovazione italiana in cui un ruolo chiave è svolto da soggetti quali incubatori, acceleratori, attori facilitatori dell’innovazione, con i loro servizi di supporto alla crescita delle startup, di formazione imprenditoriale, di accompagnamento alla ricerca di finanziamenti, di agevolazione alla partecipazione a progetti e bandi e di iniziative di open innovation sono stati i temi al centro della sessione I Modelli di Open Innovation in ambito Life Sciences. A dibatterne Antonio Danieli, Vice Presidente e Direttore Generale Fondazione Golinelli, Antonio Falcone, Amministratore Delegato Utopia, Borja Aznar-Bonilla, Managing Director Plug and Play Tech Center, Elisabetta Borello, Co-founder, VP Strategy & External Relations Bio4Dreams, Wanda Ternau, Enea Tech e Biomedical, Chiara Maiorino, EIT Health InnoStars Ecosystem Lead for Italy, Miriam Pedol, Head of Group CFO Office at Generali. Ciascuno dei relatori ha evidenziato le esperienze della realtà di cui è referente sottolineando come generino sinergie tra formazione, impresa e capitale, quali criteri guidino le loro scelte di investimento, in che modo declinino l’open innovation e quali siano i loro progetti futuri. Le testimonianze hanno sottolineato l’importanza di reti stabili, della formazione, trattenuta e attrazione di talenti, di semplificazione normativa e di visione condivisa.
In conclusione, il panel I Territori e l’Open Innovation: Ecosistemi a confrontoha visto gli interventi di Alberta Pasquero, Amministratore Delegato Bioindustry Park, Stefano De Monte, Cluster Manager Cluster Scienze della Vita Friuli Venezia Giulia, Andrea Paolini, Direttore Generale Fondazione Toscana Life Sciences e Marco Gorini, Board Member Federated Innovation @MIND. Gli ospiti hanno analizzato come gli ecosistemi territoriali sviluppino attrattività nel settore Life Sciences attraverso azioni condivise, reti collaborative e strategie di open innovation, valorizzando la cooperazione tra attori pubblici e privati per attrarre investimenti e far crescere l’ecosistema, portando esempi concreti delle rispettive iniziative di successo. Tutti gli attori hanno sottolineato come l’evoluzione nazionale delle Scienze della Vita passi dal rendere le iniziative regionali strategie sistemiche a livello Paese, in grado di integrare formazione, ricerca e impresa in una visione nazionale condivisa.
“Il Cluster Scienze della Vita Friuli Venezia Giulia, su mandato della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, agisce come soggetto aggregatore degli stakeholder del settore, con l’obiettivo di rafforzare l’ecosistema regionale dell’innovazione. Le iniziative Call 4 Ideas, Ideas 4 Innovation e Booster for Life Science – TRL Advancement rappresentano esempi concreti dell’impegno del Cluster nel promuovere l’attrattività del territorio e nel favorire l’innovazione. Attraverso queste azioni, il Cluster valorizza il dialogo e la collaborazione tra istituzioni, imprese e centri di ricerca, sostenendo lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche orientate al miglioramento della qualità della vita – afferma Stefano De Monte, Cluster Manager Cluster Scienze della Vita Friuli Venezia Giulia. – Iniziative come quella odierna costituiscono il primo passo di un percorso più ampio, basato sul paradigma dell’open innovation, che sarà ulteriormente sviluppato nel corso dei prossimi anni”.