Gli psicologi esperti di Unobravo hanno analizzato gli effetti del lavoro da remoto sulla salute mentale in Italia e offrono consigli su come prendersi cura del proprio benessere psico-emotivo.
- Foggia e Roma in cima alla classifica italiana per il lavoro flessibile, con il 40% dei lavoratori in modalità da remoto o ibrida.
- Quasi un italiano su quattro afferma che il lavoro da remoto ha avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale, citando difficoltà a disconnettersi (27%), solitudine (26%) e confini sfumati tra vita personale e lavorativa (23%).
- Per chi sogna una vita da nomade digitale, Cracovia si distingue come una delle migliori destinazioni europee nel 2025, grazie alla sua convenienza economica e alla velocità di internet.
A cinque anni dalla pandemia di COVID-19, che ha ridefinito le modalità di lavoro, il lavoro da remoto è passato da soluzione temporanea a cambiamento strutturale nel nostro stile di vita e professionale. Secondo una nuova ricerca di Unobravo, nel 2025 il 29% degli italiani lavora ancora (o almeno in parte) da remoto. Ma che impatto ha questo cambiamento sulla salute mentale?
Unobravo, piattaforma di psicologia online, ha intervistato oltre 1.500 italiani per comprendere meglio gli effetti emotivi e psicologici del lavoro a distanza, i settori che lo adottano maggiormente e le migliori città europee per i nomadi digitali che scelgono di lavorare dall’estero.
Foggia e Roma prime tra le città migliori per il lavoro da remoto: il 40% in modalità flessibile
I dati raccolti da Unobravo mostrano un Paese ancora in fase di adattamento alla flessibilità. Se solo l’8% dei lavoratori dipendenti lavora esclusivamente da remoto, il 21% ha un’organizzazione ibrida. I lavoratori autonomi trainano questo trend: il 22% lavora completamente da remoto, mentre il 31% segue un modello ibrido.
Le 5 città italiane con più lavoratori in modalità remota e ibrida

Dal punto di vista delle opportunità di lavoro, Foggia e Roma guidano la classifica, con il 40% dei lavoratori attivi in modalità ibrida o completamente remota. Roma è orientata maggiormente verso il modello ibrido (26%), mentre Foggia presenta una distribuzione equilibrata, a suggerire che il lavoro completamente da remoto sia più accessibile o attrattivo in aree meno densamente popolate. Anche Trieste si distingue con un raro 18% di lavoratori esclusivamente da remoto.
All’estremità opposta della classifica troviamo Prato e Taranto, dove solo il 13% dei lavoratori opera in modalità flessibile, seguite da Rimini con appena il 17%. Questo può riflettere un divario digitale o la misura in cui i settori locali dipendono dalla presenza fisica dei lavoratori.
Marketing, pubblicità e PR trainano la rivoluzione del lavoro da remoto in Italia nel 2025

Marketing, pubblicità e PR sono i settori più flessibili, con il 70% dei professionisti che lavora da remoto o in modalità ibrida. Subito dopo si posiziona il settore Tech& IT con il 61%. Al contrario, sanità e servizi sociali (16%), ambito legale (18%) e commercio al dettaglio (19%) sono ancora prevalentemente in presenza.
In Italia, quasi un lavoratore da remoto su quattro segnala effetti negativi sulla salute mentale – ma i benefici potrebbero superare le difficoltà Il sondaggio di Unobravo “Cinque anni dal COVID-19” rivela che il 22% dei lavoratori da remoto ha riscontrato un impatto negativo sul proprio benessere mentale. Tuttavia, le ricerche più recenti mostrano anche notevoli benefici emotivi.
I 5 principali benefici e difficoltà del lavoro da remoto secondo gli italiani

Quasi la metà (46%) dei lavoratori da remoto in Italia ha citato un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata come beneficio principale. Seguono la riduzione dello stress quotidiano (33%), più tempo per prendersi cura di sé o per fare esercizio (27%) e una maggiore produttività (19%). I dati suggeriscono che il lavoro a distanza può avere effetti positivi sia sul benessere emotivo che sulla salute fisica e la performance professionale.
Anche se il 15% degli intervistati non ha segnalato particolari difficoltà, la maggior parte ha riconosciuto almeno una sfida psicologica legata al lavoro a distanza. La più comune, segnalata dal 27%, è la difficoltà a “staccare la spina”. Con confini sempre più sfumati tra casa e lavoro, molti faticano a stabilire limiti chiari, aumentando il rischio di burnout.
Le 10 migliori città europee per lavorare da remoto nel 2025

Con il superamento delle barriere geografiche, sempre più europei scelgono di lavorare dall’estero come nomadi digitali. Unobravo ha analizzato 50 città europee in base a sei fattori: costo della vita, velocità di internet, sicurezza, qualità della vita, numero di attrazioni e costi degli spazi di coworking, per individuare le mete ideali per chi lavora da remoto.
Cracovia si distingue per la combinazione di internet veloce (224 Mbps), basso costo della vita (€2.252/mese) e spazi di coworking accessibili (€158/mese), risultando una base stabile ed economica.
Chi è disposto a spendere di più può considerare Amsterdam, che offre alti standard di vita, buona sicurezza e ottima infrastruttura digitale: perfetta per chi cerca una città europea dinamica e ben collegata.
Palma di Maiorca, invece, vanta la connessione più veloce (258 Mbps), coworking economico (€134/mese) e la tranquillità della vita sul mare – ideale per chi cerca produttività e relax.
Come i datori di lavoro possono supportare la salute mentale dei team remoti
1. Rendere la connessione intenzionale
Senza le interazioni informali di un ufficio, i team che lavorano da remoto hanno bisogno di supporto per rimanere in contatto. Check-in regolari, videochiamate informali e occasionali incontri di persona possono fare la differenza. Creare uno spazio per la connessione umana aiuta le persone a sentirsi parte di un gruppo e non isolate.
2. Parlare di salute mentale apertamente e spesso
La cultura del silenzio sulla salute mentale sta cambiando, il che è positivo. Quando i manager parlano apertamente di stress o benessere mentale, danno agli altri l’esempio per fare lo stesso. Formazione, sessioni educative e semplici conversazioni possono contribuire a normalizzare la salute mentale come parte integrante della vita lavorativa quotidiana.
3. Formare i responsabili per individuare tempestivamente i problemi
In contesti remoti, è più facile che il disagio passi inosservato. I manager dovrebbero sentirsi sicuri di poter controllare come stanno le persone, non solo cosa stanno facendo. Riconoscere cambiamenti di tono, comunicazione o energia può essere un segnale precoce di bisogno di supporto e sapere come reagire può fare la differenza.
4. Offrire un supporto reale e accessibile
Le iniziative per la salute mentale funzionano solo quando sono accessibili a tutti. Che si tratti di terapia online per le aziende, di un programma di assistenza ai dipendenti (EAP) o di risorse per il benessere come strumenti di mindfulness o check-in di autovalutazione, i dipendenti devono sapere cosa è disponibile e sentirsi al sicuro nell’utilizzare questi strumenti. Orari flessibili, giornate dedicate alla salute mentale e il permesso di staccare davvero la spina sono altrettanto preziosi per ogni team.
Unobravo
Nata nel 2019, Unobravo è un’azienda e Società Benefit che offre un servizio di psicologia online. Unobravo si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle nel raggiungimento del benessere psicologico e supportarle nella crescita personale, e lavora ogni giorno per abbattere lo stigma sui temi di salute mentale, normalizzando l’accesso al supporto psicologico attraverso prezzi accessibili e l’attenta selezione di professionisti. Ad oggi conta una équipe di oltre 7.200 psicologi, più di 300.000 pazienti e un core team di oltre 300 persone.
Unobravo S.r.l. Società Benefit, Corso Vercelli 55, 20144, Milano.
Autorizzazione sanitaria: ATS Milano n. I-762/2022. Direttore Sanitario: Dott.ssa Barbara Mantellini iscritta all’albo dei Medici Chirurghi della provincia di Milano, n° 37532.
Metodologia:
Unobravo ha intervistato 1.500 italiani per esplorare atteggiamenti e percezioni sul lavoro flessibile e il suo impatto sulla salute mentale.
Per identificare le migliori città europee per i nomadi digitali, sono state analizzate 50 delle città più visitate in Europa secondo i seguenti criteri:
- Costo della vita mensile per un nomade digitale
- Costo mensile di una postazione in coworking
- Indice di sicurezza (su 100)
- Numero di attrazioni
- Indice di qualità della vita (su 100)
- Velocità media di internet (Mbps)
Qui il link completo: https://www.unobravo.com/post/lavoro-remoto