La mostra “La T/N Raffaello, l’ultima meraviglia del Cantiere San Marco” promossa dall’Associazione Marinara Aldebaran Aps Ets di Trieste è stata presentata oggi, venerdì 20 giugno al Museo del Mare del Magazzino 26 di Porto Vecchio-Porto Vivo di Trieste dall’Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi con la Conservatrice del Museo del Mare, Silvia Pinna e la Responsabile dei Musei Scientifici del Comune di Trieste, Patrizia Fasolato. Sono intervenuti alla conferenza stampa di presentazione e alla successiva inaugurazione con taglio del nastro e anteprima per la stampa il Presidente Dario Tedeschi e il Segretario, Marco Zelaschi dell’Associazione Marinara Aldebaran, la Presidente della Sezione di Trieste di Italia Nostra, Arch. Antonella Caroli, l’Ammiraglio in quiescenza Vezio Vascotto e il Capitano di Corvetta Rosangela Schena in rappresentanza del Direttore Marittimo del Friuli Venezia Giulia e Comandante della Capitaneria di Porto di Trieste, Luciano Del Prete.

La mostra intende ricordare il sessantesimo anniversario della consegna della Turbonave Raffaello da parte del Cantieri Riuniti dell’Adriatico – San Marco di Trieste alla società armatrice Italia di Navigazione.
La rassegna espositiva vuole creare un ideale collegamento con quanto già proposto dal Museo del Mare con l’esposizione “Viaggio nella modernità. 1924-1938, Trieste nell’evoluzione della nave di Linea”, in cui venivano illustrate le navi dell’epoca d’oro della cantieristica triestina.


Ricordando il suo profondo legame con il mare e le grandi navi che ha contrassegnato la sua intera esistenza, dalla professione del padre, imbarcato sull’Andrea Doria alla personale frequentazione dell’Accademia Navale di Livorno, l’Assessore Rossi ha sottolineato come il Museo del Mare rappresenti “la realizzazione di un sogno iniziato una decina di anni fa e rappresentato dal progetto Porto Vivo”.
“Il Magazzino 26 – ha dichiarato Rossi – è già diventato un punto di riferimento e potrà svilupparsi ulteriormente come grande attrattore culturale transfrontaliero grazie al finanziamento di 50 milioni di euro del Ministero della Cultura. Quel sogno si è già parzialmente realizzato grazie all’insediamento principale, che è appunto il Museo del Mare trasferitosi da Campo Marzio e che abbiamo chiamato Ala Nord, in quanto costituisce l’avamposto del grande Museo del Mare che stiamo costruendo proprio alle spalle di questo edificio. Le sale del Magazzino 26 già ospitano una serie di importanti mostre, realizzate anche grazie alle convenzioni stipulate con varie associazioni tra le quali l’Associazione Marinara Aldebaran che ci ha permesso di organizzare quella che inauguriamo ufficialmente oggi”.


“Vi ringrazio – ha concluso Rossi – perché questa esposizione ci permette di ricordare la nostra cantieristica, massima espressione della tecnologia italiana di quei tempi con la realizzazione di navi da record e unità di lusso, ma soprattutto di ricordare gli uomini di mare, naviganti o marittimi, la cui vita non era affatto facile”.
“Il Museo del Mare – ha aggiunto la Conservatrice del Museo del Mare, Silvia Pinna – è lietissimo della convenzione siglata con l’Associazione Marinara Aldebaran e di tutte le convenzioni che riesce a stabilire con le associazioni del territorio, perché lo scopo del museo non è diventare un contenitore di oggetti, ma essere portavoce delle istanze del territorio in termini di valorizzazione del patrimonio marittimo e quindi fare rete e fungere da cassa di risonanza per tutte queste realtà. La convenzione con l’Associazione Aldebaran è recente e trova in questa mostra una sua prima espressione visibile al pubblico”.

“L’Associazione Marinara Aldebaran Aps Ets, fondata nel lontano 1951 al fine di favorire la diffusione della cultura marinara con l’obiettivo di coinvolgere la collettività – ha spiegato il Presidente dell’Associazione Marinara Aldebaran, Dario Tedeschi – ha progettato questa mostra – che vuole ripercorrere la vita di questa meravigliosa “nave bianca”, ultima del suo tipo, costruita a Trieste e destinata ai servizi transatlantici espressi di prestigio, tra Italia e Stati Uniti alla fine degli anni ’60 del secolo scorso – sfruttando le immagini, 24 mila fotografie stampate e i piani di costruzione provenienti dal dismesso Archivio C.R.D.A., che, destinato alla distruzione, ha salvato, riordinato, catalogato e custodito, oltre a comprendere fotografie pervenute da donazioni, filmati amatoriali, materiale pubblicitario e oggettistica d’epoca collezionati dai propri soci e immagini da pubblicazioni presenti nella biblioteca sociale”.
Il percorso iconografico, descritto dal presidente dell’Associazione Marinara Aldebaran, Dario Tedeschi con il Segretario, Marco Zelaschi, che ha ringraziato tutti i soci che hanno collaborato al progetto e all’allestimento della mostra – illustra le fasi di questa imponente realizzazione delle maestranze triestine, dalla genesi e dall’analisi del progetto, attraverso la sua impostazione, l’avanzamento dei lavori sullo scalo, la cerimonia solenne del varo – a cui partecipò una folla di nostri concittadini – l’allestimento, l’arredamento interno in stile moderno con ispirazioni Art Déco, stile già impiegato sui transatlantici inglesi e francesi del primo Dopoguerra, distaccandosi però nettamente da quello classico dei precedenti transatlantici Rex e Conte di Savoia. E poi le prove in mare, la presentazione al pubblico dell’unità ormeggiata alla Stazione Marittima di Trieste, il viaggio inaugurale, iniziato a Genova il 10 luglio 1965, con gli invitati e la vita di bordo fino alla sua prematura e triste fine.

La Raffaello fu disarmata nel 1976 nel Canale di Portovenere e successivamente ceduta alla Marina militare imperiale iraniana per essere adibita ad alloggio galleggiante nella base di Bushir, dove, al largo della stessa, colpita e incendiata da un attacco missilistico durante le fasi della guerra tra Iran e Iraq è affondata e tuttora giace il suo relitto.
Entrata in servizio sulla prestigiosa rotta transatlantica, per alcuni anni rappresentò il fiore all’occhiello della Marina Mercantile Italiana, reggendo il confronto con altre prestigiose navi battenti bandiera britannica, americana, francese, olandese e tedesca, ma finì per soccombere presto a causa della concorrenza del trasporto aereo, in pieno sviluppo negli anni ’60 e ’70 del Novecento. Nave nata fuori del suo tempo, rappresentò infatti in breve un fattore passivo per la compagnia armatrice, che ne decise la dismissione.
L’ideazione, il progetto, la ricerca storica, la selezione dei materiali, la scansione di una parte delle immagini e la realizzazione delle grafiche dell’esposizione sono stati eseguiti da un gruppo di soci volontari, membri del Consiglio direttivo: Corrado Cattonar, Paolo Marotta, Paolo e Pietro Rigo, Fulvio Valente, Marco Zelaschi e Dario Tedeschi. La digitalizzazione dei filmati è stata eseguita dalla Be.One Digital, mentre parte delle stampe fotografiche è stata affidata a Visual Art di Trieste.


La mostra, che sarà visitabile dal 21 giugno al 17 agosto 2025 negli orari di apertura del Museo (da mercoledì a domenica dalle ore 10 alle ore 16), è stata curata dall’Associazione Marinara Aldebaran Aps Ets nel quadro della convenzione stipulata con il Museo del Mare – Comune di Trieste ed è destinata al pubblico in generale, ad appassionati di storia navale, studenti, famiglie, turisti e collezionisti.
Il museo e la sala che ospita la rassegna espositiva sono accessibili tramite rampa d’accesso, elevatore e ascensore. Il museo e la mostra sono a ingresso gratuito.
Per informazioni:
https://museodelmaretrieste.it/, [email protected], [email protected]