Teatro, musica e cinema per i primi giorni di inizio luglio, tra cui spicca un concerto in un luogo simbolo di Trieste e monumento nazionale, la Risiera di San Sabba che, in seguito all’occupazione del territorio da parte delle forze tedesche, fu trasformata in un Campo di detenzione e di polizia, una delle realtà più note dell’universo concentrazionario nazista.
Martedì 1 luglio (ore 21.15, a pagamento), al giardino del Museo Sartorio con Approdi “Per un pugno di Riso”, stand-up comedy night, condotta da Andrea Mitri, Special guest Rosario Mancuso. Terza edizione del concorso nazionale dedicato ai comici under 35 pronti a sfidarsi a colpi di battute e sarcasmo: sei giovani talenti saliranno sul palco per conquistare il pubblico in 12 minuti a testa. A decretare il vincitore, una giuria di esperti affiancata dagli spettatori.

Secondo appuntamento con l’opera lirica, martedì 1 luglio al Castello di San Giusto (ore 21.15, a pagamento): replica di “Tosca”, capolavoro di Puccini, con la regia di Stefania Panighini e la direzione di Enrico Calesso. L’opera è interpretata da un cast di primissimo piano, impreziosito da uno dei tenori italiani più stimati nel mondo, Fabio Sartori, dall’eccellente soprano russo Elena Pankratova, da anni ormai sui migliori palchi internazionali, qui nel ruolo del titolo, e da una colonna portante del canto italiano, Ambrogio Maestri, come Scarpia. Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
Nel cortile interno della Risiera di San Sabba, mercoledì 2 luglio (ore 21.00, a ingresso libero), viene proposto il concerto “Musiche dal campo-ghetto di Terezin” dedicato alle composizione create nel campo-ghetto di Terezìn e realizzato nell’ambito del Festival Viktor Ullmann 2025. Una rassegna che si propone di far conoscere la musica di autori perseguitati dal nazifascismo, composta nei campi di concentramento, nei ghetti o in esilio. Alla Risiera di San Sabba saranno eseguite musiche di Gideon Klein, Viktor Ullmann e Karl Weigl. Con Albane Carrère, mezzo soprano, e l’ensemble Mark Rothko: Carlo Lazari e Giada Visentin, violini; Benjamin Bernstein, viola; Marianna Sinagra, violoncello.
“Beethoven era sordo, ma noi ci sentiamo ancora?” va in scena mercoledì 2 luglio (ore 21.15, a pagamento) al giardino del Museo Sartorio, da una pièce di Eric-Emmanuel Schmitt. Una sessantenne combattiva, grazie alla musica, cambia la propria vita e quella delle amiche. Perché l’uomo moderno non sente più emozioni, sentimenti, gioia? Chi è venuto a mancare: Beethoven o noi? Per Approdi “Per un pugno di Riso”, con Valentina Laura Rosi, regia di Massimo Olcese.
Mercoledì 3 luglio, al giardino del Museo Sartorio (ore 21.00, a ingresso libero), a cura della SISSA viene proposta la lezione-concerto “La musica delle macchine: il Disklavier e la generazione artificiale da Bach a oggi”, che esplora il tema della musica generata artificialmente. Durante la serata, momenti di approfondimento su che cosa sia davvero l’AI e come riesca a comporre si alternano a momenti di ascolto di brani generati artificialmente ed eseguiti da un Disklavier, un pianoforte acustico comandato digitalmente. Il programma musicale è vario: si parte dalla musica tonale di Bach per arrivare alle sperimentazioni contemporanee di Ardavan Vossoughi, esplorando come l’AI affronti stili e linguaggi diversi.
Nelle tre giornate proseguono infine gli appuntamenti cinematografici in varie sedi, nell’ambito del ShorTS International Film Festival, a cura dell’Associazione Maremetraggio.
La rassegna Trieste Estate è organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia e dell’Assessorato alle Politiche del Territorio, il supporto di PromoTurismoFVG e la collaborazione del Trieste Convention & Visitors Bureau.
LA RISIERA DI SAN SABBA
Il grande complesso di edifici nacque come stabilimento industriale per la lavorazione del riso nel periferico rione di San Sabba. Costruito tra 1898 e 1913, fu in attività fino ai primi anni Trenta, quando la produzione – tra il 1927 e il 1934 – cessò. A partire dal 1930, il Regio esercito italiano iniziò a utilizzare come magazzino una parte dei locali del comprensorio che, dopo il 1940, venne trasformato a tutti gli effetti in caserma militare. In seguito all’occupazione del territorio da parte delle forze tedesche, l’ex opificio fu trasformato in Polizeihaftlager (Campo di detenzione e di polizia, una delle realtà tipiche dell’universo concentrazionario nazista).
Dopo la liberazione e fino ai primi anni Sessanta la Risiera di San Sabba fu campo di raccolta per profughi in fuga dai Paesi oltre la “cortina di ferro”.
Nel 1965 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat dichiarava la Risiera Monumento Nazionale per il suo rilevante interesse storico e politico. Venivano quindi vincolati, come area di interesse storico, il cortile interno, le micro-celle e l’area dove era sorto il forno crematorio. Il decreto diede il via ufficiale al lento iter che portò la Risiera a divenire uno dei luoghi della memoria più significativi legati alle vicende dell’occupazione nazista d’Italia.
Nel 1975, dopo un’importante ristrutturazione progettata dall’architetto triestino Romano Boico, il museo e memoriale viene aperto al pubblico come Civico Museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale.


