Giovedì 17 luglio, le Università di Trieste e di Udine accoglieranno presso la sede di Gorizia i 32 partecipanti alla 31esima edizione della Bovec Summer School provenienti da sette atenei dell’area Alpe-Adria. Quest’anno la scuola, organizzata dall’Università di Klagenfurt, è dedicata al tema “Nation and narration in Europe: language, culture and identity in the pursuit of europeanisation”. Si tratta di una iniziativa formativa internazionale, interdisciplinare e multilingue – si tiene infatti in tedesco, sloveno, italiano, friulano e croato – che coinvolge studenti e docenti delle università di: Udine, Trieste, Capodistria, Klagenfurt, Lubiana, Fiume e Osijek. La giornata sarà utile per riflettere sul ruolo che Gorizia e Nova Gorica, come capitale europea della cultura 2025, stanno avendo nel promuovere il valore della cittadinanza europea.

Il primo incontro, alle 14, si terrà nella sede dell’Ateneo giuliano, in via Alviano, dove è in programma un seminario interattivo sulla diplomazia scientifica, tenuto dal Simone Arnaldi, docente di Sociologia del Dipartimento di Scienze politiche e Sociali. «La diplomazia scientifica –illustra il professor Arnaldi – è un campo di studi che definisce la relazione bidirezionale tra scienza e diplomazia, ciascuna con un suo ruolo ben definito. In questo ambito, la diplomazia costituisce uno strumento per facilitare il progresso scientifico, mentre la scienza diventa uno strumento a supporto della politica internazionale».

L’Università di Trieste è un punto di riferimento accademico nazionale per la diplomazia scientifica, sulla quale ha di recente stilato un documento programmatorio. In questo contesto si inserisce il seminario interattivo in cui i partecipanti esploreranno il necessario ruolo della cooperazione scientifica internazionale nell’affrontare le grandi sfide globali che le nostre società sono chiamate ad affrontare. Rifletteranno, inoltre, sul mutato contesto istituzionale, economico e politico in cui opera oggi la comunità scientifica e sul valore che ancora oggi hanno i valori universalistici di cui la scienza è portatrice, nel superamento delle divisioni e dei conflitti che affliggono l’Europa.

Alle 16 la summer school si sposterà nel polo di Santa Chiara, sede dell’Ateneo friulano. L’incontro sarà introdotto dalla coordinatrice dei corsi di studio in Relazioni pubbliche e Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni, Renata Kodilja. Per il Comune di Gorizia porterà i saluti l’assessore a Go! 2025, Patrizia Artico.

I partecipanti saranno guidati in attività interattive ispirate alla tecnica del brain writing e in un focus group multilingue, un approccio comunicativo utile alla cittadinanza europea. Quest’ultimo permetterà di raccogliere e valorizzare i punti di vista emersi nonché di trarne ulteriori spunti. Il workshop infatti mira a promuovere nei giovani una cittadinanza europea consapevole rafforzando il pensiero critico e la capacità di analisi delle sfide sociali e politiche contemporanee, con particolare attenzione alla difesa dei valori democratici e alla partecipazione attiva.

«Le università – spiegano le professoresse Iris Jammernegg e Renata Kodilja, che coordinano l’incontro all’Università di Udine – hanno un ruolo chiave nel promuovere ricerca e formazione per rafforzare diritti umani, diversità e cittadinanza europea. La Bovec Summer School è un’occasione per attivare nei ragazzi consapevolezza e partecipazione all’interno della comunità europea».

La Bovec Summer School

Quest’anno la scuola estiva si propone di indagare in chiave critica il ruolo delle narrazioni nazionali nella costruzione dell’identità europea, mettendo al centro le intersezioni tra lingua, cultura, memoria e appartenenza. In un’epoca segnata dalla crescente fragilità del progetto europeo, la summer school offre uno spazio di confronto interdisciplinare e transculturale, in cui analizzare come discorsi pubblici e rappresentazioni collettive influenzino la coesione democratica, l’inclusione sociale e il rispetto dei diritti fondamentali.

Grazie al contributo di studiosi di diverse discipline, il programma affronta temi cruciali come il rapporto tra linguaggio e potere, le politiche della memoria, la costruzione dell’alterità e le derive identitarie contemporanee.

«Il contesto geografico e culturale dell’area Alpe-Adria — storicamente caratterizzato da una pluralità linguistica e da una fitta rete di relazioni transfrontaliere — rappresenta un terreno particolarmente fertile per riflettere sulle potenzialità del progetto europeo», afferma Cristina Beretta, professoressa all’Università di Klagenfurt e direttrice scientifica della Summer School.

«In questo senso, l’esempio di Gorizia e Nova Gorica, unite da un rapporto fruttuoso e collaborativo, incarna in modo emblematico tale complessità e ricchezza», evidenzia Fiorenza Ninin, project manager dell’iniziativa. «La Summer School si configura quindi non solo come un’esperienza formativa, ma anche – sottolinea Ninin – come un laboratorio critico in cui gli studenti partecipanti possono elaborare strumenti intellettuali e civili per affrontare con consapevolezza le sfide del nostro tempo».