Da Trieste a Gorizia, da Udine a Pordenone: l’analisi di ReportAziende.it evidenzia punti di forza e vulnerabilità di un’economia regionale dinamica, alle prese con le sfide della transizione energetica e dell’innovazione tecnologica
Il Friuli Venezia Giulia potrebbe registrare una crescita media annua del fatturato del 4% da qui al 2026. Lo rileva l’ultimo studio di ReportAziende.it, la piattaforma specializzata nell’analisi del rischio d’impresa. Nel 2026 è atteso un aumento di fatturato pari al +4% tra energia, manifattura e transizione tecnologica.
Il report delinea un’economia regionale tra le più dinamiche del Paese, con un fatturato aggregato significativo tra le principali aziende. La struttura economica della regione si conferma altamente diversificata, ma con una forte concentrazione in settori chiave come l’energia, la siderurgia e la manifattura. Un punto di forza che, al contempo, comporta elementi di vulnerabilità sistemica da monitorare con attenzione.
“Il Friuli Venezia Giulia – spiegano gli analisti di ReportAziende.it – è un ecosistema industriale ad alta vocazione export, che spazia dall’energia alla siderurgia, dall’agricoltura al turismo. La transizione tecnologica e ambientale rappresenta una sfida che le imprese friulane possono affrontare con successo, se sostenute da strumenti predittivi e strategie mirate.”
Da Trieste a Gorizia, il traino di energia, siderurgia ed enologia
Il Friuli Venezia Giulia si distingue per performance economiche robuste. La provincia di Trieste guida il panorama regionale grazie a Hera Trading s.r.l. gigante del settore energetico con un fatturato di 9,8 miliardi di euro. La predominanza dell’energia comporta un profilo di rischio particolarmente sensibile alle fluttuazioni dei mercati internazionali e alle politiche europee di transizione ecologica.
A Udine, l’innovazione si esprime nella tradizione siderurgica grazie ad Acciaierie Bertoli Safau s.p.a., con un fatturato di 1,4 miliardi di euro. La specializzazione nel settore dell’acciaio rende il rischio d’impresa sensibile all’andamento globale di un mercato notoriamente ciclico.
Pordenone si conferma polo della manifattura con la presenza di Electrolux Italia s.p.a., che registra un fatturato di 1,1 miliardi di euro, a testimonianza della solidità del comparto elettrodomestici e meccanica di precisione.
Infine, Gorizia si distingue nel settore enologico e agroalimentare, con un tessuto di piccole e medie imprese altamente specializzate. La tradizione vitivinicola goriziana, pur non emergendo nei dati delle grandi aziende per volumi, rappresenta un asset strategico e identitario per l’economia locale.
Settori chiave: tra concentrazione e trasformazione
Il settore energetico evidenzia il ruolo strategico della regione nei flussi europei. Una posizione che consente importanti opportunità di crescita – in particolare come hub verso l’Europa orientale – ma che espone anche a significativi rischi geopolitici e di mercato.
Il comparto manifatturiero, con le eccellenze nella siderurgia e negli elettrodomestici, richiede un impegno costante in innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Le imprese devono accelerare la digitalizzazione dei processi e competere in uno scenario internazionale sempre più competitivo.
Scenari futuri: innovare per consolidare la leadership
Nel triennio 2024-2026, il Friuli Venezia Giulia potrebbe mantenere un tasso di crescita sostenuto, spinto dalla digitalizzazione, dall’export e dalla capacità di integrare l’innovazione nei processi. In uno scenario favorevole, il trend potrebbe persino superare le previsioni, specialmente se sostenuto da investimenti in infrastrutture, ricerca e capitale umano.
ReportAziende.it – che dal 2013 analizza oltre 6,5 milioni di imprese italiane – ha lanciato nel 2025 un sistema predittivo avanzato per la gestione del rischio d’impresa. Lo strumento, che combina indicatori finanziari e qualitativi, supporta aziende, consulenti e investitori nella lettura strategica della realtà economica regionale.