Dopo una lunga cavalcata di appuntamenti artistici tra i palcoscenici del Teatro Verdi e le vallate pordenonesi con spettacoli, concerti e performance, la lunga estate del Teatro Verdi di Pordenone non si ferma e, dopo la conclusione del cartellone in quota, torna in città, questa volta negli spazi all’aperto di Piazza della Motta. Il 10, 11 e 12 agosto in programma le Music Nights, tre serate di musica sotto le stelle, insieme ad una nuova generazione di musicisti emergenti, tra strumenti fuori dal canone, virtuosismi moderni e riletture di grandi classici: un calendario che si distingue per originalità e profondità espressiva. Domenica 10 agosto, il duo Taddei/Telari — saxofono e fisarmonica — apre il programma con un concerto che sfida le convenzioni della musica da camera su un repertorio che spazia da Galliano a Piazzolla, da Vivaldi a John Williams con due strumenti apparentemente lontani dal mondo classico che instaurano un dialogo fatto di attriti, silenzi e contrasti, dove ogni brano diventa materia viva, scolpita nel conflitto sonoro. Sax e fisarmonica riscrivono la grammatica cameristica: strumenti “estranei” al canone classico dove il suono è frizione, impulso e silenzio. e ogni brano è uno scontro di retoriche. Nessuna fusione, solo tensione espressiva. Il duo lavora per sottrazione: il suono è materia viva, costruita nel conflitto.

Lunedì 11 agosto è la volta del pianista Elia Cecino con un programma su musiche di Bach, Brahms, Schumann e Liszt. Si tratta di un recital costruito su forme brevi e dense, in cui ogni pezzo diventa un laboratorio di scrittura, capace di mutarsi in gesto e presenza scenica. Nella Toccata bachiana sezioni improvvisative, fughe, episodi accordali si susseguono senza soluzione di continuità: non c’è un discorso prestabilito, è il movimento stesso a generare la struttura del pensiero musicale. Il tema di Schumann è per Brahms una presenza familiare: pur trattandolo come qualcosa di caro, non lo mette in vetrina, ma lo interroga, lo trasforma, lo piega a nuove prospettive. Con Schumann il contesto si fa più teso e frantumato: la sonata procede per immagini contrastanti, slanci lirici e interruzioni improvvise. Chiude Liszt, con un pezzo che è insieme danza e teatro: la Valse dall’opera di Gounod non è solo una prova di abilità tecnica, ma una partitura che gioca continuamente con l’illusione, trasformando il virtuosismo in maschera, scena e seduzione. Il concerto segna anche la nuova collaborazione con il Festival Internazionale di Musica di Portogruaro. Si prosegue martedì 12 agosto con gli ottoni dell’Orchestra giovanile Gustav Mahler Jugendorchester – a Pordenone in questi giorni per la residenza estiva – che propongono la Gmjo Night, un viaggio musicale che va dal barocco veneziano al jazz del Novecento, passando per Mozart e le colonne sonore hollywoodiane. L’ensemble ci porta dalle policoralità di Gabrieli al jazz di Hazell fino alle colonne sonore di Williams, un’antologia che esalta la forma e l’impasto sonoro. L’Harmoniemusik mozartiana diventa dialogo nobile, mentre Živković unisce gesto e suono in forma spettacolare. Nessuna narrazione univoca, ma isole musicali autonome: ogni brano è un’esperienza plastica, tra spazio, forza e materia.
E proprio con i grandi concerti di agosto e settembre della Gmjo si completa il ricco cartellone dell’Estate del Verdi. Si prefigura già come un tutto esaurito il concerto della residenza estiva al Duomo di Valvasone del 14 agosto, sotto la guida del direttore assistente Christian Blex che proprio in questi giorni ha ricevuto il Karajan Young Conductors Award del Festival di Salisburgo, uno dei più importanti concorsi per direttori al mondo. Attesi poi il 2 e 3 settembre i due straordinari concerti del Summer tour che la Gmjo eseguirà sotto la bacchetta ispirata di Manfred Honeck, con il violino soluta di Renaud Capuçon.