Questa mattina alla presenza dell’assessore alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia, Maurizio De Blasio, della responsabile di posizione organizzativa del coordinamento pedagogico dei servizi educativi del Comune di Trieste, Antonella Brecel e della coordinatrice pedagogica dei servizi educativi, in particolare dei ricreatori, Rossella Marega, si è svolta la conferenza stampa di presentazione delle modalità di utilizzo dei dispositivi digitali all’interno delle strutture educative e scolastiche comunali.

L’assessore alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia, Maurizio De Blasio ha illustrato i contenuti della Delibera di Giunta n. 351, adottata nella seduta dello scorso 6 agosto, come atto di indirizzo per la successiva approvazione delle discipline dell’utilizzo dei dispositivi digitali all’interno delle strutture educative e scolastiche comunali con le relative indicazioni al personale comunale e alle famiglie interessate, distinte per ciascun servizio.

“Oggi vi presentiamo un provvedimento che è stato approvato dalla giunta la settimana scorsa. Si tratta di un documento in divenire che intende mettere in atto una serie di accorgimenti per affrontare una questione molto importante, soprattutto per la crescita dei nostri giovani e giovanissimi. Abbiamo preso in considerazione alcune direttive degli ultimi anni e numerosi studi recenti che hanno evidenziato quanto sia fondamentale promuovere un uso più consapevole dei dispositivi digitali, come i cellulari, da parte dei giovani – ha esordito l’assessore Maurizio De Blasio -. Nel provvedimento abbiamo fornito delle indicazioni agli operatori dei servizi educativi, che sono gli adulti di riferimento per i giovani. Tuttavia, è fondamentale che il lavoro sia efficace anche coinvolgendo le famiglie. Solo creando un’alleanza tra scuola, servizi educativi e famiglie possiamo garantire un esempio positivo e un supporto concreto ai giovani nell’uso consapevole dei dispositivi digitali”.

“I giovani utilizzeranno in maniera consapevole gli strumenti se prima di loro lo faranno gli adulti. Questo approccio si inserisce in una tradizione ultracentenaria dei nostri servizi educativi, che non sono semplici luoghi di custodia, ma spazi di vera e propria educazione, perché questo era lo spirito di coloro che più di 100 anni fa hanno inaugurato questi luoghi di ricreazione, seguendo lo spirito di figure come Giuseppe Mazzini, che assegnava all’educazione un ruolo centrale”, ha concluso l’assessore Maurizio De Blasio.

La responsabile di posizione organizzativa del coordinamento pedagogico dei servizi educativi del Comune di Trieste, Antonella Brecel ha detto che “i bambini hanno il diritto di essere bambini, di vivere la loro infanzia in modo sereno e protetto, mentre gli adulti hanno il dovere di essere adulti responsabili, capaci di fare scelte consapevoli. In particolare, su temi come l’uso dei dispositivi elettronici, è fondamentale che gli adulti, siano essi genitori, insegnanti o professionisti, si presentino come figure adulte e competenti. Questi strumenti stanno assumendo un ruolo centrale nelle relazioni e nella vita quotidiana dei bambini, e per questo l’adulto deve affrontare con fermezza, consapevolezza e coraggio le sfide che derivano dal loro utilizzo. Solo così si può garantire un percorso di crescita equilibrato e sicuro, in cui il bambino impara a usare la tecnologia in modo consapevole e responsabile”.

“Non si tratta di demonizzare i dispositivi, perché fanno parte della quotidianità di tutti noi – ha continuato Antonella Brecel -. L’obiettivo non è giudicare, ma mostrare anche un’altra faccia dello stare insieme: quella di essere presenti nel momento, nelle relazioni, nei giochi e nel divertimento. I dispositivi possono diventare una distrazione dall’essere qui e ora, e per questo è fondamentale che tutti gli adulti che ruotano intorno ai bambini e ai ragazzi si impegnino a rispettare ciascuno il proprio ruolo. In un’alleanza educativa è importante guidare i bambini e anche noi stessi, dando l’esempio di un uso consapevole e circostanziato di questi strumenti. Solo così possiamo favorire un rapporto equilibrato con la tecnologia, che supporti la crescita e le relazioni autentiche”.

“Il provvedimento si basa su due pilastri fondamentali: l’educazione del personale all’uso consapevole dei dispositivi e il confronto con le famiglie. È importante che le famiglie siano coinvolte e condividano l’obiettivo di non utilizzare i dispositivi durante i momenti più significativi, come l’avvicinamento alla scuola, l’inserimento e altri momenti di relazione con i bambini. Questo aiuta a mantenere il centro dell’attenzione sui bambini, favorendo relazioni più autentiche e significative. Per quanto riguarda i ricreatori, la situazione richiede anche un ruolo di responsabilità diretta nei confronti dei ragazzi, accompagnandoli attentamente e guidandoli in un uso più consapevole dei dispositivi”.

“Dopo la Delibera, ci sarà un atto tecnico che si tradurrà in disposizioni concrete, e queste verranno condivise con le strutture educative attraverso la formazione degli adulti. È un passo importante perché permetterà di creare un terreno di confronto e dialogo tra gli adulti coinvolti. Parlare con le famiglie, condividere gli obiettivi e le motivazioni di questo percorso è fondamentale per costruire un consenso condiviso. Le strutture, infatti, troveranno il modo più efficace per relazionarsi con le famiglie e lavorare insieme per un progetto comune, che metta al centro il benessere e lo sviluppo dei bambini. L’idea di costruire momenti di riflessione all’interno delle strutture scolastiche è fondamentale, perché permette al personale, che ha un rapporto quotidiano con bambini e famiglie, di essere protagonista di un confronto aperto e costruttivo”.

“Come agenzia educativa, il nostro obiettivo è trovare un punto comune e condiviso sui temi proposti, in modo da ottenere un consenso che sostenga il percorso. Per esempio, riguardo all’uso del cellulare, sottolineo che vietarlo equivale a recidere una parte importante della vita emotiva e relazionale dei giovani, poiché il cellulare rappresenta la loro “linfa relazionale”. La nostra proposta mira a proporre uno sguardo diverso, centrato sul gioco, sul stare insieme e sul ruolo dell’adulto che rimane sullo sfondo, favorendo così relazioni più autentiche e significative. È un approccio che valorizza il benessere emotivo e sociale dei bambini, promuovendo un modo di vivere e di relazionarsi più equilibrato e consapevole”, ha concluso Antonella Brecel.

La coordinatrice pedagogica dei ricreatori, Rossella Marega ha sottolineato che i ricreatori accolgono giovani dai 6 ai 18 anni, un’ampia fascia di età, soprattutto nella fase preadolescenziale e adolescenziale, un’età di grande crescita e scoperta di sé.

“L’idea di creare un ambiente in cui i ragazzi possano stare nel loro tempo, con paletti chiari e definiti, è fondamentale: così il ricreatorio diventa un luogo di libertà responsabile, dove i giovani possono esprimersi, ma anche crescere attraverso le relazioni – ah detto Rossella Marega -. La crescita, infatti, avviene proprio grazie alle relazioni che si instaurano in questi spazi. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale costruire un patto solido e concreto con le famiglie. Solo attraverso una collaborazione stretta e condivisa tra tutti gli attori coinvolti si può creare un ambiente di fiducia e di crescita autentica, che rispetti le esigenze dei ragazzi e favorisca il loro sviluppo armonioso”.

Un documento che, in un’ottica di promozione dell’alleanza sistemica tra famiglie e operatori dell’educazione, costituisce la base necessaria ad individuare regole condivise e modalità di comportamenti maggiormente responsabili per salvaguardare la salute dei più piccoli e garantire un clima sereno e costruttivo durante le attività formative.

Già da diversi anni, i Servizi Educativi Scolastici comunali, prezioso osservatorio e presidio pedagogico sul territorio, hanno intrapreso azioni educative per rendere più consapevoli gli adulti di riferimento e le famiglie sull’utilizzo delle nuove tecnologie e dei dispositivi elettronici.

In un’epoca dominata dalla tecnologia, in cui la connessione digitale prevale spesso sull’esperienza reale di ciascuno, risulta doveroso porre la giusta attenzione alla costruzione di relazioni significative e consapevoli – in contesti accoglienti – specialmente nella fasce di età dell’infanzia e dell’adolescenza.