L’esposizione dei disegni di Giambattista Tiepolo al piano secondo del Museo Sartorio di Trieste è stata rinnovata ad agosto. La rotazione periodica dei disegni esposti nelle Sale Tiepolo viene effettuata periodicamente per ragioni di conservazione, data la delicatezza dei beni cartacei e permette ai visitatori di ammirare sempre nuove selezioni delle preziose opere tiepolesche custodite nel museo

L’allestimento, curato dalla conservatrice Anna Krekic, presenta 43 disegni scelti tra i 254 della Collezione Sartorio: 27 esposti nelle vetrine e 16 nelle cassettiere espositive.

“Elmo e faretra”, penna, pennello, inchiostro bruno, inchiostro diluito bruno, tracce di grafite, 193 x 246 mm (inv. 1896)

Il percorso offre un saggio delle principali tipologie dei disegni di Giambattista Tiepolo, dagli studi di particolari decorativi ai paesaggi, dai disegni preparatori per le composizioni dei suoi dipinti agli studi per soffitto con scorciatissime figure viste dal basso, dalle teste di fantasia alle caricature fino alle figure di orientali e maghi connesse alle enigmatiche acqueforti delle serie “Capricci” e “Scherzi di Fantasia”.

Le Sale Tiepolo sono visitabili gratuitamente, negli orari di apertura del Museo Sartorio: da mercoledì a domenica, dalle 10 alle 18.

La collezione

La collezione di disegni di Giambattista Tiepolo dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste è unanimemente ritenuta fra le più importanti al mondo nell’ambito del corpus grafico del grande artista veneziano e, più in generale, della pittura veneta settecentesca; è nota a livello globale e custodita al Museo Sartorio, uno dei fiori all’occhiello delle raccolte civiche triestine.

Comprende 254 fogli di cui 25 disegnati su ambo i lati, cosicché i disegni veri e propri risultano in tutto 279.

Quasi tutti sono attribuiti a Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), mentre per alcuni sono stati proposti i nomi dei due figli Giandomenico e Lorenzo. Sono eseguiti su carta bianca, a grafite, penna e acquerello o gessetto nero o rosso.

Il valore della raccolta consiste non solo nel numero molto rilevante di disegni e nella loro grande varietà, ma anche nel fatto che essi abbracciano quarant’anni di produzione artistica di Giambattista Tiepolo, dalla matura giovinezza negli anni ‘20 del ‘700 fino al 1762, anno della sua partenza per la Spagna.

L’ampio arco di tempo che questi disegni coprono consente di leggere l’evoluzione della tecnica grafica di Tiepolo in parallelo a quella della pittura, dagli inizi “tenebrosi” al tripudio di luce e colore della maturità.

I musei triestini devono i disegni del Tiepolo al barone Giuseppe Sartorio, fine collezionista e amante dell’arte, le cui cospicue raccolte furono donate alla città nel 1910 dalle sue eredi, la sorella Paolina e la nipote Anna.

La collezione è stata oggetto della recente pubblicazione di un nuovo catalogo completo a cura di Lorenza Resciniti con la collaborazione scientifica e il coordinamento editoriale di Anna Krekic (“Tiepolo. Catalogo dei disegni del Civico Museo Sartorio di Trieste”, Comune di Trieste-Civici Musei di Storia ed Arte, 2021).

Il percorso espositivo

Il percorso inizia nella sala 1 dalla prima vetrina orizzontale, in cui sono stati collocati alcuni studi di particolari decorativi: due disegni di vasi e uno illustrante un elmo e una faretra. I disegni tiepoleschi con dettagli decorativi sono numerosi e sono oggi conservati in vari musei del mondo. Raffigurano recipienti, mascheroni, cornucopie, fruttiere e altri elementi che si possono ritrovare negli affreschi e nei dipinti su tela del pittore. La collezione Sartorio conserva diversi fogli di questo tipo, fra cui ben sedici con studi di vasi.

Nella seconda vetrina orizzontale sono esposti due paesaggi, scelti fra gli undici presenti nella raccolta triestina. Sono fogli di grandi dimensioni, dieci verticali e uno orizzontale, e raffigurano paesaggi boschivi con alberi dai rami intrecciati tra rocce e corsi d’acqua, talvolta con architetture all’orizzonte. A questo repertorio naturalistico Tiepolo attingeva per creare gli sfondi dei suoi dipinti.

Le vetrine verticali della prima sala restituiscono agli occhi del pubblico, dopo diversi anni, alcuni disegni preparatori per Villa Loschi Zileri al Biron di Monteviale presso Vicenza. Nella collezione Sartorio sono conservati sedici fogli collegati a questo ciclo di affreschi, realizzato da Giambattista Tiepolo intorno al 1734 su committenza del proprietario, il conte Nicolò Loschi. Gli affreschi hanno soggetti ideati per celebrare la storia e le virtù della nobile famiglia. Uno dei fogli esposti è la celebre Allegoria della Liberalità, una giovane donna che distribuisce doni, dipinta da Tiepolo nel salone del piano nobile della villa. Sono poi in mostra tre degli altri quindici disegni, che hanno per soggetto studi di figure allegoriche, riferiti alle finte statue a monocromo dipinte sulle pareti dello scalone della villa.

Proseguendo, sono presentati altri tre disegni preparatori. “San Clemente e Sant’Agata intercedono per le anime del Purgatorio” è uno dei quindici fogli con soggetto sacro presenti nella collezione Sartorio ed è ritenuto lo studio per un piccolo dipinto con “Cristo nel limbo” conservato al Mainfrankisches Museum di Würzburg.

La “Morte di Giacinto”, preparatorio per un dipinto su tela conservato al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid (1751-53), illustra Apollo mentre giunge in soccorso dell’amico Giacinto, da lui stesso involontariamente colpito a morte. Chiude la sala uno studio per un soffitto non realizzato, che raffigura una composizione con elementi architettonici trattata con forte scorcio dal basso e inserita in un profilo ovale tracciato a matita.

La seconda sala si apre con due studi di figure per soffitto: “Umiltà, Mansuetudine e Verità” e “Deità fluviale”. Gli studi di composizioni viste dal basso sono tra i più sorprendenti della produzione grafica tiepolesca e la collezione Sartorio ne conta circa sessanta. Una quarantina ritraggono figure singole, maschili o femminili, che probabilmente derivano dall’album “Sole figure per soffitti”: venduto all’asta e in seguito smembrato, l’album conteneva schizzi di figure audacemente scorciate che dovevano servire come spunti per la bottega del pittore.

Seguono due studi di guerrieri, figure spesso presenti nei cicli decorativi e nei dipinti di soggetto storico e mitologico realizzati da Tiepolo. Nella collezione triestina si contano diciotto disegni con soggetti di questo tipo.

Sono poi esposte tre delle sedici teste di fantasia della raccolta triestina. Sono fogli raffiguranti teste di paggi e di orientali barbuti, solitamente di tre quarti, con singolari acconciature e copricapi, disegnate con tratto rapido come a voler fermare un’idea. Utilizzate da Tiepolo come repertorio per i dipinti, furono tradotte in incisione dai figli Giandomenico e Lorenzo nella “Raccolta di teste”, iniziata intorno al 1757 e terminata dopo il 1770.

Non mancano tre esempi di caricature, fra le opere più ironiche della produzione di Tiepolo. Se ne conoscono circa trecento, venticinque delle quali nella collezione Sartorio. Realizzate con spirito satirico, non colpiscono quasi mai personaggi noti, ma si prendono gioco di “tipi umani”, solitamente scelti nel mondo della nobiltà veneziana, e ne mettono in evidenza difetti fisici e debolezze morali. Probabilmente in origine erano raccolte in album, poi smembrati nel corso dei secoli, come fanno supporre gli angoli tagliati di alcuni fogli.

Chiudono il percorso quattro figure di orientali e una composizione affine ai “Capricci” e agli “Scherzi di fantasia”, attribuita a Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista. A Venezia l’Oriente era di casa: molte sono pertanto le figure di orientali ritratte dai Tiepolo nelle opere pittoriche e grafiche, sia come personaggi secondari nelle scene di carattere storico o mitologico sia come protagonisti nelle composizioni fantastiche delle incisioni. Le acqueforti delle raccolte “Varj Capriccj” (nota come “Capricci”) e “Scherzi di fantasia” raffigurano enigmatiche scene affollate da vecchi maghi, orientali, filosofi, in ambientazioni fantasiose in cui compaiono strani elementi come piramidi tronche, mappamondi, vasi, elmi, serpenti, civette, scimmie.

La visita include sedici cassetti espositivi per osservare da vicino ulteriori studi di figure e composizioni, selezionati tra i pezzi meno esposti della collezione.

Info

Museo Sartorio

largo Papa Giovanni XXIII 1 – Trieste

da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18

ingresso libero

+39 040 675 9321

[email protected]