di Jacopo Tommasini

Benny Safdie dirige (in assenza del fratello Josh) un biopic su Mark Kerr, ex campione di UFC interpretato da Dwayne Johnson, in concorso all’82° Mostra del Cinema di Venezia. 

Il film si concentra sull’arco temporale che va dall’ingresso di Kerr nel mondo della UFC con il successivo trasferimento in Giappone per competere nella Pride, considerata all’epoca la più prestigiosa lega mondiale di MMA. Questa fase nella vita del lottatore è segnata anche dalla lotta contro la dipendenza da antidolorifici e oppiacei, oltre che da problemi relazionali con la compagna Dawn, interpretata da Emily Blunt. Safdie confeziona un ritratto dai toni quasi agiografici: Kerr commette errori, ma rimane fondamentalmente buono; soffre, ma il dolore non è mai in grado di scalfirlo; si irrita con la compagna, ma alla fine viene sempre perdonato. Se da un lato Dwayne Johnson risulta inopinatamente convincente a livello espressivo, sia nei momenti di collera che in quelli più distesi e gioviali, dall’altro la sua interpretazione, per quanto solida, non basta da sola a dare forza e a rendere interessante un personaggio macchiettistico e stereotipato. I combattimenti, che costituiscono il punto focale del film, non sono mai inscenati in maniera avvincente, la violenza è contenuta e il tutto appare come un compito ben fatto, ma privo di scintille. 

Il problema principale della pellicola risiede nella troppa indulgenza dello sguardo del regista, decisamente troppo buono nei confronti del suo protagonista. La fastidiosa edulcorazione delle tematiche affrontate contribuisce a banalizzare un dramma che avrebbe altrimenti potuto fornire spunti interessanti. 

Dopo le ottime prove in Good Time e Diamanti Grezzi, le alte aspettative che investivano questo nuovo progetto del regista americano sono state deluse da una messa in scena priva di intuizioni artistiche degni di nota e da una sceneggiatura senza reali svolte narrative, che sacrifica la verosimiglianza in favore di figure caricaturali incapaci di evolversi o sorprendere.