Torna a Susegana, nel cuore del Veneto, la XXI edizione di Libri in Cantina, la rassegna organizzata dal Comune di Susegana e dedicata alla piccola e media editoria indipendente. Un importante momento di comunità (il festival è ad ingresso libero) che da oltre vent’anni celebra il libro come strumento di incontro e riflessione. L’appuntamento è per il 4 e 5 ottobre 2025 negli spazi del Castello San Salvatore, luogo simbolo del territorio e scenografia d’eccezione per una manifestazione che continua a crescere, registrando ben 10.000 presenze nella scorsa edizione.

Quest’anno il tema e titolo della rassegna è “Paesaggi Passaggi – Spazio Tempo Spirito”: un invito a riflettere sui territori fisici ed emotivi che attraversiamo, sui passaggi evolutivi che siamo chiamati a compiere e che vedono la natura e la pace come elementi principi da tutelare. L’immagine guida, una silhouette femminile fusa con il profilo delle montagne, racchiude il senso di un’edizione che mette al centro ambiente, sostenibilità e inclusività. La 21esima edizione vede la presenza importante di grandi nomi dell’editoria indipendente con una forte adesione da parte di nuove case editrici.

Tra gli oltre 50 espositori Piazza, Kellerman, De Bastiani, Bottega Errante, Antiga Edizioni, Acar, Amos edizioni storici editori da sempre presenti a LIC, e quest’anno molte new entry, come Maschietto editore, con le sue bellissime opere illustrate, centro studi . E poi gli specialisti di vari settori: Fondazione Benetton per la cultura del paesaggio, Fondazione Zavrel che si occupa di ricerca ed educazione nel campo dell’illustrazione per l’infanzia, Istresco per la storia, Ediciclo per viaggio e guide, la new entry PuntidiVista che si dedica alla produzione per l’infanzia e le difficoltà cognitive .

La rassegna vede infatti ruotare attorno alla fiera del libro della piccola e media editoria, incontri con autori, convegni, mostre, spettacoli musicali e teatrali e passeggiate. Particolarmente importante la proposta di quest’anno che coinvolge il pubblico dei camminanti con una passeggiata letteraria, una filosofica, una passeggiata poetica con Franco Arminio, una naturalistica e infine una passeggiata teatrale.

“Il Festival è un appuntamento ormai consolidato nella splendida cornice del Castello San Salvatore e rappresenta un’iniziativa valore culturale per la comunità suseganese, grazie alla valorizzazione della piccola e media editoria indipendente, fucina di idee e di nuovi sguardi – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – ma allo stesso tempo è anche un appuntamento significativo per tutto il territorio della Provincia, che è sempre lieta di supportare, attraverso il proprio patrocinio istituzionale, progetti che creano nella Marca occasioni di scambio, approfondimento e conoscenza unendole alle bellezze delle nostre terre”.

“Radicato nel paesaggio delle colline del Prosecco, oggi Patrimonio UNESCO -commenta il Sindaco Gianni Montesel– il festival difende e promuove la vitalità della piccola e media editoria, riaffermando che la cultura è il più solido investimento per il futuro”.

“Accanto al verde dei paesaggi protagonisti di questa edizione- afferma l’assessore alla cultura Daniele Chiesurin– emerge con forza il colore rosa dello spazio dedicato alle voci femminili e in particolare alle giovani autrici che stanno segnando con decisione nuove traiettorie letterarie e artistiche: Alice Gualandi, Beatrice Bandiera e Alice Franceschini offrono sguardi inediti su rinascita, inclusione e disobbedienza creativa; Roberta Biagiarelli porta a Susegana la memoria viva dei conflitti e delle tragedie del Mediterraneo. Un festival guarda alle giovani donne, alle loro parole e visioni, confermando la capacità della piccola editoria di aprire sempre strade nuove”.

5 settembre:

Ad aprire idealmente la manifestazione sarà la mostra collettiva d’arte contemporanea Paesaggi Passaggi che inaugura il 5 settembre presso la Sala Arte e Cultura del Municipio di Susegana. Espongono Tobia Ravà, Laura Villani, Stefano Reolon ed Elisabetta Vignato, artisti di rilievo internazionale che declinano il tema della mostra in linguaggi differenti: dalla mistica matematica di Ravà alle indagini psichiche di Villani, dal rapporto con la storia di Reolon alle esplorazioni spirituali di Vignato. La mostra sarà visitabile fino al 5 ottobre con visite guidate della curatrice Barbara Codogno (sabato 4 ottobre alle 11.00 e domenica 5 ottobre alle 17.00).

3 ottobre:

La manifestazione apre il venerdì 3 ottobre, come di consuetudine con un incontro dedicato ai ragazzi della classe 3a della scuola secondaria di primo grado di Susegana. Venerdì mattina in Comune gli studenti, che hanno ricevuto il volume in lettura, incontrano Agnese Franceschini. Giovanissima autrice che nel libro Te lo prometto (Feltrinelli) racconta con coraggio la propria esperienza di malattia e rinascita. Quello di Franceschini è un libro testimonianza che diventa messaggio di speranza e resilienza per i più giovani.

In serata, nella Chiesa del Carmine, il Concerto della Corale San Salvatore suggella l’anteprima del festival.

4 ottobre:

Dopo i saluti istituzionali previsti alle ore 10.00 nella corte interna del castello, la giornata del 4 ottobre prende il via con la presentazione, stavolta aperta al pubblico, del libro Te lo Prometto di Agnese Franceschini. Un libro scritto a quattro mani con Gabriele Clima, scrittore, illustratore, autore anche di molti libri per l’infanzia dedicati ai temi della diversità, dell’intercultura e dell’integrazione. “Te lo prometto” è una storia vera.

Quando Agnese entra in ospedale per la prima volta, nel maggio del 2013, ha sette anni, due sorelle e una leucemia linfoblastica acuta. Ma soprattutto ha voglia di vivere, un desiderio incontenibile che supera ogni confine. Lo sanno bene Miriam, Titti ed Ester, che si prenderanno cura di tutto il suo iter ospedaliero. Con loro Agnese imparerà la bellezza delle piccole cose e quando, all’età di tredici anni, lascerà per sempre gli ospedali, sentirà di amare la vita ancora più di prima.

Si passa quindi alla sala dei castelli con la premiazione del concorso di poesia “Paesaggi e Passaggi – spazio, tempo, spirito”, che valorizza voci giovani e adulte.

Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30 LIC offre un ricco calendario di incontri. Nella sala dei castelli Alice Gualandi presenta Sapevo solo disobbedire (Maschietto Editore), diario poetico-illustrato di una generazione in cerca di senso. Alice Gualandi è una giovanissima illustratrice. Racconta di un Pinocchio smarrito, che si interroga sulla propria esistenza, alla ricerca di un’identità che continua a sfuggirgli. Un viaggio profondo tra identità, libertà e ribellione, pensato per giovani adulti, adulti curiosi e per tutti gli appassionati del burattino più celebre di sempre. Poetessa e illustratrice, Gualandi intreccia versi e immagini per raccontare il difficile cammino di una generazione in bilico. Il suo lavoro esplora inquietudini e fragilità con un linguaggio delicato e potente, trasformando il burattino in un simbolo universale della ricerca di sé. Le sue illustrazioni, evocative e oniriche, trasmettono emozioni più delle parole, immergendo il lettore in un viaggio interiore.

Alle 15.30 in sala dei castelli avremo Giulia Depentor (Immemoriam, Feltrinelli). L’autrice indaga la memoria dei cimiteri come luoghi fondativi di civiltà. Dall’autrice del podcast di successo Camposanti, un grand tour noir che conduce alla scoperta di tombe e luoghi di sepoltura illustri o dimenticati, seguendo la traccia di misteri, leggende, delitti e delle infinite storie grandi e piccole impresse sulle lapidi. Visitare i campisanti, leggere le lapidi, osservare le foto dei defunti sono attività piene di sorprese e un modo per conoscere culture e popoli. Spiega l’autrice: “In questo libro, una sorta di atlante cimiteriale, vi porterò con me in giro per l’Italia a visitare cimiteri e luoghi legati alla morte, e ve ne racconterò storie, misteri, aneddoti e tradizioni. Andremo di fronte alle tombe di personaggi famosi, esploreremo cimiteri abbandonati su cui circolano strane leggende, ripercorreremo eventi della storia italiana, indagheremo su delitti rimasti senza colpevoli e racconteremo vicende quasi dimenticate.”

Segue a ruota alle 16.30 in sala dei castelli Beatrice Bandiera che, con le parole di Daniele Mencarelli, ha illustrato C’era questa donna (Orecchio Acerbo). L’abbiamo ammirata da poco sulla copertina di Internazionale: Beatrice Bandiera è giovanissima ma il suo talento è già grande. Nasce a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, nel 1995 e a diciannove anni si trasferisce a Bologna. In questo libro, la protagonista è una donna nera. Corre per strada chiedendo aiuto. Purtroppo, nessuno la capisce, nessuno si ferma, tutti la allontanano. La credono pazza. Non cerca cibo o denaro, vuole soltanto che qualcuno la segua. Una storia di rinascita inattesa, di parole pensate e profonde, di immagini suggestive; una storia di speranza che indica la strada verso l’unico possibile futuro.

Alle 17.30 in castello avremo Marzio Breda, giornalista e scrittore, che racconterà al pubblico il suo “Sandro Pertini – una certa idea di socialismo” (scritto con Stefano Caretti per Solferino editore), ritratto di un Presidente amatissimo, e della sua eredità civile. A quarant’anni dalla fine del suo settennato alla presidenza della Repubblica, questo libro ricorda la storia e le idee di Sandro Pertini, attraverso le sue stesse parole. Si intrecciano così pubblico e privato: la famiglia, la vita sotto le armi (una medaglia d’argento nella Prima guerra mondiale e una d’oro nella Seconda), la prima tessera del Partito socialista unitario. E poi l’esilio in Francia, il periodo tra carcere e confino (sei condanne di cui una all’ergastolo e una a morte), la guerra di liberazione con il ruolo da comandante della Resistenza tra Roma, Firenze, Genova e Milano, la collaborazione con Ernesto Rossi e Altiero Spinelli alla stesura del Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita. Marzio Breda e Stefano Caretti ricostruiscono con sapienza il profilo del presidente più amato dagli italiani.

Alle 18.30 in sala dei castelli avremo come ospite speciale l’attrice Roberta Biagiarelli con una riflessione che abbiamo voluto titolare “Srebrenica chiama Gaza”, un potente incontro sui difficili paesaggi di guerra oltre il Mediterraneo. Roberta Biagiarelli è attrice, autrice, documentarista. È esperta di Balcani con una particolare attenzione rivolta al genocidio di Srebrenica cui ha dedicato 20 anni della propria attività (non solo teatrale). Ha recentemente pubblicato un interessante podcast per Choramedia, con Paolo Rumiz, “Ascolta Srebrenica” per ricordare il trentennale di questa tragedia. Dal 2018 è ideatrice e curatrice del ciclo di incontri “Balcani d’Europa-lo Specchio di Noi” e della rassegna “Vista sull’Europa”. Forse solo l’arte può parlare della guerra oltre l’odio, oltre l’ideologia, oltre le fazioni, dentro il dramma. Cosa accade se il diritto e le organizzazioni internazionali non sono riconosciute o sono depotenziate? lo abbiamo visto a Srebrenica senza piena consapevolezza…. Lo rivediamo oggi a Gaza. Il linguaggio del teatro e della memoria sarà quello giusto, forse l’unico possibile, per parlare di Gaza a ridosso del 7 ottobre.

La giornata del 4 ottobre propone passeggiate filosofiche e letterarie con partenza dalla cantina Conte Collalto e previste verso il borgo di Collalto. Le passeggiate sono realizzate da La Chiave di Sophia, e accompagnate da musica e letture. In serata, convivialità e musica dal vivo con il Glitter Show anni ’80 alla Cantina Collalto.

5 ottobre

Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Oltre che poeta e scrittore, è un animatore di battaglie civili, collabora con diverse testate e ha realizzato vari documentari.  Ha pubblicato dei libri che hanno raggiunto decine di migliaia di lettori. Da “Geografia commossa dell’Italia interna” (2013), a “Cedi la strada agli alberi” (2017), fino al recente “Caraluce. Atlante dei paesi invisibili” (2025), il tema dei piccoli paesi si snoda attraverso innumerevoli percorsi. Da anni viaggia e scrive di questi borghi resilienti, sempre in cerca di meraviglia.

Franco Arminio, porta a Susegana la sua ricerca sugli orizzonti interiori e collettivi: “Andiamo a cercare paesi e paesaggi, quelli che ci sono e quelli che solo lo stupore può trovare”. Un narratore appassionato della realtà dei piccoli paesi, che si batte contro lo spopolamento e l’abbandono e, instancabile, gira l’Italia descrivendo i luoghi e scoprendo le tante anime del nostro paese. Lo incontriamo alle 10.30 in sala dei castelli.

Mentre alle 14.30 l’autore guiderà una passeggiata poetica verso casa vigneti. La passeggiata è realizzata in realizzata in collaborazione con Chiave di Sophia.

Sempre alle 14.30 Francesco Vidotto in sala castelli presenta “Onesto” (Bompiani), racconto di natura, montagna e autenticità. Francesco Vidotto è un narratore capace di andare dritto al cuore delle cose. Con la storia di Onesto, Santo e Celeste ci emoziona, ci commuove, ci accompagna in alto, dove l’aria è sottile e ci si sentiamo intimamente rinnovati, capaci di guardare la vita con occhi nuovi. Guido Contin detto Cognac abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l’incontro con Celeste, la guerra, la morte e l’amore. Sembrano storie semplici, invece rivelano vicende straordinarie.

Alle 15.30 in sala castelli avremo Rick DuFer (Riccardo Dal Ferro), un filosofo, autore e performer teatrale che da anni porta avanti il suo progetto di divulgazione filosofica Daily Cogito, con quasi due milioni di ascoltatori mensili su YouTube e Spotify. L’autore interroga il pubblico su passaggi epocali, paesaggi geopolitici e spiritualità. Parla di cose belle a decine di migliaia di persone ogni giorno attraverso i social. Reduce dal successo del libro Dio era morto per Feltrinelli, il suo intervento a Libri in Cantina avrà un passo lungo, l’autore dialogherà col pubblico affrontando temi di attualità analizzati attraverso alcune importanti domande: quali sono i passaggi epocali a cui stiamo assistendo oggi? Come si configura il quadro geopolitico? Ma soprattutto: in tutto questo c’è ancora posto per Dio?

Dalle 16.30 alle 18.30 in sala castelli un focus sul paesaggio locale con il convegno “Passaggi Paesaggi nelle terre del Prosecco”, a cura del prof. Mauro Marzo e della prof.ssa Emanuela Sorbo, con interventi di architetti, urbanisti e studiosi per riflettere sul paesaggio locale come patrimonio e responsabilità.

La serata si conclude alla Cantina Collalto con la Festa di fine vendemmia, musica popolare, esposizioni di attrezzatura antica e danze tradizionali.

Durante i due giorni, si terranno interventi musicali dell’Ensemble Palladio. Da non perdere la performance teatrale di ProgettoTeatroXTutti che quest’anno propone al pubblico uno spettacolo sul pittore Cima da Conegliano, noto anche come il Pittore del Paesaggio. Uno spettacolo che trae ispirazione dalla pala “La Madonna dell’arancio” firmato da Cima che nel 1498 ritrae il paesaggio con il Castello San Salvatore sullo sfondo. Nel week end del festival potremo visitare anche la mostra fotografica “Shooting in Sarajevo” del fotografo Luigi Ottani che testimonia il paesaggio a trent’anni dall’assedio, portata a Susegana da Bottega Errante che ne realizza un libro fotografico con testi di Roberta Biagiarelli. Archeosusegana, associazione che studia e documenta con grande attenzione la storia del territorio, sarà presente in castello con una mostra fotografica sul paesaggio e alla chiesa del Carmine con una innovativa esposizione immersiva che ci parlerà del paesaggio nella storia. Le passeggiate naturalistiche guidate (a cura di Naturalmente Guide) completano le giornate, di un festival “a misura d’uomo”: non solo una fiera del libro, ma un luogo in cui editoria, arte, poesia e filosofia dialogano tra loro, creando incroci e passaggi in un paesaggio culturale unico. Durante il weekend della manifestazione (4 e 5 ottobre) si potrà visitare, sempre negli spazi del Municipio, anche un’antologica dedicata al paesaggista suseganese Elio Poloni, firma celebre nel Quartier del Piave, anche per la sua longevità artistica. Tra i suoi soggetti principali, gli innumerevoli scorci del paesaggio di Susegana. In parallelo, allestimenti artistici del Ceod di Ponte della Priula e le esposizioni di Archeosusegana arricchiranno il percorso legato alle arti visive.

LIC

LIBRI IN CANTINA

XXI edizione di Libri in Cantina

4 – 5 ottobre 2025

Castello San Salvatore – Susegana (Treviso)

Paesaggi Passaggi – Spazio Tempo Spirito

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PAESAGGI – PASSAGGI

spazio tempo spirito

Tobia Ravà, Elisabetta Vignato, Stefano Reolon, Laura Villani.

collettiva d’arte contemporanea

a cura di Barbara Codogno

La 21ª edizione di Libri in Cantina (Susegana, 4 e 5 ottobre) sceglie di intrecciare la letteratura all’orizzonte delle arti visive, proponendo una mostra che ne riprende e ne amplifica il titolo.

Ad aprire idealmente la manifestazione letteraria sarà la mostra collettiva d’arte contemporanea Paesaggi Passaggi a cura di Barbara Codogno che inaugura il 5 settembre presso la Sala Arte e Cultura del Municipio di Susegana, Treviso.

Espongono Tobia Ravà, Laura Villani, Stefano Reolon ed Elisabetta Vignato, artisti di rilievo internazionale che declinano il tema della mostra in linguaggi differenti: dalla mistica matematica di Ravà alle indagini psichiche di Villani, dal rapporto con la storia e la natura di Reolon alle esplorazioni spirituali di Vignato.

La mostra sarà visitabile fino al 5 ottobre a ingresso libero con visite guidate della curatrice (sabato 4 ottobre alle 11.00 e domenica 5 ottobre alle 17.00).

La mostra dà voce a quattro autori, differenti per ricerca e cifra linguistica, ma accomunati da una tensione poetica che li lega alle cinque parole chiave della manifestazione. “Gli autori scelti per questa esposizione – spiega la curatrice – propongono al pubblico opere che sono una sorta di diario di viaggio dentro al paesaggio, inteso come luogo intimo e personale. Questa polifonia visiva offre allo sguardo nuovi orizzonti di emozione e pensiero”.

L’opera di Tobia Ravà costruisce paesaggi nuovi attraverso la ghematrià, antichissimo sistema cabalistico che associa lettere e numeri. Questa foresta di simboli che sorge dalle sequenze numeriche, dalle lettere e dai simboli, trasmuta gli scenari ritratti in architetture metafisiche. Il suo è uno spazio che va oltre la percezione empirica: una trama intricata di segni ci svela l’arcaica matrice dell’universo. Approdiamo a una verità che rimanda l’esistente a una superiore appartenenza cosmica. Nella cifra di Ravà lo spirito non è concetto astratto: vibra nelle forme, apre a nuove conoscenze. Il suo paesaggio, illuminato da un ordine invisibile, si fa consapevolezza: diventa passaggio per raggiungere una coscienza superiore, trascendente.

La pittura di Elisabetta Vignato si colloca con decisione nel campo del paesaggio aprendoci però al suo essere un emblematico “nonostante”. Nonostante nella sua tela ci si trovi certamente di fronte a sorgenti, fronde e nuvole, questi elementi naturali ci spingono, e fin dal primo sguardo, verso il loro essere altro da sé. Come se, nel momento in cui arrivassimo a vederli davvero, solo quando ne avessimo acquisito piena, consapevole, esatta visione, ecco che questi elementi si rivelerebbero a noi nel loro essere ponte, collegamento con l’assoluto di cui sono rappresentazione. Le tele di Vignato sono varchi che si spalancano sui territori della percezione, topoi imprescindibili nell’epifania della rivelazione. Qui Madre Natura è sacra presenza irradiante.

Stefano Reolon lavora su un registro che intreccia spesso il corpo -inteso anche nella sua manifestazione botanica- al tempo. Pittore colto, profondamente legato alla tradizione e alla tecnica, recupera le antiche pratiche pittoriche delle botteghe rinascimentali. Nei suoi quadri compaiono coreografie immaginarie, composizioni che evocano portali in cui l’elemento figurativo si piega a una dinamica di movimento. Qui il tempo non è lineare: è memoria che riaffiora, è passato che si rinnova nell’oggi, è la permanenza del mito nell’immaginario contemporaneo. Reolon porta con sé l’eco di Rubens e Michelangelo ma la traduce in un linguaggio intimo, in cui il passaggio fra visibile e invisibile diventa viaggio tra epoche. Nei dipinti di Reolon c’è soprattutto la promessa di una nuova alleanza tra uomo e natura.

L’opera di Laura Villani è pittura di esattezza analitica e chirurgica. In un paesaggio dilatato di difficile collocazione spazio temporale -sembra che il contesto svanisca per Villani, quanto meno sia irrilevante- emergono massi erratici che si condensano di memoria nel loro oggettivarsi. Villani sgombra decisamente il campo dalle categorie “a priori” della conoscenza, poggiando le sue architetture psichiche in scenari che solo per una certa coerenza cromatica ci spingono verso il luogo ambiguo del paesaggio vissuto in sogno. Certo, abbiamo contezza che vi siano montagne, laghi, fiori, vulcani, senz’altro sentinelle di memoria vigile, coordinate della mappa dell’esistenza terrena, dove la natura resta elemento vitale. Ma l’opera dell’autrice è fortemente pittura di paesaggi psichici. Una pittura che procede per stratificazioni lievi, affidandosi a un segno che sa essere tanto analitico quanto evocativo. Gli spazi che dipinge non sono mai descrittivi: sono luoghi di transizione, soglie che l’osservatore varca incontrando oggetti che sembrano custodi del silenzio.