Saranno le sfide dell’abitare il tema della terza edizione di Collega-Menti, il festival culturale organizzato dall’Università di Udine e promosso dal rettore Roberto Pinton, che torna da venerdì 3 a domenica 5 ottobre in diversi luoghi del centro storico del capoluogo friulano, con la curatela scientifica della divulgatrice e autrice Barbara Gallavotti.
Giunto alla terza edizione, il festival, sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Fvg e dalla Fondazione Friuli e con la collaborazione del Comune di Udine, sarà declinato in 66 momenti di divulgazione scientifica con protagonisti 120 ospiti provenienti dall’Università di Udine e dal resto dell’Italia, tra i quali il divulgatore scientifico Luca Perri, il filosofo specializzato in evoluzione Telmo Pievani, l’architetto Paola Viganò, l’esperta di trasformazioni urbane Elena Granata, il fotografo Olivo Barbieri, l’esperto di Giappone Flavio Parisi, il professore emerito di Endocrinologia a “La Sapienza” e presidente del Cnr Andrea Lenzi, il presidente del Mission board for cancer della Commissione europea, del Comitato scientifico della Human Technopole Foundation e dell’European mission board for vaccination Walter Ricciardi, l’ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Carlo Doglioni e il docente di restauro architettonico allo Iuav Francesco Doglioni, che ha diretto molti interventi di ricostruzione tra i quali quelli del terremoto del Friuli.
Al centro degli eventi ci saranno anche e soprattutto gli stessi cittadini, che oltre a dialogare con i ricercatori potranno interagire e sperimentare nei numerosi laboratori organizzati in città. Si conferma infatti la scelta di portare il festival fuori dagli spazi universitari per incontrare le persone nei luoghi più amati del centro storico. Dall’ex Chiesa di San Francesco alla Loggia del Lionello, da palazzo Morpurgo alla Fondazione Friuli, da Casa Cavazzini alla Torre Santa Maria, saranno 20 i luoghi del centro di Udine ad ospitare complessivamente 15 incontri, 20 laboratori, 5 mostre e 2 workshop, oltre alla grande vetrina allestita nella chiesa di san Francesco con ben 24 esposizioni utili a scoprire la ricerca dell’ateneo friulano.
GLI INTERVENTI. “Il festival Collega-menti – spiega il rettore Roberto Pinton – è una delle iniziative con cui l’ateneo vuole rafforzare il proprio ruolo come motore di sviluppo sociale e culturale del territorio. Questo impegno si realizza attraverso una forte interazione con il sistema economico-produttivo, il dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni locali, il confronto con la cittadinanza attraverso un percorso divulgativo condiviso”. Il rettore, insieme alla curatrice scientifica del festival, Barbara Gallavotti, ha presentato il festival a palazzo Antonini Maseri alla presenza di Federico Pirone, assessore alla Cultura, Istruzione e Università del Comune di Udine e Barbara Zilli, assessore alle Finanze della Regione Friuli Venezia Giulia.
“Abitare insieme è una delle grandissime sfide del futuro – sottolinea la curatrice Gallavotti -. I centri urbani stanno assumendo volti sempre più diversi, si declinano dai borghi alle megalopoli e non esiste una formula unica per affrontare i problemi di sostenibilità, per trovare chiavi di socializzazione, per gestire la salute, per convivere con altre specie che si trovano ai margini o fra le nostre case, così come non esistono soluzioni tecnologiche ideali per tutti. Eppure, delle strade vanno trovate, perché la maggioranza della popolazione del pianeta ha già abbandonato le campagne, e il numero di coloro che abitano in centri urbani è in costante crescita. Questo è il momento di inventare il futuro dei nostro abitare insieme, e possiamo farlo unendo le energie e collegando le nostre menti”.
“Con Collega-Menti l’università sceglie di vivere e far vivere la città, portando le sue idee e le sue ricerche fuori dalle proprie aule – ha evidenziato l’assessore comunale Pirone -. Per tre giorni Udine diventa un grande laboratorio diffuso, dove studenti, cittadini esperti e divulgatori di caratura nazionale possono incontrarsi, dialogare e aumentare conoscenza e consapevolezza sui temi del mondo che ci circonda. È lo spirito che vogliamo sostenere, quello di una comunità che grazie all’università crea le condizioni per uno sviluppo sostenibile, si interroga e indaga insieme sulle sfide del presente e del futuro, con curiosità, passione e spazio per crescere”.
“Il Festival Collega-Menti è un esempio concreto di come l’Università di Udine metta virtuosamente in pratica la sua “terza missione”, cioè divulgare la conoscenza sotto forma di iniziative o forme non accademiche a beneficio dell’intera popolazione – ha detto l’assessore regionale Zilli -. E se questa è attitudine di ogni Università, a maggior ragione lo è per l’Ateneo udinese, che è nato grazie a una legge di iniziativa popolare subito dopo il terremoto del 1976: essere motore di sviluppo culturale, del territorio è ricompensa a un debito di riconoscenza nei confronti di chi ha desiderato fortemente la sua nascita. Alla vigilia di un appuntamento importante e altamente significativo come il 50° anniversario del sisma, iniziative come questa acquistano un valore ancora più alto, soprattutto se come in questo caso affrontano il tema dell’abitare, del paesaggio e della città che cambia. La ricostruzione e il modello Friuli che è ancora invidiato e preso ad esempio in tutto il mondo sono stati acceleratori dei cambiamenti anche epocali dei nostri paesi. Una ricostruzione che ha cambiato anche il nostro approccio al territorio, attraverso le inevitabili sfide ed evidenti evoluzioni dei piccoli e grandi centri, mutando anche le modalità dello stare assieme e del vivere con nuove prospettive sociali ed economiche che ne sono derivate. Mutamenti che ci hanno regalato un Friuli nuovo, ma con il dovere morale di non dimenticare quelle radici culturali, storiche e religiose che hanno fatto crescere e rinascere le nostre comunità”.
L’EVENTO DI APERTURA. Sarà il divulgatore scientifico Luca Perri ad aprire il festival, dopo i saluti istituzionali, alle 9.30 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine con l’incontro “Sia per Venere che per Marte… si parte?”, riservato agli studenti delle scuole superiori e realizzato con il sostegno della Scuola Superiore dell’Università di Udine. A moderare sarà Marco Carrara, volto Rai e giornalista tra i più giovani e influenti del panorama italiano. Partendo dalle ambiziose prospettive di insediamenti stabili sulla Luna o persino su Marte, Perri condurrà i ragazzi in un viaggio tra fascino e realtà della colonizzazione spaziale. Un gioco dialettico tra ottimismo e cinismo, per capire quali sfide scientifiche, tecnologiche e umane attendono l’umanità.
DUE PLENARIE. Il festival propone due appuntamenti speciali con la divulgatrice scientifica Barbara Gallavotti, che guiderà il pubblico in un viaggio tra scienza, tecnologia e società. Si parte venerdì 3 ottobre alle 20.30 a Palazzo Antonini Stringher con Salute in città, dialogo con Andrea Lenzi, Walter Ricciardi e Massimo Robiony sui progressi e le sfide della medicina contemporanea: dall’aspettativa di vita record in Italia al bisogno di allungare gli anni in salute, tra prevenzione, ambiente urbano e nuove tecnologie. Appuntamento finale domenica 5 ottobre alle 18 al Teatro San Giorgio con Città del cuore, dialogo sul legame profondo tra persone e luoghi, che intreccia memoria, identità e futuro. Con Elena Granata, Telmo Pievani e Luca Taddio, Gallavotti guiderà la conversazione finale del festival, trasformando le città in simboli di appartenenza, custodi di storie e spazi di possibilità.
UN TALK TEATRALE. L’appuntamento centrale è sabato 4 ottobre alle 21 al Teatro Palamostre con il talk teatrale Il futuro è già qui – tutto quel che dovremmo sapere sull’Intelligenza Artificiale per provare ad andarci d’accordo, spettacolo scritto da Gallavotti insieme a Jean Pierre el Kozeh. In scena, immagini, parole e contributi multimediali raccontano l’IA come la nuova, dirompente svolta della storia umana: uno strumento potentissimo, capace di trasformare le nostre vite, ma che solleva interrogativi radicali su intelligenza, creatività e responsabilità. Un talk teatrale che invita a riflettere sulle opportunità e i rischi di questa tecnologia, chiamando il pubblico a una consapevolezza condivisa.
GLI ALTRI 12 INCONTRI. Tra il Salone del Popolo di Palazzo d’Aronco, la Torre di Santa Maria, Casa Cavazzini, Palazzo Giacomelli, Palazzo Mantica e Palazzo Antonini Stringher, si snoda il programma degli incontri che intrecciano scienza, storia, ambiente e cultura per riflettere sul futuro delle città. Dopo l’evento di apertura al Teatro Nuovo destinato alle scuole, si continua il 3 ottobre con Abitare felici, dialogo interdisciplinare su spazi urbani e benessere, seguito da Chi c’è in città?, che esplora la biodiversità urbana. Il 4 ottobre si apre con Microbi e città, viaggio nella storia delle epidemie, e prosegue con Metropoli, città, paesi, confronto sui diversi modelli abitativi del mondo. Nel pomeriggio, Sfide: la città del futuro affronta le complessità urbane, mentre Città, civiltà, Storia e miti lega le grandi città antiche alle narrazioni simboliche. A seguire, Cibo in città indaga il rapporto tra nutrimento, sostenibilità e contesto urbano. Domenica 5 ottobre si apre con Città in trasformazione, che guarda al ruolo delle città nel cambiamento climatico, seguito da Abitare in zone sismiche sulle strategie di sicurezza e tutela del patrimonio. Nel pomeriggio, Città come culla di civiltà ripercorre le origini degli insediamenti urbani, mentre Abitare in luoghi inabitabili porta il pubblico tra deserti, poli, oceani e persino nello spazio. Un itinerario che, tra passato e futuro, mostra come le città siano specchio e motore della nostra civiltà.
I 20 LABORATORI. Bambini, ragazzi, famiglie e adulti curiosi potranno sperimentare in prima persona la ricerca e la scienza, non solo come spettatori ma come protagonisti, in attività che spaziano dalla fisica alla matematica, dall’archeologia alla geologia, dalla storia alla memoria collettiva. Molti appuntamenti, distribuiti tra palazzi storici, musei, biblioteche e logge del centro città, sono a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria per favorire la partecipazione attiva. Il programma spazia dalla scoperta dei fenomeni naturali legati a terremoti e vulcani con i ricercatori dell’INGV ai laboratori di storia e patrimonio culturale, dalle esplorazioni sull’intelligenza artificiale e la protezione delle idee a quelli dedicati a cibo, natura e sostenibilità. Non mancano attività legate alla salute, al diritto e all’educazione, fino ai percorsi artistici e creativi ispirati ai Tiepolo e alle città del futuro. Venti modi diversi di imparare, esplorare e immaginare, che confermano la vocazione del festival a rendere la conoscenza un’esperienza viva, condivisa e accessibile. Il programma completo e le modalità di prenotazione sono disponibili sul sito collegamenti.it.
LE FOTO DI GABRIELE BASILICO. Con la mostra “Le Forme della Città”, inaugurata il 23 settembre alla Galleria Tina Modotti, Udine ospita per la prima volta le opere di Gabriele Basilico (1944-2013), maestro della fotografia contemporanea. L’esposizione, curata da Andrea Elia Zanini in collaborazione con l’Archivio Basilico di Milano, presenta 14 immagini che raccontano città europee e mediterranee – da Milano a Parigi, da Istanbul a Lisbona – come organismi vivi e stratificati. Un tema centrale nel lavoro dell’autore, architetto e fotografo, che ha dedicato la sua carriera a indagare le trasformazioni urbane a livello internazionale. La mostra, a ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 12 ottobre, accompagnando il festival Collega-menti e dialogando con il suo focus 2025, “Oltre le case: la sfida dell’abitare”.
LE ALTRE 4 MOSTRE PERMANENTI. La rassegna propone un viaggio tra arte, tecnologia e ambiente, esplorando diversi modi di percepire e interpretare le città in 4 mostre permanenti. La mostra fotografica di Olivo Barbieri, Shanghai e Siviglia, a palazzo Morpurgo, sorvola dall’alto le due metropoli rivelandone architettura, urbanistica e storia, mettendo in luce i rapidi cambiamenti della Cina contemporanea e la percezione dell’Europa vista dall’Africa. A questa si affianca l’installazione immersiva Cenere e memorie di Francesco Scarel, che, a Palazzo Antonini-Stringher, grazie alla realtà virtuale permette di camminare tra i resti carbonizzati del Carso dopo gli incendi del 2022, trasformando la tecnologia in strumento emotivo e di riflessione sulla crisi climatica. Il tema dell’innovazione prosegue con l’Uniud E-Racing Team, che in via Savorgnana presenta la progettazione di una monoposto elettrica da corsa, dimostrazione di come la mobilità sostenibile possa unire ricerca, passione e futuro. Infine, la mostra Sviluppi urbani e rischi naturali, a cura dei ricercatori dell’INGV, a palazzo Antonini Cernazai, accompagna i visitatori tra Genova, Roma, Napoli, Palermo e Udine, per mostrare come urbanizzazione, deviazioni dei corsi d’acqua e cementificazione abbiano aumentato i rischi naturali, offrendo spunti di conoscenza e consapevolezza per una migliore convivenza tra città e ambiente.
I 2 WORKSHOP. Sabato 4 ottobre il tema delle città del futuro viene affrontato con due workshop che uniscono riflessione e innovazione. La mattina, all’Auditorium Carlo Sgorlon, La forma dell’abitare analizza come urbanistica e spazi pubblici influenzino la vita quotidiana, la mobilità e il benessere delle persone, con gli interventi dello psicologo sociale Paolo Maria Inghilleri Di Villadauro e degli architetti Francesco Isidori, Giovanni La Varra e Paola Viganò. Nel pomeriggio, al Teatro San Giorgio, il workshop Smart Cities: il sapere dell’Università sul campo mostra invece come droni, geotecnologie e sistemi di raccolta dati possano supportare la progettazione di città più resilienti, connesse e sostenibili. Attraverso la piattaforma LATERRA, i docenti Giorgio Alberti, Salvatore Amaduzzi, Luca Cadez, Antonio Tomao e Maurizia Sigura guideranno il pubblico tra attività pratiche, mappature geospaziali e casi studio, dimostrando come dati e tecnologie diventino strumenti concreti per costruire il futuro urbano. Entrambi gli incontri, patrocinati da Anci Fvg e dagli Ordini professionali, propongono soluzioni per rigenerare i tessuti urbani e ripensare le città, riconoscendo crediti formativi ad architetti e agronomi.
LA VETRINA CON 24 RICERCHE. L’ex Chiesa di San Francesco di Udine si trasforma in un laboratorio interattivo con le 24 Vetrine della ricerca, un’esposizione che mette in mostra il lavoro di docenti e ricercatori dell’Ateneo. I visitatori possono vivere esperienze immersive tra archeologia, scienza, tecnologia, ambiente e storia, con dimostrazioni, esperimenti e interazioni digitali. Tra i viaggi virtuali spiccano Viaggio a Gerasa, tour 3D nell’antica città giordana, e la vetrina sulla stampa 3D e realtà virtuale per l’architettura. Non mancano laboratori scientifici come ΔT – Vedere l’energia o Terremoti e costruzioni, dove si sperimentano ingegneria antisismica e fenomeni invisibili, mentre la medicina mostra il potenziale della stampa 3D nella chirurgia. L’innovazione digitale prende forma con intelligenza artificiale, Big Data, bioinformatica e ingegneria neuromorfica, fino a sfidare un robot collaborativo a dama. Ampio spazio è dedicato alla sostenibilità con vetrine su acqua, clima, insetti, fauna selvatica, agricoltura e cereali, mentre storia e tradizioni rivivono attraverso papiri, sigilli e antiche corrispondenze. Le vibrazioni sonore e il cinema anni ’30 restituiscono atmosfere suggestive, mentre le scienze agrarie e l’enologia mostrano cantine sperimentali, sensori nei vigneti e nuove tecniche di acquacoltura. Infine, lo studio dei flussi turistici con i GeoBigData unisce ricerca e territorio, trasformando le vetrine in un viaggio tra passato, presente e futuro.
Tutto il programma dettagliato e le modalità per prenotarsi ai laboratori su festivalcollegamenti.it