Nel mondo, nel corso dell’ultimo decennio, sono andati in fumo annualmente circa 394 milioni di ettari di territorio e tra le aree più colpite ci sono praterie e boschi. Notevole l’impatto in termini di emissioni di CO₂, che è compreso tra i 5 e gli 8 miliardi di tonnellate, ovvero un quinto delle emissioni prodotte ogni anno da combustibili fossili e cemento. Un ruolo importante lo gioca anche la guerra tra Russia e Ucraina, che nel 2024 sono state tra i Paesi più colpiti dagli effetti degli incendi. “Di fronte a uno scenario così catastrofico, sembra molto difficile minimizzare le conseguenze. Le autorità devono soprattutto puntare sulla resilienza, approfittando del fatto che in Italia si produce ottima tecnologia per far fronte alle crisi”, commenta Massimiliano Palma, CEO di Regola
Ogni anno, mediamente, 394 milioni di ettari, pari a quasi il 3% delle terre emerse a livello mondiale, vengono distrutti da un incendio. A riportarlo è il portale statistico Our world in data, rielaborando i dati del Global Wildfire Information Systemper l’ultimo decennio (2015-2024). Di questi, una parte si rigenera, un’altra viene colpita in più occasioni. Le cifre sono significative, anche se le foreste e i campi coltivati incidono rispettivamente solo per l’8,26% e per il 7,28% del totale, mentre praterie (42%) e savana (40%) costituiscono i tipi di territorio più coinvolti. Se l’anno peggiore della serie è stato il 2015, con 443 milioni di ettari in fiamme, il trend appare ora in leggera discesa. “Dobbiamo però stare attenti a minimizzare l’impatto del cambiamento climatico basandoci su numeri non contestualizzati – spiega Massimiliano Palma di Regola, azienda italiana che da trent’anni si occupa di tecnologie software per la pubblica sicurezza – Infatti, la flessione è lieve e si registra soprattutto in zone come Africa e America latina, dove i fenomeni sono legati ad agricoltura e nuovi insediamenti umani causati dalla pressione demografica. Invece, gli incendi boschivi tipici del nostro territorio sono in aumento, e in Europa, per esempio, sono saliti di tre punti percentuali in 20 anni, in Nord America addirittura di cinque punti”.
Nel 2024, i Paesi “maglia nera” sono stati il Portogallo (1.343 ettari bruciati in soli 125 eventi), la Bolivia (1.155 ettari bruciati durante 14.234 eventi) e il Canada (1.031 ettari bruciati a seguito di 4.965 eventi). Restringendo il campo alla sola Europa, impressiona il dato delle due nazioni impegnate nel conflitto iniziato il 24 febbraio 2022: Russia e Ucraina guidano infatti la classifica per numero di incendi (17.753 e 3.509 rispettivamente), con largo margine sugli altri Paesi. E l’Italia? Solo nei primi sei mesi del 2025 ha già visto bruciare 272 ettari, un quantitativo maggiore rispetto a quello di tutto l’anno precedente (253). Rilevante, purtroppo, anche l’incidenza sulle emissioni di CO2: quella che annualmente deriva dagli incendi, tra i 5 e gli 8 miliardi di tonnellate, è pari a un quinto di quella globalmente prodotta dai combustibili fossili e dal cemento (37 miliardi).
“Sono dati che impongono una riflessione sull’importanza della prevenzione e sulla necessità, da parte delle autorità, di investire realmente in resilienza, cosa che, purtroppo, non sempre avviene. – prosegue Massimiliano Palma di Regola – Affidarsi a software in grado di garantire interventi tempestivi e mitigare gli effetti degli eventi estremi rappresenta oggi una scelta responsabile anche nei confronti dell’ecosistema. Fortunatamente, l’Italia è all’avanguardia nello sviluppo di piattaforme pensate per affrontare scenari complessi. Nel nostro Paese, le amministrazioni possono contare su strumenti collegati tra loro, che non solo supportano i processi delle sale operative, ma attivano tempestivamente l’intera catena di allerta: dai responsabili alle squadre operative, fino ai cittadini. Ad esempio, il software Unique in dotazione a molti servizi di emergenza gestisce l’intero processo di raccolta delle segnalazioni, valutazione degli eventi e coordinamento degli interventi di soccorso e prevenzione. Questo strumento, a sua volta, è integrato con il sistema di comunicazione nowticeper inviare avvisi e allerte immediate relativi agli avvenimenti in corso. Il tutto – conclude Palma – anche in caso di cadute di rete, blackout e altre interruzioni di servizio, grazie a soluzioni tecnologiche robuste e ad alta affidabilità. Sono sistemi flessibili, adatti tanto ai grandi enti quanto alle amministrazioni locali; quindi, ognuno può fare la sua parte.”