Doppio appuntamento con il Festival Internazionale del Teatro Amatoriale Premio Marcello Mascherini venerdì 10 ottobre, alle 21, nel teatro Gozzi di Pasiano di Pordenone, la compagnia dell’Orso di Lonigo (Vicenza) porterà in scena “Trappola per un uomo solo” di Robert Thomas (traduzione di David Conati), con la regia di Paolo Marchetto; sabato 11 ottobre, alle 21, nel teatro Mascherini di Azzano Decimo, la compagnia Compagnia La Bottega dei RebArdò di Roma rappresenterà “Il cappello di carta” di Gianni Clementi, con la regia di Enzo Ardone.

Il “Festival Internazionale dedicato a Marcello Mascherini” riceve il sostegno dell’Assessorato al Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli che continua a credere fortemente e a sostenere il progetto culturale della Fita di Pordenone, da oltre 20 anni in prima linea nella promozione e nella valorizzazione del teatro amatoriale. La squadra organizzatrice della kermesse, capitanata dal direttivo del Comitato provinciale di Pordenone della Fita e composta dai gruppi teatrali “Proscenium Teatro” di Azzano Decimo e “Il Teatrozzo” di Pasiano di Pordenone, si appresta a vivere questa nuova avventura forte del numero delle compagnie in corsa: al bando di concorso, pubblicato in aprile, sono stati iscritti ben 88 spettacoli. Soltanto 6 sono arrivati in finale.

TRAMA “Trappola per un uomo solo”. Elisabeth e Daniel, sposati da tre mesi, stanno trascorrendo una vacanza in uno chalet nei pressi di Chamonix. Un giorno, Elisabeth scompare. Daniel, comprensibilmente preoccupato, si rivolge alla polizia. Il caso non sembra così difficile da risolvere ma, a seguito dell’arrivo di una donna allo chalet, si trasforma in un autentico mistero: lei sostiene con decisione di essere Elisabeth, mentre Daniel assicura al commissario responsabile elle indagini che quella donna non è la propria moglie. Chi dei due mente? E perché lo fa? Basterebbe una fotografia o un testimone per scoprire la verità, ma reperire prove schiaccianti si rivela tutt’altro che semplice.

TRAMA “Il cappello di carta”. “La Bottega dei RebArdò” torna in scena ancora una volta con un testo di Gianni Clementi. Dopo i successi di “Ben Hur” e “Sugo finto” presentiamo “Il cappello di carta”, uno dei suoi testi più rappresentati e sicuramente uno dei più significativi. Il cappello di carta è il copricapo che usavano i muratori per coprirsi dalla calce e dalla polvere e l’opera narra le vicissitudini di una famiglia romana di operai. Uno spaccato storico che va da giugno ad ottobre del 1943, mesi pieni di avvenimenti particolarmente importanti, soprattutto per Roma: le sirene che scandivano la vita quotidiana, i bombardamenti della città, i rastrellamenti, la borsa nera, la carestia, le privazioni, le incertezze e la paura. Tutto ciò viene rappresentato con un sottile velo di leggerezza: trovano spazio l’amore, i desideri, le speranze, la voglia di ricominciare e una grande umanità che, tra spunti di riflessione e commozione, riescono a far ridere e sorridere, nonostante tutto. Nonno Carlo, con i figli, i nipoti e la nuora ci fanno vedere le loro vicissitudini quotidiane, mostrandoci come anche in un contesto così tragico prevalga sempre la voglia di normalità e di andare avanti.

Il testo di Clementi riesce a miscelare tragedia e leggerezza regalandoci ancora una volta una storia dove il dramma si mescola ad una comicità inarrestabile anche sotto le bombe, comicità simbolo di resistenza e speranza.