Argos, un sistema di sorveglianza basato su flotte di droni autonomi per una sicurezza più smart, sostenibile e senza rischi per la categoria “Industrial” (produzione industriale dal punto di vista della tecnologia e del mercato). Artify, una piattaforma che trasforma le visite museali in esperienze personalizzate, interattive e accessibili grazie all’intelligenza artificiale, per la categoria “Ict” (tecnologie dell’informazione e dei nuovi media). Fungi Fiber Digest, enzimi estratti da funghi che migliorano la degradabilità della fibra dei foraggi per i ruminanti aumentando il benessere animale e riducendo i costi, per la categoria “Cleantech & Energy” (sostenibilità ambientale, produzione agricola e gestione dell’energia).

Sono i tre progetti vincitori del premio di categoria di 4000 euro ciascuno di Start Cup Udine, la sfida tra idee imprenditoriali e start up innovative organizzata dall’Università di Udine. La premiazione si è svolta oggi nell’auditorium della Biblioteca scientifica dell’Ateneo friulano.

Undici i gruppi finalisti, con 19mila euro di montepremi e 40 partecipanti tra studenti, ricercatori e docenti. La competizione rientra nel Premio nazionale dell’innovazione (Pni) ed è promossa con il sostegno della Fondazione Friuli, in sinergia con i progetti Inest e Across.

A due progetti della categoria “Cleantech & Energy”, considerata la loro qualità, è stato assegnato un secondo posto ex aequo con un premio di 2000 euro. Si tratta di Agrichange, che sviluppa un macchinario con campi magnetici per trattare i semi, aumentando germinazione e tolleranza agli stress ambientali. E di Grel, che ha ideato “Polvar” una miscela brevettata che accelera il compostaggio di rifiuto organico, eliminando nel contempo odori e insetti. Non è stata invece assegnato alcun riconoscimento nella categoria “Life sciences e Medtech”.

Alla cerimonia hanno partecipato, fra gli altri, i delegati dell’Ateneo al trasferimento tecnologico, Giovanni Cortella, coordinatore di Start Cup Udine, e alla ricerca, Francesco Pitassio, e il referente dell’Ateneo per l’attività trasversale università-impresa di Inest, Piergiorgio Comuzzo. Sono anche intervenuti Sara Gregori Diez, dell’Università di Perpignan, e Stefano Delfino, di Invitalia.

Tre menzioni speciali

Start Cup prevedeva anche tre menzioni speciali, con un riconoscimento di 1000 euro ciascuna. Per la sezione “Imprenditoria femminile”, dedicata a un gruppo composto da una maggioranza di donne, la menzione è andata a Higher education games generation (hEGGs). Si tratta di giochi da tavolo educativi fisici e digitali per la didattica Stem, la formazione aziendale e il marketing esperienziale, con approccio game-based learning. La menzione “Climate change”, destinata a un progetto che impatti sul cambiamento climatico, è stata assegnata a Grel, per la sua soluzione che favorisce la produzione di terriccio fertile da rifiuto organico. La menzione “Innovazione sociale” è stata vinta dal progetto Pem.Chat: l’intelligenza artificiale Pem crea profili autentici per favorire incontri, traduce il linguaggio in identità vive.

Across e Inest, due premi per servizi e opportunità

Sono stati anche assegnati due riconoscimenti che permetteranno ai vincitori di usufruire di servizi e opportunità per trasformare un’idea progettuale in impresa. In particolare, grazie a un percorso di “accelerazione” personalizzato con un esperto.

Il premio Across, il programma universitario transfrontaliero europeo, è stato assegnato al progetto Microbes to the rescue. Obiettivo del progetto è commercializzare un consorzio microbico in grado di migliorare vari aspetti della salute di barbatelle di vite. I vincitori potranno usufruire anche di una visita studio all’università francese di Perpignan.

Il premio Inest, l’ecosistema triveneto dell’innovazione green e digitale, è stato attribuito ai progetti Fungi Fiber Digest, Microbes to the rescue ed hEGGs. Il riconoscimento consentirà a tre progetti di accedere a un percorso di accelerazione personalizzato con un esperto.

Quattro progetti al Premio nazionale dell’innovazione

Per partecipare al Premio nazionale dell’innovazione (Pni), il 4 5 dicembre a Ferrara, sono stati inoltre selezionati quattro progetti: Agrichange, Fungi Fiber Digest, Grel e Microbes to the rescue.

Gli “archimede”

Il gruppo che ha ideato Agrichange è composto da: Giulia Anedda, Enrico Calderan, Ethan Castellarin, Mirco D’Agnolo, Tommaso Driutti, Claudia Gallinaro, Francesco Marchetto, Alessandro Prennushi, Sara Taddei.

Il team che ha progettato Argos è formato da: Denis Tavaris, Luca Gemolotto, Alberto De Zan, Andrea Nora, Gabriele Fanna.

Artify è stato inventato da Stefano Colombera e Federico Belluz.

Il gruppo che ha realizzato Fungi fiber digest è composto da: Enrico Daniso, Michele Scariot, Nicolò Pini, Mauro Spanghero.

L’equipe che ha ideato Grel è formata da: Stefano Gregoratti, Luca Cudia, Laura Busuioc, Diletta Tosetto, Sergio Figueroa.

hEGGs è stato creato Cinzia Battistella, Giovanna Attanasio, Irene Bubbola.

Il progetto Microbes to the rescue è opera di Giovanni Del Frari, Martina Lucci, Pietro Bianco.

Pem.chat è stato concepito da Marco De Santis, Ashley Andrea Squarcio e Pietro Saveri.

La valutazione, comitato e criteri

Gli 11 progetti sono stati giudicati da un Comitato di valutazione in base a sette criteri: valore del contenuto tecnologico o di conoscenza, realizzabilità tecnica, potenzialità di sviluppo e ambizione del progetto, adeguatezza delle competenze del team imprenditoriale, attrattività del mercato di riferimento, qualità e completezza della documentazione e impatto ambientale e sociale.

Chi poteva partecipare

I gruppi potevano essere formati da: studenti, assegnisti di ricerca, ricercatori o docenti delle nove università (Udine, Padova, Verona, Ca’ Foscari e Iuav di Venezia, Trento, Bolzano, Trieste, Sissa) che partecipano Inest, di cui almeno uno dell’Ateneo friulano; studenti delle scuole superiori; spin off universitari o accademici e start up innovative costituiti dopo il 1° ottobre 2024.

Gli obiettivi di Start Cup

Start Cup Udine è finalizzata: alla diffusione della cultura dell’innovazione nel mondo accademico e nel contesto economico territoriale, alla selezione d’idee d’impresa, allo sviluppo di spin-off universitari e start up innovative che trasformino le idee originali in idee imprenditoriali. L’iniziativa si propone, inoltre, di promuovere la contaminazione e la sinergia tra idee, ricerca, start up e spin off, imprese, investitori e competenze interdisciplinari. (sg)

GLI 11 PROGETTI FINALISTI

Agrichange

Il progetto “Agrichange” sviluppa un sistema basato su campi magnetici statici per trattare i semi prima della semina. Il processo, noto come “magnetopriming”, attiva i meccanismi biologici interni dei semi, migliorandone germinazione, vitalità e uniformità di crescita. In questo modo si ottengono colture più produttive e resistenti a stress ambientali come siccità e salinità. Il macchinario è progettato per essere modulare e adattabile, con applicazioni sia in contesti sperimentali sia in ambito agricolo-industriale. L’innovazione nasce dall’integrazione di competenze in ingegneria, scienze agrarie ed economia, con l’obiettivo di ridurre l’uso di risorse naturali e input chimici, garantendo al tempo stesso rese più elevate e sostenibili. Agrichange mira a fornire soluzioni a imprese agricole e sementiere per aumentare efficienza e sostenibilità, affrontando le sfide ambientali e produttive del futuro.

Il gruppo che ha ideato “Agrichange” è composto da: Giulia Anedda (Technical advisor), Enrico Calderan (Technical advisor), Ethan Castellarin (Tech product strategist), Mirco D’Agnolo (Technical manager), Tommaso Driutti (Financial analyst), Claudia Gallinaro (Project manager), Francesco Marchetto (Business analyst), Alessandro Prennushi (Technical advisor), Sara Taddei (Design manager).

Argos

Il progetto “Argos” è un innovativo sistema di sorveglianza basato su flotte di droni autonomi per la sicurezza pubblica e privata. Utilizzando droni elettrici dotati di telecamere Rgb e termiche, Argos sostituisce ronde con auto e personale armato con una soluzione più veloce, economica e sostenibile. Il sistema offre monitoraggio h24 in tempo reale, garantendo copertura dinamica e precisa di aree industriali, urbane e private, riducendo rischi e impatto ambientale. Grazie all’integrazione di algoritmi avanzati di navigazione, anti-collisione e visione artificiale, Argos rappresenta un modello scalabile e modulare di smart security. Rivolto a imprese, enti pubblici e privati, propone pacchetti di abbonamento flessibili e servizi on-demand. Attualmente si colloca a TRL 6/7, con prototipi testati e validati in scenari rilevanti, in evoluzione verso l’adozione in contesti operativi reali.

Il team che ha progettato “Argos” è formato da: Denis Tavaris (Commercial & social media manager), Luca Gemolotto (Head of research), Alberto De Zan (Computer vision specialist), Andrea Nora (Path planning engineer), Gabriele Fanna (Collision avoidance engineer).

Artify

Il progetto “Artify” è una piattaforma di intelligenza artificiale che rivoluziona le visite culturali rendendole esperienze uniche, personalizzate e coinvolgenti. Utilizzando i contenuti già disponibili nei musei (schede, cataloghi, documenti), genera audioguide dinamiche, quiz educativi, giochi interattivi e sottofondi musicali, adattandosi in tempo reale a lingua, età, interessi e tempo a disposizione del visitatore. Senza necessità di hardware dedicato, Artify riduce i costi per le istituzioni e amplia l’accessibilità anche per bambini e persone con disabilità visive o cognitive. Inoltre, offre ai musei un sistema avanzato di reportistica che analizza preferenze, interazioni e gap informativi, fornendo insight strategici per migliorare la fruizione e valorizzare il patrimonio. Una soluzione scalabile e replicabile, pensata per grandi istituzioni e piccoli musei che vogliono offrire un’esperienza moderna e inclusiva.

“Artify” è stato inventato da Stefano Colombera (IT manager) e Federico Belluz (Customer relationshipmanager).

Ask Kora

Il progetto “Ask Kora” è un assistente di intelligenza artificiale progettato per eliminare le micro-interruzioni che compromettono concentrazione ed efficienza nel lavoro digitale. Ogni giorno professionisti e team devono gestire e-mail, chat interne, notifiche, calendari e attività ripetitive su più applicazioni, perdendo tempo e produttività. Ask Kora interviene come hub intelligente capace di integrarsi con i principali strumenti operativi, automatizzare task e coordinare azioni tramite voce o testo. La sua forza risiede nell’approccio plug-and-play, nell’orchestrazione multi-app e nell’interazione hands-free, che semplificano flussi di lavoro e favoriscono continuità operativa. Il progetto si rivolge a knowledge worker, aziende e professionisti digitali che vogliono ridurre il carico cognitivo e aumentare le performance quotidiane. Con un modello in abbonamento e una roadmap scalabile, Ask Kora punta a diventare la piattaforma di riferimento per la produttività basata su intelligenza artificiale.

“Ask Kora” è stato concepito da Leonardo Barazza (Ceo) e Dennis Bragatto (Cto).

Esponity

Il progetto “Esponity” è una piattaforma che connette artigiani e locali (bar, ristoranti, hotel, B&B) trasformando gli spazi pubblici in vetrine d’arte viva. Gli artigiani espongono gratuitamente pezzi unici di design; i locali ottengono arredo originale e rinnovabile, senza costi di acquisto. Ogni opera è dotata di QR code o tag NFC: un semplice tap porta al profilo dell’artigiano o allo shop, consentendo l’acquisto immediato e tracciato. Il modello è win-win: abbonamenti per gli artigiani, commissioni del 10–15% sulle vendite e revenue sharing con i locali per incentivare la promozione in-store. Esponity offre analytics sulle scansioni, supporto logistico leggero e assicurazione, creando una community che valorizza il Made in Italy, la sostenibilità e il turismo esperienziale. Obiettivo: scalare city-by-city, diventare lo standard dell’arredo artigiano “phygital” e generare nuove opportunità economiche per creativi e spazi di ospitalità. Avvio in città pilota per poi passare a livello.

“Esponity” è stato creato da Cristian Pravisani (Co-founder & Ceo, Business development e Relazioni pubbliche) e Giovanni Varutti (Co-founder & CTO, sviluppo software e tecnologia).

Fungi fiber digest

Il progetto “Fungi fiber digest” nasce dalla considerazione che il miglioramento della degradabilità ruminale della fibra dei foraggi è da sempre un obiettivo primario nel settore dell’alimentazione dei ruminanti. Foraggi con fibra molto degradabile aumentano l’energia disponibile delle razioni e consentono di ridurre l’impiego di elevati quantitativi di farine di cereali, con effetti positivi sulla riduzione dei costi alimentari. Si hanno anche benefici effetti sul benessere animale, poiché le razioni basate su foraggi stimolano la ruminazione e rispondono meglio alla naturale fisiologia digestiva del ruminante. Fungi Fiber Digest si propone di utilizzare estratti dalle biomasse di scarto della coltivazione di funghi eduli, ricchi di enzimi fibrolitici, all’atto dell’insilamento dei foraggi. Durante il processo di insilamento gli enzimi degradano la fibra dei foraggi e possono anche avere una azione di degradazione di micotossine eventualmente presenti. Complessivamente, questo trattamento del foraggio all’insilamento unisce miglioramenti di efficienza produttiva degli animali, sostenibilità ambientale per il recupero di biomasse e sicurezza degli alimenti ottenibili dagli allevamenti di bovine da latte.

Il gruppo che ha realizzato “Fungi fiber digest” è composto da: Enrico Daniso (Sviluppatore), Michele Scariot (Sviluppatore), Nicolò Pini (Direttore finanziario e fundraiser), Mauro Spanghero (Esperto di nutrizione e alimentazione animale).

Grel

Il progetto “Grel” nasce dall’Università di Udine con l’obiettivo di rendere il compostaggio semplice, igienico e accessibile a tutti. Il prodotto Polvar è una miscela brevettata che accelera la trasformazione dei rifiuti organici, elimina odori e insetti, assorbe i liquidi e produce un compost ricco di nutrienti (+150% rispetto ai metodi tradizionali). Grazie a questa innovazione, anche chi vive in contesti urbani con spazi ridotti può compostare in modo pratico e senza problemi, contribuendo alla riduzione dei rifiuti e alla rigenerazione dei suoli. Il mercato è ampio: 26 milioni di famiglie e oltre 1,1 milioni di aziende agricole in Italia. La strategia prevede un primo focus sul B2C, per creare “awareness” e generare ricavi rapidi, e successivamente il B2B, con scuole, comunità e aziende agricole. Grel ha già ottenuto riconoscimenti nazionali (vincitori Enactus 2025) e ha partecipato alla World Cup di Bangkok.

Il team che ha ideato “Grel” è formato da: Stefano Gregoratti (Project manager), Luca Cudia (Technical & scientific manager), Laura Busuioc (Financial manager), Diletta Tosetto (Communication manager), Sergio Figueroa (Digital development manager).

Higher education games (hEGGs)

Il progetto “hEGGs” è una startup che applica il “game-based learning” per innovare formazione e marketing. In particolare, progetta giochi seri educativi da tavolo e digitali con l’obiettivo di rendere l’apprendimento più efficace e coinvolgente e di fornire alle imprese strumenti distintivi di comunicazione e di engagement. Le soluzioni proposte si articolano in quattro linee: giochi personalizzati per eventi aziendali, giochi personalizzati per marketing esperienziale e brand activation, giochi standard per la didattica Stem e management, piattaforma digitale con giochi in abbonamento. La proposta combina rigore scientifico e competenze di game design, trasformando concetti complessi in esperienze concrete e accessibili. Il modello integra progetti ad alto valore aggiunto con ricavi ricorrenti e digitali, garantendo sostenibilità e scalabilità.

“hEGGs” è stato creato Cinzia Battistella (Responsabile strategia), Giovanna Attanasio (Responsabile prodotto e game design), Irene Bubbola (Responsabile business e operations).

Microbes to the rescue

Il progetto “Microbes to the rescue” sviluppa una tecnologia per ridurre la mortalità e aumentare la resistenza delle barbatelle di vite. La mortalità può superare il 50% in certe combinazioni portinnesto/varietà e oltre il 90% delle barbatelle prodotte risulta infetto. Le soluzioni esistenti (trattamenti chimici, acqua calda, singoli microrganismi) sono parziali e poco efficaci. La soluzione proposta è un consorzio microbico composto da decine di microrganismi isolati da viti selvatiche. Applicato al momento dell’innesto, il consorzio manipola il microbioma della pianta, riducendo fino al 75% l’abbondanza del principale patogeno e diminuendo i sintomi fino al 65%. In alcune varietà la mortalità delle barbatelle è dimezzata e la crescita vegetativa raddoppiata. L’impatto è duplice: economico, riducendo i costi di produzione e migliorando la sopravvivenza delle barbatelle; e ambientale, in linea con le direttive dell’Unione europea per ridurre la chimica in agricoltura e le emissioni di CO₂.

“Microbes to the rescue” è stato inventato da Giovanni Del Frari (Ceo e responsabile scientifico), Martina Lucci (Ricerca e sperimentazione), Pietro Bianco (Business development / operazioni).

Pem.chat

Il progetto “Pem.chat” è un luogo in cui si torna a conoscersi davvero: le conversazioni vengono prima di tutto e l’intelligenza artificiale proprietaria Pem traduce il linguaggio in identità vive e non auto‑dichiarate, così i match nascono da affinità reali e non da “swipe” tra profili vuoti. Al centro c’è la sicurezza e il benessere: privacy‑by‑design, dati cifrati e un ambiente che protegge da pressioni psicologiche, cyberbullismo e solitudine, favorendo legami che possono sbocciare anche offline. Si rivolge soprattutto a giovani adulti e studenti, partendo dall’amicizia per arrivare, quando c’è sintonia, a relazioni durature e sane. Un modello “freemium” con piani premium e licenze B2B sostiene la crescita: l’obiettivo è di 200k MAU in tre anni e break‑even in circa 14 mesi, supportati da un round pre‑seed da €200k per beta release, marketing e prime assunzioni.

Il progetto “Pem.chat” è stato concepito da Marco De Santis (Ceo), Ashley Andrea Squarcio (Cto) e Pietro Saveri (Cco).

Secure motion

Il progetto “Secure motion” è un plug-in di intelligenza artificiale per la sicurezza video aeroportuale che si innesta sui VMS esistenti e gira on-prem, senza nuovo hardware. Analizza in tempo reale i flussi delle telecamere e risolve tre criticità tipiche delle control room: troppi falsi positivi, lentezza nelle verifiche, scarsa interoperabilità. I moduli includono: riconoscimento facciale con watchlist gestibili, rilevazione oggetti in aree sensibili (bagagli incustoditi, varchi, corsie), analisi comportamentale e anomaly detection. Il motore di correlazione prioritizza gli allarmi, crea “incident timeline”, suggerisce azioni e riduce il MTTR. Privacy-by-design nativa: processing locale, supporto DPIA, policy di retention, audit log e accessi per ruolo. API aperte per integrare VMS/PSIM/dispatch. Aggiornamenti continui dei modelli, dashboard KPI e SLA enterprise garantiscono qualità, mentre l’architettura plug-in scala da pochi nodi a interi campus senza lock-in.

“Secure motion” è stato progettato da Giacomo Donati (Ceo), Filippo Stazi (Cto) e Eugenio Donati (Advisor). (sg)