Il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano ha voluto rendere omaggio a Silvia Franceschi che, il 19 settembre, ha concluso il suo settennale mandato come Direttore scientifico dell’istituto. Franceschi, esperta internazionale di Epidemiologia oncologica, ha rivestito un ruolo importante nella nascita del CRO, nel 1984, e nella sua affermazione come Centro di alta specializzazione e di rilievo nazionale e internazionale per l’oncologia. In suo onore, è stata organizzata una lectio magistralis dal titolo Il Quinto Codice europeo contro il Cancro: la prevenzione dagli Anni Ottanta a oggi, martedì 21 ottobre, nella sala convegni dell’istituto.

La prima ‘versione’ del Codice europeo contro il cancro risale al 1987; da allora, le indicazioni sono state periodicamente aggiornate in base alle nuove evidenze scientifiche, grazie al lavoro di un gruppo di esperti, tra i quali la dottoressa Franceschi, impegnata fin dall’inizio in questo progetto (voluto dalla Commissione Europea) e che, nell’ultima edizione, ha presieduto il team dedicato al rapporto tra neoplasie e infezioni.

Il quinto European Code Against Cancer (ECAC5 – link) è stato presentato ufficialmente al Convegno annuale ESMO (European Society for Medical Oncology), in programma a Berlino il 19 ottobre. La lezione al CRO, dunque, è stata l’occasione per conoscere, in anteprima in Italia, i contenuti e le raccomandazioni su stili di vita, fattori ambientali e interventi medici specifici per la popolazione europea.

CANCRO E INFEZIONI. “Cinque infezioni – ha ricordato Franceschi – sono alla base di circa il 5% di tutti i tumori nell’UE, principalmente a carico di stomaco, cervice uterina e fegato. I tumori legati all’HPV (Papillomavirus umano) sono i più diffusi nelle donne, mentre quelli causati da virus da epatite B e C e dall’Helicobacter pylori prevalgono negli uomini. Geograficamente, la maggiore incidenza di neoplasie causate da infezioni si riscontra nell’Europa meridionale e in prossimità del confine orientale”.

“Ripercorrendo la storia, nel primo Codice non si faceva alcun riferimento al rapporto tra infezioni e cancro: l’enfasi era posta su stile di vita e screening. Nel 2003 – prosegue Franceschi – il Codice ha introdotto la raccomandazione per la vaccinazione contro l’epatite B (HBV, disponibile da 20 anni, ndr). Per la prima volta, quindi, s’invocava un’immunizzazione universale, poiché quella selettiva (per i gruppi ad alto rischio) raramente funziona. Questo è un problema ancora oggi, perché le infezioni oncogene tendono effettivamente a concentrarsi nelle sottopopolazioni più vulnerabili”.

“Nel 2015, è stata aggiunta anche la vaccinazione contro l’HPV, ma solo per le ragazze. Sebbene la straordinaria efficacia del vaccino fosse già ben nota, la scarsità e l’elevato costo dell’immunoprofilassi hanno incoraggiato a rivolgersi solo al target prioritario, ovvero le adolescenti. Ora, il nuovo Codice raccomanda la vaccinazione contro l’HPV anche per i ragazzi. L’incidenza del cancro associato al Papillomavirus, come già ricordato, è maggiore nelle donne rispetto agli uomini, ma vaccinare anche i ragazzi è diventato economicamente conveniente e aiuterà anche tutti gli individui non vaccinati”.

“La grande novità del quinto Codice è la raccomandazione rivolta ai cittadini di sottoporsi a test e trattamenti per epatite B e C, HIV ed Helicobacter pylori. Sebbene queste infezioni siano molto diverse tra loro, condividono sostanziali miglioramenti nell’efficacia e nell’accessibilità economica dei test diagnostici non invasivi e dei farmaci orali”.

“Insistere sulla prevenzione – conclude la scienziata – è importante perché si stima potrebbe evitare il 40-50% di morti per tumore in Europa. I medici e i ricercatori hanno un ruolo speciale nell’informare i cittadini per contrastare le quasi irresistibili lobby dei prodotti a base di nicotina, alcolici e cibi ricchi di grassi e zuccheri”.