L’eccezionale veduta della Piazza della Borsa a Trieste al chiaro di luna realizzata dal pittore Ippolito Caffi, nativo di Belluno, è appartenuta per anni alla collezione privata tedesca del pittore Leo von Klenze e il 22 novembre sarà tra i protagonisti dell’asta autunnale di Lempertz, la casa d’asta privata più antica d’Europa con sede a Colonia. L’olio su tela ha una stima tra i 70.000 e 90.000 euro.
Durante tutta la carriera di Caffi sono unicamente due le vedute della Piazza della Borsa di Trieste, città dove la sua attività pittorica è documentata nel biennio 1839-40, commissionate da due collezionisti di spicco dell’epoca: la prima, del 1830, su richiesta di Prospero Fontana, e la seconda, al chiaro di luna, su commissione di Cristo Ranieri ed esposta alla prima Mostra della Società di Belle Arti del 1840 (Catalogo delle opere esposte alla Società di Belle Arti di Trieste, anno I, 1840, p. 7 cat. 100).
Nessuna delle due tele triestine sembra essere finora conosciuta in una riproduzione, e il ritrovamento della tela, Veduta della Piazza della Borsa a Trieste al chiaro di luna, già appartenuta al pittore tedesco Leo von Klenze, si può considerare una importantissima aggiunta al catalogo di Caffi.
Pittore e patriota, dopo un primo alunnato a Belluno, città natale, Ippolito Caffi viene avviato all’attività artistica a Padova e successivamente a Venezia, dove è ammesso all’Accademia – frequentata dal 1827 al 1829 – vincendo già nel 1830 un premio per la prospettiva. Trasferitosi a Roma, dal 1823 al 1843, ha trascorso il seguito della sua esistenza tra diverse città e nazioni, impegnato in una attività pittorica da subito molto apprezzata e redditizia, ma anche in attività politica militante, che gli è costata esili, prigionie e infine la morte, avvenuta nell’ambito della Battaglia di Lissa nel 1866.
Formatosi sui modelli vedutisti veneziani del Settecento, Caffi si emancipa dalla suggestione del genere: riesce a modernizzare il vocabolario pittorico esplorando nuovi punti di vista, notturni, con una predilezione per la resa di particolari eventi atmosferici, spesso optando per un netto vigore cromatico ma attenuando i contorni ed immergendo le scene in ampie e strutturate costruzioni prospettiche, come in questo caso.