Il Galpa Fvg in prima linea a fianco di pescatori e aziende per innovare e trasformare un prodotto di cui c’è sempre meno disponibilità in natura
Si è svolto questa mattina in Camera di commercio Venezia Giulia il convegno dal titolo “Il futuro del prodotto ittico in Alto Adriatico: cambiamenti climatici, trasformazione di prodotto e nuovi scenari di consumo”. Nell’incontro sono state trattate tematiche quanto mai attuali, che toccano da vicino non solo gli operatori della pesca e dell’acquacoltura, ma l’intera filiera alimentare, le comunità costiere e il futuro stesso del nostro rapporto con il mare.
L’Alto Adriatico è una delle aree più ricche e complesse del Mediterraneo.Un mare che da sempre rappresenta una risorsa vitale, un patrimonio di biodiversità e cultura, ma anche un ecosistema fragile, oggi messo alla prova da pressioni ambientali, economiche e climatiche senza precedenti.

Negli ultimi anni, gli effetti del cambiamento climatico — l’aumento delle temperature marine, la variazione della salinità, la modifica dei cicli biologici delle specie — stanno incidendo profondamente sulla produttività, sulla distribuzione del pescato e sulla sostenibilità delle attività tradizionali.
L’incontro, come peraltro Fish Very Good, sono iniziative della Camera di commercio Venezia Giulia e del Galpa FVG finanziate nell’ambito del PN FEAMPA – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi Pesca e Acquacoltura 2021 – 2027” – Regione Friuli Venezia Giulia.
“Produzione e condizioni ambientali sostenibili – sono le parole di Stefano Zannier, assessore alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione Friuli Venezia Giulia – stanno assieme dal punto di vista culturale e da quello ambientale, perché altrimenti in futuro non ci sarebbe più produzione. Il comparto della pesca ha al suo interno delle componenti che soffrono in maniera pesante le situazioni generate dagli organismi alieni, penso al granchio blu o alle mucillagini e questo va a colpire la molluschicoltura. Altre parti del comparto pesca con rete o piccola pesca che danno risultati diversi. La piccola pesca è colpita dagli effetti del granchio blu, ma in generale è un comparto che ha due velocità completamente diverse”.
“Puntiamo molto sui giovani – ha spiegato Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia – e l’obiettivo di Fish Very Good è anche quello di far conoscere il prodotto dell’Alto Adriatico, ovvero quel pesce povero che si tende a non cucinare anche se in realtà è molto buono. Facciamo promozione nelle scuole, nelle pescherie e nei ristoranti dove proponiamo questo pescato con caratteristiche organolettiche importanti. A fianco di questa azione poniamo grande attenzione al tema della trasformazione del pescato con una filiera che sta crescendo con anche nuove opportunità per le piccole imprese. Per noi è fondamentale sostenere i giovani per avvicinarli a questo settore che ora è molto tecnico e innovativo ed è in grado di costituire un ottimo sbocco lavorativo”.
“Le problematiche del settore della pesca sono note e riducono l’offerta e mettono a repentaglio l’attività dei pescatori – ha spiegato Pierluigi Medeot, presidente del Gruppo di azione locale per la Pesca e l’acquacoltura Friuli Venezia Giulia (Galpa Fvg) – ed è un problema che riguarda l’intero Alto Adriatico e ci ripromettiamo di studiarne gli effetti assieme ai Galpa del Veneto e dell’Emilia Romagna. La Regione ha delegato l’attività del Galpa Fvg alla Camera di commercio Venezia Giulia – prosegue – per aiutare gli imprenditori della pesca, dell’acquacoltura, della molluschicoltura a trovare soluzioni per affrontare le tematiche in campo, diversificando le attività di pesca, lavorando e promuovendo il prodotto, assistendo le aziende sui vari fronti che vanno dalla creazione dell’impresa al reperimento del risorse. Con l’incontro odierno, inoltre, abbiamo agganciato il prodotto pesca ad altre realtà attraverso le quali si cerca di valorizzarlo”.
“I cambiamenti climatici, sono avvenuti da sempre nel Mediterraneo – ha riferito Diego Borme, ricercatore dell’Ogs – ma oggi lo fanno con dei tempi molto più rapidi che stentano a far sì che l’ambiente riesca ad adattarsi velocemente e comportano a cascata problematiche nella gestione delle risorse e nella capacità degli operatori del settore di adeguarsi ad altre specie che provengono da acque più calde o alle specie aliene”.
“I fasolari negli ultimi anni hanno subito una diminuzione di presenza in mare – dice Massimo Pedronetto, ad di Op I Fasolari – non per lo sforzo di pesca ma per il cambiamento climatico: basti pensare che il cambiamento climatico può determinarne la moria e, per valorizzare il prodotto e supportare la diminuzione di prezzo dovuta alla diminuita raccolta del prodotto abbiamo iniziato un processo di trasformazione dal mezzo guscio alla polpa di fasolari”.
Carlotta Santolini, ceo di Mariscadoras, ha raccontato che la sua azienda ha creato la prima filiera italiana del granchio blu. “Ogni giorno – ha detto – noi acquistiamo il granchio blu dal Delta del Po e lo trasformiamo in prodotti sia per i supermercati che per l’Horeca italiana sotto forma di polpette, sughi, polpa di granchio al naturale e lo esportiamo anche negli Stati Uniti, trasformando questo prodotto non in un problema ma in una risorsa”.
Alessio Greguoldo, di Ostrica la Perla del Delta, ha ricordato che “dal 2016 hanno importato in Italia una tecnica innovativa che attraverso energie rinnovabili, fotovoltaico ed eolico, ha riprodotto l’effetto marea nel Delta del Po, creando le condizioni per dar vita a un prodotto di eccellenza allevando in verticale le ostriche, con tanta manualità per quanto riguarda la lavorazione che ha generato numerosi posti di lavoro”.
Stefano Ferluga di Cape Trieste ha raccontato che la sua è “una piccola azienda che si occupa di prodotti ittici sottolio, in particolare del pesce azzurro del mare Adriatico, nata nel 2022 e ora capace di distribuire in regione ma anche in Veneto ed Emilia Romagna. È un prodotto di nicchia curato nei minimi dettagli, dalla pesca all’inscatolamento, con antiche ricette che prevedono l’utilizzo di sale naturale, olio d’oliva e niente conservanti”.
Genny Busetto, co-fondatrice di Mitilla, ha sottolineato che “la cozza di Pellestrina è la selezione del nostro vivaio dove produciamo cozze da tre generazioni e abbiamo deciso di creare un prodotto di altissima qualità che da commodity è diventato un brand, perché solo i frutti migliori diventano Mitilla, che è perfettamente tracciabile e deriva solo dal nostro vivaio”.
“Borsa merci raccoglie per conto di Unioncamere e su indicazione del ministero delle Imprese e del Made in Italy i dati relativi ai mercati all’ingrosso del settore ittico – ha affermato Fabrizio De Giacomi, responsabile dei mercati all’ingrosso di Borsa merci telematica italiana – con più di mezzo milione di rilevamenti negli ultimi anni che consentono di avere una visione complessiva di ciò che accade nei mari italiani. Abbiamo un incremento complessivo del prezzo della specie ittica pescata già da almeno 3-4 anni e lo osserviamo con differenze da prodotto a prodotto. C’è stato un chiaro aumento del prezzo del pesce azzurro – continua – e del pesce bianco in generale, come anche dei fasolari e delle vongole, con un trend simile e meno marcato per i prodotti di allevamento. Alcune differenze ci sono, ad esempio, per le mazzancolle che hanno avuto un calo delle quotazioni dovuto ad un aumento delle catture, uno dei pochi casi in cui il prezzo è diminuito a causa di un aumento dell’offerta dovuto al cambiamento climatico e della capacità della specie di occupare il proprio spazio biologico”.