Questo pomeriggio il sindaco Roberto Dipiazza e l’assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi, hanno consegnato la targa ricordo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste nelle mani dell’imprenditore Donato Riccesi per il 75° anno di attività della Ennio Riccesi Holding, celebrato con un convegno nella sede John Reed di corso Italia 5 alla presenza anche del presidente del Consiglio comunale Francesco Di Paola Panteca e del presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

Alla Ennio Riccesi Holding

in occasione del 75° anniversario della sua fondazione 

per l’attività svolta con successo nel settore pubblico e privato delle costruzioni.

Tre generazioni di appassionati professionisti.

Con stima e gratitudine,

l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi e il sindaco Roberto Dipiazza

“Ennio Riccesi, la sua famiglia e la sua azienda hanno insegnato alla città la cultura del lavoro e perciò il Comune di Trieste scelto di celebrare questo importante anniversario con una dedica dell’Assessorato alla Cultura”, ha esordito l’assessore Giorgio Rossi: “Ennio sapeva come si lavora e aveva una conoscenza enciclopedica del settore edilizio. Ha saputo riunire attorno a sé il gruppo di imprenditori, professionisti e colleghi che hanno costruito l’attuale Trieste. Io sono personalmente appassionato di edilizia, da ragazzo passavo le mie estati nei cantieri con la fame di imparare, in tempi in cui non si andava troppo per il sottile. Mi sono formato nello storico studio dell’ingegner Razzini attraverso il quale sono passati i titani di Trieste. Tra questi c’era Ennio, con cui ho avuto l’onore di lavorare, costruire un rapporto d’amicizia durato per tutta la sua vita e poi esteso alla sua famiglia. Il lavoro è un valore fondamentale della nostra società secondo la Costituzione italiana. Ennio mi ha insegnato l’etica e la cultura del lavoro, sulle basi dell’impegno, del rispetto, della passione e del lavoro di squadra”.

Dunque la chiosa del sindaco Roberto Dipiazza: “Ricordo con affetto quando ero un giovane imprenditore emergente e guardavo con ammirazione al nome, già celebre in città, di Ennio Riccesi. In seguito ho avuto l’onore di conoscerlo, è stato un maestro di vita, una persona straordinaria e indimenticabile. I nostri erano anni in cui ci si alzava all’alba, ci si rimboccava le maniche, si aveva brama di lavorare, davanti alla vita ci si sentiva in dovere prima che in diritto. Che nella vita bisogna lavorare e osare, vorrei passasse questo messaggio ai giovani. Oggi mi pregio della bellissima amicizia di Donato Riccesi e devo dire grazie a questa vita e a questa città meravigliose per avermi dato l’opportunità di conoscere persone stupende come voi. Ringrazio inoltre Donato, le persone come lui e le aziende come la sua, perché insieme abbiamo costruito Trieste, l’abbiamo resa una città che colleziona primati, riconoscimenti, prestigio in tutti gli ambiti. Si pensi al progetto di rigenerazione urbana trigenerazionale per il Porto Vecchio-Porto Vivo, che sta trasformando i 66 ettari affacciati sul mare dell’antico scalo asburgico troppo a lungo dimenticato in un nuovo rione, cuore pulsante della città in stile post-industriale: lo cito davanti a una platea di imprenditori perché può comprendere al massimo le sue immense potenzialità”.