Si chiama Silver in Alps ed è il progetto pilota avviato nella montagna della Carnia per agire sul benessere cognitivo della popolazione anziana che risiede in aree periferiche o “ultraperiferiche”, condotto per un campione di 65 over 70enni in 9 comuni della Carnia, nel corso dell’estate 2025. Il progetto prevedeva un training cognitivo somministrato per via telefonica da figure professionali formate e ha prodotto risultati sorprendenti, sulla base di un test di valutazione e dei questionari somministrati pre e post allenamento che ne hanno misurato in modo oggettivo e soggettivo l’efficacia. Otto partecipanti su 10, infatti, dimostrano un incremento significativo della propria efficienza cognitiva globale. Sempre 8 soggetti su 10 hanno mostrato miglioramenti nel dominio mnesico (capacità della memoria), in particolare per il consolidamento e richiamo delle informazioni. E ancora 7 partecipanti su 10 hanno potenziato in modo significativo le proprie funzioni esecutive, registrando progressi nella flessibilità cognitiva e nei processi di inibizione e di controllo attentivo, abilità fondamentali per la vita quotidiana. Infine, sempre 7 partecipanti su 10 hanno mantenuto o migliorato la propria performance in compiti che coinvolgono processi attentivi e funzioni verbali. ll 90% dei partecipanti ha riferito di aver percepito benefici dal percorso, sia in termini di maggiore prontezza mentale, sia di maggior senso di autoefficacia e di beneficio derivante dall’interazione con l’operatrice. Inoltre, in media, i partecipanti hanno segnalato un miglioramento della percezione di efficienza cognitiva e un aumento del benessere emotivo.

I dati di Silver in Alps 2025 sono stati presentati dai promotori nella mattinata di oggi – mercoledì 29 ottobre – a Tolmezzo, nella Sala Conferenze del Centro Servizi Museali, a seguito dell’Open Talk “Innovazione sociale e digitale per la qualità della vita nella montagna che invecchia”, promosso dalla Cooperativa sociale Cramars, che ha curato la fase di sperimentazione del progetto, realizzata in partnership con Optimens Srl-sb, nell’ambito del consorzio iNEST, attraverso risorse del PNRR che provengono dall’Unione Europea, fondo NextGenerationEU.
Condotto dalla giornalista Alessandra Ceschia della redazione Messaggero Veneto – gruppo NEM, il talk è stata un’occasione per riflettere sulla longevità in montagna attraverso le competenze e le esperienza di Anna Zenarolla del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, Laura Pagani in rappresentanza di Active Ageing, Gruppo interdisciplinare sull’invecchiamento attivo dell’Università degli studi di Udine, Olga Puccioni CEO di Optimens S.r.l. – sb e Annalisa Bonfiglioli, Vicepresidente di Cramars.
A seguire si è articolata la fase di restituzione degli esiti del progetto INEST Silver in Alps, alla quale hanno preso parte Adelia Candotti, Comunità di montagna della Carnia; Paola Dario responsabile del Servizio sociale dei Comuni della Carnia; Daniele Cortolezzis, Project Manager sul progetto INEST per UniBZ; Ludovica de Giovanni per Optimens S.r.l. – sb., Raffaella Petris per la Cooperativa sociale Cramars.
Le conclusioni del convegno sono state affidate alla presidente della Cooperativa sociale Cramars, Stefania Marcoccio, che ha sottolineato come «l’integrazione fra innovazione digitale e innovazione sociale si dimostri strategia vincente per promuovere salute, autonomia e qualità della vita nelle terre alte. Valore aggiunto è la genesi del progetto Silver in Alps, che nasce dal territorio per il territorio e ha costruito relazioni umane grazie all’apporto congiunto del mondo della ricerca e delle istituzioni locali. Ogni utente è stato protagonista del proprio percorso di allenamento cognitivo nell’ambito di un processo trasformativo verso comunità più autonome e consapevoli».
«I risultati di Silver in Alps, ha spiegato Ludovica de Giovanni per Optimens S.r.l. – sb, sono stati elaborati sulla base di una duplice valutazione: quella oggettiva, con somministrazione di un test cognitivo completo all’inizio del percorso (T0, baseline) e di un test al termine del percorso (T1). Il confronto tra T0 e T1 è stato utilizzato come principale indicatore di efficacia, per misurare i cambiamenti nei diversi domini cognitivi (memoria, linguaggio, attenzione, funzioni esecutive). Ulteriore valutazione è stata condotta sul piano soggettivo: i partecipanti hanno compilato questionari sull’autopercezione cognitiva e sul tono dell’umore, per rilevare eventuali cambiamenti percepiti nel benessere e nelle proprie capacità cognitive. Al termine del percorso è stato raccolto un feedback su utilità, benefici percepiti e desiderio di proseguire l’esperienza. Questo approccio ha consentito di monitorare in modo integrato sia i miglioramenti oggettivi nelle prestazioni cognitive, sia l’impatto soggettivo sul benessere e sulla qualità di vita».
Il sostegno per il progetto Silver in Alps deriva da risorse PNRR dell’Unione Europea, fondo NextGenerationEU, in particolare l’investimento M4C2 per la creazione e il rafforzamento di “ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità” in risposta allo Spoke 1: “Ecosystems for mountain innovations” con capofila la Libera Università di Bolzano.