Benefici salutistici sempre più evidenti, cresce anche l’innovazione ma pesano mancanza manodopera e alte temperature sui consumi
Contengono una componente di amido resistente che aiuta il microbiota nell’intestino, sono ricche di fibre, sali minerali e potassio ideali per l’attività sportiva, oltre che di polisaccaridi benefici dal punto di vista della fertilità maschile e di polifenoli anti ossidanti, sono gluten free e prive di rischi di intolleranza per i bambini. Sono solo alcune delle proprietà delle castagne che le ultime ricerche riconoscono come vero e proprio superfood. Quest’anno ne arriveranno sulle tavole oltre 55 milioni di chili, secondo le stime della Coldiretti che ha stilato un primo bilancio sulla raccolta di quello che la tradizione contadina indica come l’albero del pane, con 43mila ettari coltivati lungo lo Stivale.
Quest’anno si riscontra un andamento profondamente differente da Nord a Sud del Paese. In Campania, la principale regione produttrice con il 50% della produzione nazionale, il raccolto è stimato in lieve calo rispetto allo scorso anno, specie in Irpinia, mentre in Puglia si registra una diminuzione intorno al 20% a causa degli attacchi del cinipide. Aumento, invece, in Piemonte e Toscana: produzione in crescita, con calibri maggiori e qualità elevata. Impressioni positive anche in Emilia Romagna.
I prezzi pagati ai produttori si aggirano sui 2 euro, con un calo medio del 10% rispetto allo scorso anno, per l’effetto combinato delle temperature elevate che non favoriscono i consumi e della riduzione degli ordini dagli Stati Uniti, uno dei principali destinatari delle castagne fresche. Sui banchi di vendita le quotazioni vanno dai 4 ai 7 euro, arrivando fino a 10 euro per i marroni, anche se il prezzo può variare anche in base alla pezzatura, ovvero alla dimensione dei frutti.
Come scegliere prodotto italiano
Per scegliere prodotto italiano il consiglio di Coldiretti è di verificare l’etichetta d’origine sulle castagne in vendita, anche per evitare di mettere nel piatto senza saperlo quelle di provenienza estera, soprattutto da Turchia, Grecia, Portogallo e Spagna. Nel 2024, le importazioni hanno superato gli 11 milioni di chili, spesso commercializzati come prodotto italiano, con un impatto significativo sui prezzi riconosciuti ai produttori nazionali. I mercati degli agricoltori di Campagna Amica e le tante sagre locali rappresentano occasioni ideali per acquistare castagne italiane di qualità; chi lo desidera può rivolgersi direttamente alle aziende agricole o partecipare alla raccolta nei boschi per vivere in prima persona questa tradizione. Ancora più problematica è la situazione dei prodotti trasformati, che non sono soggetti all’obbligo di indicare la provenienza in etichetta; per la farina di castagne, in assenza di un codice doganale specifico, è addirittura impossibile sapere con certezza il volume degli arrivi dall’estero. 
Italia record di biodiversità
L’Italia vanta peraltro sedici prodotti a denominazione legati al castagno e riconosciuti a livello europeo: Marrone di San Zeno Dop (Veneto), Marrone di Caprese Michelangelo Dop (Toscana), Farina di Neccio della Garfagnana Dop (Toscana), Farina di Castagne della Lunigiana Dop (Toscana), Castagna di Vallerano Dop (Lazio), Castagna di Montella Igp (Campania), Marrone di Roccadaspide Igp (Campania), Marrone di Serino/Castagna di Serino Igp (Campania), Marrone di Castel del Rio Igp (Emilia Romagna), Marrone di Combai Igp (Veneto), Marrone del Monfenera Igp (Veneto), Castagna Cuneo Igp (Piemonte), Marrone della Valle di Susa Igp (Piemonte), Castagna del Monte Amiata Igp (Toscana), Marrone del Mugello Igp (Toscana), Castagna di Roccamonfina Igp (Campania, in riconoscimento). 
Difficoltà nella raccolta e spinta all’innovazione
La raccolta delle castagne, che avviene per oltre il 60% manualmente, sta riscontrando difficoltà significative a causa della carenza di manodopera nelle zone montane svantaggiate. In questo contesto, è fondamentale adottare soluzioni innovative per superare le sfide che il settore sta affrontando. Tra le strategie possibili, l’introduzione di tecnologie avanzate per la raccolta riduce la dipendenza dalla manodopera stagionale, mentre l’esplorazione di nuovi mercati potrebbe permettere di diversificare le fonti di reddito. Inoltre, l’implementazione di sistemi di conservazione più efficaci, come quelli per il trattamento del prodotto fresco, può garantire una maggiore competitività, soprattutto nei confronti di mercati esteri e della grande distribuzione organizzata.
La castanicoltura rappresenta ancora oggi una risorsa essenziale per l’economia agricola delle aree interne italiane. I castagneti – conclude Coldiretti – non sono solo una fonte di reddito importante, ma svolgono anche un ruolo fondamentale nella tutela ambientale e idrogeologica del territorio, contribuendo a prevenire il dissesto idrogeologico e contrastare l’abbandono dei terreni montani.
 
						 
							 
			 
			 
			