Roma ha ospitato la presentazione dei risultati finali della parte del progetto PNRR dedicata al degrado degli ambienti terrestri, costieri e marini, coordinata dall’OGS

Si conclude oggi l’evento di presentazione dei risultati dello “Spoke VS4”, una parte del progetto PNRR RETURN (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a ChangingClimate), focalizzato sul degrado ambientale. L’appuntamento è stato organizzato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS che coordina lo spoke.

Affrontare le sfide legate alla gestione del rischio e alla resilienza in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti è l’obiettivo generale del progetto Return, lanciato nel 2022 e portato avanti attraverso diversi ambiti di attività, definiti “spoke”. L’evento è stato un momento di aggregazione e condivisione scientifica dei risultati raggiunti nell’ambito dello spoke coordinato dall’OGS (il VS4), dedicato in maniera specifica al degrado ambientale, che sta per volgere al termine dopo tre anni di attività. Le due giornate hanno permesso di identificare i risultati che hanno risposto agli obiettivi generali del progetto e di evidenziare il valore aggiunto delle attività specifiche del VS4.

Le tematiche discusse sono state diverse: dall’inquinamento chimico (contaminanti tradizionali ed emergenti), alle microplastiche, dagli incendi boschivi al degrado del suolo. Il progetto ha prodotto, in particolare, nuovi dati utili alla quantificazione e alla gestione del degrado ambientale, protocolli innovativi e linee guida per il monitoraggio, anche grazie alle sinergie tra istituzioni scientifiche e le Piccole e Medie Imprese.

“I risultati presentati in queste due giornate sullo Spoke VS4 mostrano come l’approccio multirischio di RETURN si traduca in dati, protocolli e strumenti utili a chi pianifica sul territorio. È un passo concreto che rafforza prevenzione e gestione integrata dei rischi, in coerenza con gli obiettivi del progetto PNRR”, dichiara Andrea Prota, Presidente di Fondazione RETURN.

L’incontro ha visto infatti la partecipazione di Università ed Enti di ricerca coinvolti direttamente nel partenariato del Progetto RETURN ma anche di altre realtà del mondo scientifico, istituzionale e imprenditoriale, coinvolte tramite bandi previsti dal progetto per sviluppare attività sinergiche.

“Lo spoke coordinato dall’OGS è molto ampio e si occupa di esplorare e sviluppare approcci integrati per affrontare il degrado ambientale in diversi tipi di ambienti terrestri, costieri e marini a molteplici scale spaziali e temporali” afferma Cosimo Solidoro, direttore della Sezione di Oceanografia dell’OGS e coordinatore dello Spoke 4. ”L’OGS ha affrontato due grandi sfide in questi anni di attività: la prima è stata quella prettamente scientifica, la seconda, quella di instaurare un dialogo efficace con tutti i soggetti coinvolti. La varietà delle tematiche e delle realtà presenti in questi due giorni testimoniano che le sinergie sono la chiave per pensare a strategie innovative nella gestione delle grandi questioni ambientali”.

Nei due giorni si sono susseguite diverse sessioni. “Alcune più ampie hanno sintetizzato le principali attività condotte: dalla capacità di monitorare, comprendere, valutare il degrado ambientale terrestre e marino, con focus sugli ambienti lagunari e portuali, alla capacità di simulare e prevedere con approccio modellistico; dalla capacità di prevenzione alla mitigazione e bonifica del degrado” racconta Marina Lipizer, ricercatrice della sezione di Oceanografia dell’OGS, in prima linea nell’organizzazione dell’incontro, che aggiunge: “Queste sessioni si sono alternate con presentazioni più brevi su ricerche specifiche, in particolare condotte da giovani arruolati dal progetto”.

A questi momenti di restituzione ne sono seguiti altri di discussione per identificare i principali valori aggiunti del progetto, affinché le attività dello spoke svolte fino ad ora possano fornire utili strumenti futuri per una migliore comprensione dei processi e dei fattori responsabili del degrado ambientale, della sua dinamica temporale e della sua distribuzione spazio-temporale.

Il progetto RETURN

RETURN (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a ChangingClimate) è un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di NextGenerationEU. Si tratta di un partenariato esteso che coinvolge 26 partner, con l’Università degli Studi di Napoli Federico II come capofila, tra cui 12 università, 5 enti di ricerca e centri di competenza, 6 aziende private e il Dipartimento della Protezione Civile.

L’obiettivo di RETURN è rafforzare la ricerca nazionale sui rischi ambientali, naturali e antropici, promuovendo al contempo la partecipazione italiana a iniziative strategiche di rilevanza europea e globale. Il progetto, cominciato nel dicembre 2022, ha consentito di esplorare e valutare soluzioni atte a migliorare le capacità di monitoraggio, previsione e gestione dei potenziali impatti dovuti alla presenza contemporanea di un insieme di fattori di rischio sia naturali che legati alle attività umane, su scala nazionale e locale. Per maggiori informazioni, visitare il sito: https://www.fondazionereturn.it/