Giovedì 6 novembre alle ore 18, nell’auditorium di palazzo Bomben di Treviso, prosegue, con un nuovo incontro,L’architettura per tutti. Le case più famose del mondo,una rassegna di divulgazione dell’architettura, – che ogni anno toccherà una specifica categoria di edifici –, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche,a cura di J.K. Mauro Pierconti, storico dell’architettura e curatore dello spazio espositivo di Ca’ Scarpa.

In questo appuntamento, protagonista saràCasa Farnsworth di Mies van der Rohe.

Con tutta probabilità nessuna casa, dall’inizio del Novecento in poi, ha avuto una storia così movimentata e piena di sorprese come quella che Mies van der Rohe ha progettato e costruito per Edith Farnsworh a Plano, nei pressi di Chicago, tra il 1946 e il 1951.

In questa storia sono presenti tutti gli elementi di una vera e propria saga; se ne potrebbe fare uno sceneggiato di gran successo: l’incontro tra i due protagonisti, una dottoressa capace e intelligente e un architetto già famoso e avvolto da un’aura quasi sacrale per lo spessore della sua cultura e il successo universalmente riconosciuto dei suoi edifici, tra cui il Padiglione di Barcellona del 1929 e la casa Tugendhat a Brno di poco successiva.

E poi, a muoversi attorno ai protagonisti, il progetto di una residenza straordinaria in un contesto naturalistico altrettanto straordinario, lungo la riva del fiume Fox; le prime incomprensioni; una causa civile intentata dall’architetto, durata cinque anni, nel corso della quale si accumularono testimonianze, dichiarazioni, rapporti, in presenza di avvocati spregiudicati e sicuri di ribaltare la questione a colpi di scena; una campagna giornalistica orchestrata contro Mies dalla committente e dall’editore di una diffusa rivista di arredamento, interessato in quel momento a colpire in particolare gli architetti di origine europea. Una campagna che non risparmiò bassezze, come l’affermazione della giornalista che Edith Farnsworth avrebbe speso più di 70.000 dollari per una casa che «non è altro che una gabbia di vetro su pali».

Come appendice, nel 2003 – achiusura della storia dell’edificio, già passato di mano una volta –,la vendita all’asta da Sotheby’s per alcuni milioni di dollari.

Sullo sfondo, l’opera più rappresentativa di Mies van der Rohe in terra americana.

La stessa committente ricordava esattamente le parole usate da Mies quando, durante un sopralluogo, cominciava a darlenella mente una consistenza e una forma: «Qui, dove tutto è bello e la privacy non è un problema, sarebbe un peccato alzare un muro tra esterno e interno. […] Penso che dovremmo costruire una casa d’acciaio e vetro, in modo da lasciare entrare l’esterno dentro la casa».

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.Treviso, auditorium di palazzo Bomben, via Cornarotta 7, Treviso.Verranno riconosciuti i crediti formativi agli iscritti all’Ordine degli Architetti, Pianificatori e Paesaggisti e Conservatori di Treviso. La conferenza sarà visibile in un secondo momento sul sito web della Fondazione Benetton, www.fbsr.it