Novembre è il mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne con iniziative solidali e campagne di sensibilizzazione per trasformare l’impegno in un messaggio concreto e di cambiamento. Il mese di novembre riveste un significato particolare anche per l’azione della Camera di commercio Venezia Giulia. Questa mattina nella sala Desiata sono state presentate una serie di iniziative in cui protagoniste saranno le imprenditrici della Venezia Giulia.

Alla fine del 3.o trimestre 2025 il settore economico regionale consta in 137.017 “imprenditori” attivi (aggregato che comprende titolari, amministratori, soci e altre cariche nell’impresa), suddivisi in 97.524 uomini e 39.493 donne (28,8%). A livello nazionale le imprenditrici risultavano alla stessa data il 27,9% del totale. Vengono definite “femminili” quelle imprese nelle quali la percentuale di partecipazione femminile, e dunque il potere decisionale, risulta superiore al 50% (secondo criteri che naturalmente si differenziano in base alla natura giuridica dell’impresa).

E con riferimento sempre al 3.o trimestre 2025 le imprese femminili attive nella Venezia Giulia risultavano 19.959 su 87.087 con un tasso di “femminilizzazione” del 22,9%.

<Un tema di grande rilevanza per l’universo imprenditoriale femminile è quello del credito – ha rilevato il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti – e in Italia, i dati principali disponibili sul “gender credit gap” – ossia la disparità di genere nell’accesso al credito bancario – mostrano che per i finanziamenti alle famiglie (prestiti privati): le donne ricevono circa il 20% del totale del credito erogato individualmente. Situazione che ha spinto l’Ente camerale a promuovere iniziative sul tema con corsi formativi e un prodotto del Confidi Venezia Giulia studiato appositamente per le imprenditrici>.

Varie sono le azioni proposte dalla Consulta per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio Venezia Giulia. <Il Comitato – ha ricordato la presidente Cristina Rovis – ha realizzato la guida “Donne In Affari: il potere dell’educazione finanziaria”, con l’obiettivo di offrire un supporto pratico ed esaustivo, fornire gli strumenti necessari per comprendere i principi finanziari fondamentali, gestire le risorse con saggezza e sviluppare una mentalità imprenditoriale resiliente con numerosi approfondimenti. A ciò sono seguiti webinar tematici gratuiti che hanno caratterizzato tutto il 2025 che andrà a concludersi con il convegno del 21 novembre a Gorizia dal titolo “Donne e cultura oltre il confine”>.

Tenendo in considerazione di questi aspetti proprio su input della Camera di commercio Venezia Giulia nasce “Gestione Donna”, iniziativa frutto della collaborazione tra Confidi Venezia Giulia e il Comitato per l’Imprenditoria Femminile camerale. <La linea di intervento – sono le parole del direttore di Confidi Venezia Giulia, Pierluigi Medeot – si propone di facilitare l’accesso al credito delle imprese femminili di dimensioni contenute della Regione Fvg, supportandole nella realizzazione dei loro progetti e rispondendo alle loro esigenze di liquidità, contribuendo così alla loro crescita e competitività. È previsto infatti il sostegno alla liquidità aziendale e alla realizzazione di progetti di investimento per le imprese a conduzione femminile di dimensioni contenute con un importo massimo finanziabile complessivo per impresa pari ad euro 200.000”. Si tratta, come ha ricordato la funzionaria del Confidi Venezia Giulia, Gianna Culot, di un prodotto che intende dare alle imprenditrici risposte certe in tempi brevi, come ha anche rilevato l’imprenditrice Aleksandra Pangerc da anni attiva all’interno del Comitato camerale sull’imprenditoria femminile>.

Patrizia Andolfatto, direttrice operativa di Aries Scarl, azienda in house della Camera di commercio Venezia Giulia si è invece soffermata sul convegno “Donne e cultura oltre il confine” che si svolgerà a Gorizia, il 21 novembre e che si <proporrà – ha riferito – di valorizzare la centralità della donna nella costruzione dell’identità comune e nello sviluppo delle relazioni sociali e imprenditoriale a cavallo di un confine che in passato ha vissuto molte criticità>.

IMPRESE FEMMINILI SITUAZIONE AL TERZO TRIMESTE 2025 IN FRIULI VENEZIA GIULIA

In base alle statistiche rese disponibili da Infocamere alla fine del 3° trimestre 2025 risultavano attivi in Friuli Venezia Giulia 137-017  “imprenditori” (aggregato che comprende titolari, amministratori, soci e altre cariche nell’impresa), suddivisi in 97.524 maschi e 39.493 femmine (28,8%). A livello nazionale le imprenditrici risultavano alla stessa data il 27,9% del totale. (Tav. 1)

 L’universo imprenditoriale femminile vede la prevalenza della classe di età da 50 a 69 anni (19.856 imprenditrici), seguita da quella da 30 a 49 anni (12.151) e dalle ultrasettantenni (5.890); risultano dunque fortemente minoritarie le classi fino ai 29 anni (1595 persone, pari al 4,0%). (Tav. 3)

Sono 34.006 le imprenditrici attive di nazionalità italiana (86,1%), 3.790 le extracomunitarie (9,6%) e 1.671 quelle di origine straniera comunitaria (4,2%);  tra le extra-comunitarie spiccano in particolare le imprenditrici originarie da Cina (564), Serbia e Montenegro pre-indipendenza (311), Svizzera (453), Albania (295), Francia (219); numerose anche le rumene (473). La distribuzione nelle singole province della regione peraltro non è omogenea. (Tavv. 4 e 5)

 Vengono definite “femminili” quelle imprese nelle quali la percentuale di partecipazione femminile, e dunque il potere decisionale, risulta superiore al 50% (secondo criteri che naturalmente si differenziano in base alla natura giuridica dell’impresa). Si richiama l’attenzione sul fatto che le imprese “non femminili” non si possono identificare automaticamente come imprese “maschili”, cioè partecipate in prevalenza da uomini, poiché sul totale delle imprese giocano un ruolo significativo le imprese partecipate in prevalenza da soggetti giuridici.

Con riferimento al 3° trimestre 2025 le imprese femminili attive nella Venezia Giulia risultavano 19.959 su  87.087 (quindi con un tasso di “femminilizzazione” del 22,9%).

Il confronto con il 2020 mostra un calo delle imprese femminili attive complessive , fenomeno evidente sia a livello regionale che nazionale peraltro con un recente recupero nel 2025 (Gorizia +27 attive nei tre trimestri del 2025, Trieste +38, Udine +49). (Tavv. IF1-2; Graf. IF2)

I settori di attività economica con i più alti tassi di femminilizzazione (ovvero imprese femminili rapportate al totale delle imprese) sono tradizionalmente quelli delle Altre attività di servizi (che ricomprendono, tra l’altro, i servizi di parrucchiera e di altri trattamenti estetici, dei centri per il benessere fisico,  attività di tatuaggio e piercing, servizi domestici svolti da lavoratori autonomi) – in questo caso le imprese femminili sono la maggioranza (52,0% del totale imprese) – della Sanità ed assistenza sociale (39,5%), dell’Istruzione e formazione (29,3%), nonché le attività legate al settore turistico (servizi di alloggio e ristorazione, 35%)) e al commercio (25,5%).

Le imprese “femminili” sono nate per il 60% a partire dal 2010, solo il 4,3% prima del 1980.

Considerando infine la riclassificazione per classe di natura giuridica delle imprese femminili (Tav. F5; Graf. F5) si osserva la netta (e ovvia) preponderanza delle imprese individuali (71,3%), il 17,2% delle società di capitale e il 10,1% delle società di capitale, restando residuali le altre forme.