Circa un giovane su dieci (11,9%) tra i 15 e i 34 anni nel Friuli-Venezia Giulia non studia, non lavora e non è inserito in percorsi formativi.
È quanto emerge dallo studio “NEET, giovani non invisibili: sfide e risposte per attivare le risorse del futuro”, il primo rapporto di analisi e advocacy del progetto Dedalo – Laboratorio permanente sul fenomeno NEET, realizzato da Fondazione Gi Group in partnership con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, in collaborazione con ZeroNeet- il programma di contrasto al fenomeno dei NEET promosso da Fondazione Cariplo – e Fondazione Compagnia di San Paolo.
Una delle sue peculiarità è l’aver ampliato la fascia d’età della popolazione oggetto d’indagine da 15-29 anni a 15-34 anni, così da cogliere ancora più in profondità la condizione di vulnerabilità delle nuove generazioni considerando i tempi più lunghi con cui molti ragazzi e ragazze completano gli studi e raggiungono le tappe chiave dell’età adulta.
Scorrendo i dati dell’analisi, la condizione di NEET riguarda soprattutto la componente femminile, dove la quota raggiunge il 15,7%, rispetto ai maschi, tra i quali si registra un valore dell’8,4%.
Un ulteriore dato di rilievo emerge sotto il profilo anagrafico: il tasso di NEET nel Friuli-Venezia Giulia infatti cambia con l’età, passando dal 5,1% nella fascia 15-19 anni, all’11% tra i 20-24enni, al 15,6% nella fascia 25-29, fino al 15,5% tra i 30-34enni.
Anche nel Friuli-Venezia Giulia, infine, sembra emergere il ruolo protettivo – riscontrato a livello nazionale – dell’istruzione della madre rispetto al rischio per i figli di incorrere nella condizione di NEET. Dati alla mano, infatti, la quota di giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione è ad esempio del 14,2% quando la madre ha la licenza media e cala al 7,9% quando ha il diploma.
L’impegno di Fondazione Gi Group
“Come persone, professionisti e come Paese non possiamo permetterci di voltare lo sguardo di fronte alla dispersione del potenziale delle nuove generazioni, compromettendo le possibilità di sviluppo dell’intera società. In questa direzione, Dedalo è un progetto unico nel suo genere che istituisce in Italia un Osservatorio e Laboratorio permanente per studiare e comprendere le cause profonde del loro allontanamento dai percorsi scolastici, formativi e dal mondo del lavoro e stimolare iniziative di contrasto e prevenzione.” – afferma Chiara Violini, Presidente di Fondazione Gi Group.
Che prosegue: “Dalla nostra analisi emergono cinque priorità per sostenere i giovani nel percorso verso il lavoro e la realizzazione personale: rafforzare il sistema duale scuola-lavoro; potenziare l’orientamento sin dalla prima infanzia e introdurre misure di sostegno economico per chi proviene da contesti svantaggiati; valorizzare l’istruzione terziaria e l’apprendimento permanente; attivare percorsi multistakeholder di reinserimento e riattivazione dei giovani; e infine, dotarsi, a livello nazionale e regionale, di strumenti di monitoraggio continuo che, attraverso l’uso di dati, permettano di analizzare in modo più preciso l’evoluzione del fenomeno NEET e seguire il percorso individuale di studio e lavoro delle persone durante la loro intera vita, limitando il rischio di dispersione.
Con Dedalo rendiamo ancora più concreto il nostro impegno come Fondazione per sviluppare il Lavoro Sostenibile, quel lavoro che è leva di coesione sociale, sviluppo personale e valore condiviso per i giovani, la collettività e il Paese”.
Il progetto Dedalo si pone come punto di riferimento per istituzioni, scuole, università, aziende, terzo settore e famiglie. Attraverso un portale interattivo dedicato, mette a disposizione un patrimonio informativo unico costituito da database nazionali e regionali sui NEET, analisi e interpretazioni dei dati, e una raccolta di buone pratiche per affrontare il fenomeno in modo sistemico in Italia.
Il progetto è accessibile all’indirizzo fondazione.gigroup.it/dedalo.