Saranno le voci di musiciste che si battono per la dignità, la libertà e la forza delle donne a risuonare nel Teatro Zancanaro di Sacile sabato 22 novembre alle 21, per l’atteso concerto del collettivo Les Amazones d’Afrique, ospite della rassegna Il Volo del jazz in collaborazione, per questo concerto, con Caritas della Diocesi di Concordia-Pordenone, Cinemazero e il progetto Gli Occhi dell’Africa.

Nato a Bamako nel 2014 dall’unione di tre icone maliane – Mamani Keïta, Oumou Sangaré e Mariam Doumbia – il gruppo è oggi un simbolo internazionale di emancipazione femminile. Nel tempo il collettivo ha accolto artiste da tutto il continente e dalla diaspora, come Angélique Kidjo, Nneka o Rokia Koné, mantenendo intatta la propria vocazione: usare la musica come strumento di resistenza contro violenze radicate, discriminazioni, mutilazioni genitali femminili, mancanza di istruzione e libertà negate. Da anni Les Amazones d’Afrique portano avanti questa battaglia attraverso un suono vibrante che unisce tradizioni panafricane, elettronica, pop contemporaneo e ritmi urbani, creando un linguaggio artistico capace di parlare al mondo intero.

Sul palco di Sacile arriverà una formazione potente e suggestiva: Mamani Keïta alla voce, affiancata da Fafa Ruffino e Alvie Bitemo, anch’esse voci principali del collettivo; Manu Chavanet alle tastiere e Xavier Pernet alla batteria completeranno l’organico. Ognuna delle tre cantanti porta con sé una storia personale segnata dall’impegno sociale oltre che dalla creatività musicale. Mamani Keïta, tra le fondatrici, è una delle interpreti più autorevoli della scena maliana; Fafa Ruffino, beninese, è nota per la sua ricerca timbrica che unisce tradizioni locali e influssi afro-pop; Alvie Bitemo, originaria della Repubblica del Congo, unisce alla musica un forte attivismo, sottolineando come il collettivo sia un movimento culturale prima ancora che una band.

Acclamate dalla critica internazionale, con album inseriti nelle classifiche di testate come The Guardian e NPR e persino nelle playlist pubbliche di Barack Obama, le Amazones hanno calcato i palchi di festival come Glastonbury e Later… with Jools Holland. Dopo i primi due lavori prodotti da Doctor L, sono tornate con Musow Danse, realizzato con Jacknife Lee, un disco in cui si intrecciano hip hop, trap ed elettronica, aprendo ulteriormente il loro orizzonte sonoro senza tradire lo spirito originario. Ogni progetto porta con sé un messaggio preciso: la musica non è un semplice intrattenimento, ma un mezzo per scuotere coscienze e promuovere cambiamenti reali.

Negli anni il collettivo ha sostenuto la Panzi Foundation del dottor Denis Mukwege, premio Nobel per la pace per la sua opera a fianco delle donne sopravvissute alla violenza sessuale. Questa connessione con l’attivismo concreto è uno dei valori più profondi del gruppo. Le proclamazioni che emergono nei testi – spesso intrecciando diverse lingue africane – non sono slogan, ma racconti di vita quotidiana e richiami a un cambiamento urgente. Brani come Flaws, interpretato da Mamani Keïta e Fafa Ruffino, diventano inni al rispetto di sé e all’accettazione del proprio corpo, in un continente e in un mondo dove gli standard estetici continuano a essere una gabbia per molte donne.

Il concerto di Sacile sarà quindi molto più di una performance musicale: sarà un coro che dà voce a un’Africa complessa, giovane, vibrante e determinata; sarà un invito a guardare la realtà attraverso gli occhi di chi lotta per trasformarla; sarà un momento di arte che diventa testimonianza, e di testimonianza che diventa energia collettiva.