Nati nel 2017 a Trieste, i “40 Fingers”: Matteo Brenci, Emanuele Grafitti, Andrea Vittori tutti triestini doc e Enrico Maria Milanesi definito lo “straniero” del gruppo, perchè nato a Pordenone, portano in scena non un semplice ensemble di cover, o il loro lvoro si può definire solamente un crossover, ma una visione condivisa; la chitarra come strumento universale capace di dialogare con ogni registro musicale: dal jazz al pop, dal rock al classico.

Questi geniali musicisti e la loro musica sono apprezzati ormai in tutto il mondo: in questa tournée iniziata il 14 novembre 2025 al Teatro Colosseo di Torino, per poi toccare varie città italiane ed europee, fino a febbrario 2026 al “Hegelsaal della Liederhalle” di Stoccarda, grazie a “VignaPR” e la collaborazione con il “Il Rossetti”, ha toccato per due giorni il nostro Teatro, offrendo ancora una volta visibilità alla città. Ecco il perché del posto riaffermato in classifica tra i primi teatri italiani ed europei de “Il Rossetti” come centro nodale della cultura teatrale, musicale e di eventi multidisciplinari: grazie al suo frastagliato cartellone di eventi internazionali di fama mondiale.

Per iniziare a parlare dei “40 Fingers” vogliamo dire che a noi stona un po’ la parola crossover: la musica, quando è scritta in maniera superba, toccando la purezza del suono, diventa immortale, e quindi non vediamo un incrocio tra generi musicali, ma l’esecuzione di brani, melodie, composizioni, che per la loro eccezionalità, possono tranquillamente essere interpretate assieme, un fil rouge senza tempo se gli arrangiamenti e chi le suona sono di una professionalità eccezionale: i “40 Fingers” hanno sia una levatura che una maestria nel suonare, con una profonda conoscenza dello strumento nelle loro mani e sono davvero incredibili i loro arrangiamenti. Tutto questo li rende in concerto, spettacolari e di una levatura musicale altissima. Nulla di che stupirci poi, se alla “chiamata”, soprattutto di Andrea Vittori, il pubblico questa sera al “Il Rossetti” si sia superato per cadenzare il ritmo: ad esempio la ballata irlandese ed altri brani. Spontaneamente, i “40 Fingers” si sono ritrovati un coro di mille persone su diversi passaggi musicali dello spettacolo, da “Mamma Mia!” degli Abba a “Hey Jude” dei Beatles, per non parlare, alla fine del concerto, sempre dopo un assolo blues tendente al rock, sempre di Vittori, ha iniziato a suonare “La Marinaresca”.

Questi eccezionali interpreti hanno offerto un’entrata fragorosa e prepotente: iniziando con la mitica “Highway Star “ dei Deep Purple, continuando col tema centrale de “Il Pirata dei Caraibi”, facendolo scomparire in “Hotel Californa” degli Eagles e intrecciando quest’ultimo a “Africa” dei Toto. Sinceramente un inizio da standing ovation, come del resto tutto il concerto, dove, anche “Volare” di Modugno sembrava scritta per questa scaletta dei “40 Fingers”. Possiamo definire le loro interpretazioni, non solo una meditazione musicale: gli arrangiamenti dai brani rock al tango, la bagatella in fa maggiore opera 25“per Elisa” di Beethoven, gli Abba sono apparsi perfettamente legati tra loro dove il fraseggio originale è mantenuto con fedeltà ma è strutturato da dialoghi armonici tra le chitarre.

Possiamo citare la loro incredibile elaborazione di Bohemian Rhapsody tanto che gli stessi Queen sul loro sito ufficiale hanno pubblicato la versione a “40 dita”, per non scordare “Libertango” dell’unico Astor Paizzolla o passare a un medley tematico che ha insistito su colonne sonore classiche di film, tra cui lavori della Disney. Con un attimo di silenziosa riverenza e forza poetica, il sogno continua: la loro leggerezza stilistica e musicale li porta a far apprezzare cambiamenti di genere lontani tra loro. Infatti è stata unica l’intrpretazione di “The Sound of Silence” che chiarisce la potenza di riarrangiamento e bravura di questi quattro chitarristi. Non poteva mancare poi un irripetibile omaggio alla saga di George Lucas: “Star Wars” nel primo bis offerto questa sera.

Dal momento che il concerto è interamente strumentale, l’aspetto visivo – grazie ad una ottima regia e scenografia, alle luci egregiamente ben orchestrate – queste sono diventate fondamentali per mantenere “l’ispirazione visiva” e supportare l’emozione crescente nel pubblico.

Luci speciali per ogni brano: per i momenti dolci e lenti luci accarezzanti, tonalità calde con fascio stretto sui singoli chitarristi; nei brani più energici luci più aggressive con effetti laterali e contrasti in controluce. Poiché è la musica la vera protagonista, la scenografia è stata senza orpelli; non servono tanti elementi scenici per questo incredibile quartetto: l’ uso di pannelli luminosi (led) per giochi di silhouette, sagome di note o grafici musicali hanno offerto un tocco di classe allo spettacolo davvero calzante.

Quello che colpisce dei “40 Fingers” è il traguardo musicale che si amalgama senza sovrastare ora un assolo, ora un altro tessuto sonoro: il “quartetto di chitarre” è autentico e collaborativo, in un crescendo di tecnica assoluta.

L’acustica del teatro “Il Rossetti” è stata all’altezza: l’equilibrio è stato raggiunto a pieni voti calibrando ogni chitarra senza appesantire. Un’esperienza vibrante, quasi mistica per lo spettatore.

Il background di questi quattro professionisti è diverso per ciascuno di loro ma la scioltezza con cui le loro melodie si sono amalgamate è sorprendentela loro

precisione, tecnica e, perché no, anche tanto divertimento nei passaggi rapidi, nelle loro intrecciate armonie.

La verità è che ci vuole un vero talento smisurato per riuscire a reinterpretare brani di un certo spessore di livello planetario con l’ausilio di sole quattro chitarre. I “40 Fingers” hanno confermato che non sono solo un’idea interessante, ma un progetto maturo riuscendo a spaziare tra armonie e brani così diversi e caratterizzati. Apprezzatissimi anche da numerose star della musica internazionale: famose le collaborazioni con Andrea Bocelli e la cantante statunitense Tory Kelly, passando per Andy Summers dei “The Police” per una versione indimenticabile di “Bring on the Night”.

Inutile aggiungere che il pubblico de “Il Rossetti” è rimasto estasiato da questa esperienza musicale così particolare in un sold out con ovazioni finali.

Ringraziamo la “VignaPR” per un eccezionale e indimenticabile concerto portato al “Il Rossetti” di Trieste

La performance sarà ripetuta al “Il Rossetti” Mercoledì 19 Novembre alle ore 21.00