Una panoramica sulle tendenze più attuali e le questioni più rilevanti legate alla comunicazione della scienza nel nostro tempo, con un occhio attento alla sua fruizione pubblica e diffusa, quando sempre più spesso viene messa sotto scacco. Saranno la promozione della pluralità e la decolonizzazione dei linguaggi scientifici, la partecipazione condivisa alla co-costruzione del sapere, l’innovazione dei linguaggi e la sperimentazione di nuovi format di comunicazione, la ridefinizione delle competenze e delle responsabilità professionali e la ricerca di un innovativo approccio alla valutazione, all’analisi dell’impatto della comunicazione della scienza, il motore del XIV Convegno nazionale di comunicazione della scienza, il motore del XIV Convegno nazionale di comunicazione della scienza, in programma dal 2 al 5 dicembre a Trieste, organizzato dal Laboratorio Interdisciplinare della SISSA, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, dove l’evento si svolgerà nel campus che include l’Aula Magna Paolo Budinich e altri spazi di incontro e laboratorio.

Un’occasione per individuare nuovi modelli di relazione tra scienza e società, più aperti e inclusivi ma anche culturalmente consapevoli, in dialogo con altre discipline e professioni, proiettati verso le sfide attuali e la necessità di tenere insieme ricerca e divulgazione, esperti e profani, linguaggi tecnici e vite delle persone. Quaranta eventi dedicati alla comunicazione scientifica in 4 giorni, 125 voci italiane e straniere, l’apporto e lo scambio di idee e buone pratiche fra ricercatori e professionisti del settore scandiranno il Convegno. Protagonista attesissima del Convegno sarà la storica della scienza Naomi Oreskes, che arriva in Italia con il nuovo libro “Il grande mito. Come il business ha creato la leggenda del libero mercato e ci ha insegnato a odiare il governo” (Edizioni Ambiente), un’indagine che svela come le grandi industrie abbiano costruito e diffuso l’idea che i mercati funzionino meglio senza regole, trasformando il governo da garante dell’interesse pubblico a “nemico della libertà”. Come nel precedente saggio-cult internazionale “Mercanti di Dubbi”, Oreskes offre una chiave di lettura fondamentale per riconoscere le radici culturali della manipolazione e per riscoprire il valore della responsabilità collettiva e della verità scientifica. Appuntamento, venerdì 5 dicembre, ore 9.30, in Aula Magna Paolo Budinich: Naomi Oreskes dialogherà con il giornalista Massimo Polidoro sul tema Disturbi dell’informazione: vecchie strategie per nuovi inganni, e ci guiderà nell’indagine intorno alle strategie, collaudate o legate ai nuovi media, che sistematicamente puntano a minare le evidenze scientifiche, alimentando la disinformazione globale. Il grande mito, firmato da Naomi Oreskes con Erik Conway e pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente con la prefazione di Massimo Polidoro, attraverso una ricca documentazione storica, mostra come questa ideologia abbia plasmato l’America fino a oggi, dagli ambienti scolastici e universitari ai media e alle grandi campagne di comunicazione, fino a influenzare le politiche economiche di repubblicani e democratici, con conseguenze che ancora oggi pesano su crisi sociali, ambientali e sanitarie in tutto il mondo. Come sottolinea Massimo Polidoro nella sua prefazione all’edizione italiana “Il grande mito non offre solo una ricostruzione storica accurata, ma ci fornisce uno strumento per capire il presente e prepararci al futuro. È un invito a non cadere più nella trappola del dubbio fabbricato, a riconoscere che dietro il rifiuto della scienza non c’è ignoranza, ma un progetto preciso”. Sempre venerdì 5 dicembre, alle 11.45 Naomi Oreskes converserà di Scienza e politica all’epoca di Trump: quale impatto sulla collaborazione scientifica internazionale? con Enrico Bucci, docente di Biologia al College of Science and Technology della Temple University e la giornalista scientifica Elisabetta Tola, conduttrice di Radio3Scienza. Accanto alla voce autorevole della studiosa americana, il Convegno offrirà un programma strutturato in sessioni plenarie, dialoghi, laboratori interattivi e “mosaici”, per riunire idee e progetti su un tema comune, capace di restituire la rappresentazione accurata delle sfide e priorità che guidano oggi la diffusione della conoscenza scientifica e la sua relazione con la società: un cartellone che incrocia temi, relatori e relatrici italiani e internazionali, predisposto dal Laboratorio Interdisciplinare della SISSA con il supporto di Feltrinelli Education, iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem e Educating Future Citizens, e la collaborazione di Immaginario Scientifico, SWIM – Science Writers in Italy, Fondazione Pezcoller e Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo. Main partner: SISSA Medialab. Media partner: sede RAI FVG, Scienza in Rete e Il Bo Live dell’Università di Padova. Partner tecnico Nava Press. Info e dettagli sul sito comunicazionescienza.com

Inevitabile, per il Convegno di Trieste, toccare temi che hanno interessato la scienza prima di irrompere nel dibattito sociale e globale del nostro tempo: dai cambiamenti climatici all’intelligenza artificiale, dalle questioni di genere all’innovazione, alla science policy, balzata in primo piano nel periodo pandemico. Una molteplicità di spunti servirà a precorrere i tempi e le questioni: come per il keynote speech del sociologo della scienza e della tecnologia Yurij Castelfranchi che martedì 2 dicembre (ore 15.15, Aula Magna) focalizzerà sulla decolonizzazione della scienza, presentando modelli, esperimenti e prospettive dal Sud Globale, e in particolare dell’America Latina. Le teorie post-coloniali e decoloniali sono oggetto di critiche degli intellettuali del Sud Globale, in particolare da parte dei movimenti indigeni e dalla diaspora africana. La scienza e la sua comunicazione, con le politiche che promuovono l’inclusione tramite STEM, RRI e citizen science, vengono accusate di usare paradigmi “daltonici” che ignorano i saperi e le lotte dei gruppi marginalizzati. Yurij Castelfranchi, fisico e ordinario di Sociologia all’Università Federale di Minas Gerais (Brasile), ci guiderà attraverso il dibattito, analizzando esperimenti alternativi con un focus specifico sull’America Latina.

La comunicazione scientifica segue innanzitutto il filo rosso dell’innovazione: bisogna però difendersi da una sorta di «mitologia dell’innovazione», lo spiegherà il sociologo della scienza Massimiano Bucchi presentando il nuovissimo libro Idee che cambiano il mondo che Bollati Boringhieri pubblica nel novembre 2025. Appuntamento per la città giovedì 4 dicembre, alle 19.30 nella Sala Luttazzi al Magazzino 26: l’autore, ordinario di Scienza, Tecnologia e Società all’Università degli Studi di Trento dove dirige anche il Master internazionale Communication of Science and Innovation, intervistato da Nico Pitrelli, responsabile della comunicazione SISSA e direttore del Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico”, metterà in luce i concetti chiave per comprendere l’innovazione nella società contemporanea e aiutarci a districare la pura percezione dal cambiamento di quanto è realmente innovativo. L’evento è inserito nella rassegna “Una Luce sempre accesa”, promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, nella Sala Luttazzi del Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste. A proposito di percezione, sarà interessante mercoledì 3 dicembre, dalle 9.30, seguire l’intervento creativo dell’artista visiva e ricercatrice ceca Magda Stanová, ricercatrice all’Accademia delle Belle Arti di Praga: una sorta di “lezione illustrata” sulle Divagazioni mentali durante le conferenze, che analizza i formati tradizionali di seminari e tavole rotonde, per dimostrare come l’attenzione di relatore/trice e pubblico possa divergere o convergere.

Esplorare, attraverso un percorso visivo e narrativo, i traguardi della lotta alla malattia oncologica è invece l’obiettivo di una forma di comunicazione “espositiva”, la mostra – evento Un Nuovo Domani a cura della Fondazione Pezcoller: sarà inaugurata martedì 2 dicembre alle 13.45 nell’Aula Magna Paolo Budinich della SISSA: interverrà Enzo Galligioni, oncologo e Presidente della Fondazione Pezcoller che ha promosso per decenni la ricerca oncologica, sostenendo con impegno la diffusione della conoscenza scientifica nel mondo. Un’esperienza che invita il pubblico a riscoprire, con uno sguardo nuovo, la complessità della malattia tumorale e il valore profondo della ricerca scientifica.

Attraverso un percorso fatto di immagini evocative e autentiche, la mostra si propone come uno spazio di consapevolezza e condivisione. Un’esperienza immersiva che invita a guardare alla scienza con fiducia, come strumento di rinascita e di cura collettiva.

Comunicare la scienza quando ritornano le ideologie autoritarie sarà un ulteriore elemento di indagine del Convegno di Trieste: la scienza può rappresentare un avamposto della democrazia e quali spazi di resistenza esistono contro disinformazione e censura? Mercoledì 3 dicembre dalle 14 si confronteranno sull’etica, l’impatto e il futuro della comunicazione scientifica in tempi difficili Anna Rita Longo, science writer, Massimo Sandal, biotecnologo e science writer, autore de La malinconia del mammut sulla de-estinzione, e Antonio Scalari, biologo e science writer, fra i fondatori di Climate Media Center Italia. Per molti versi connesso a questa riflessione sarà il panel intorno alle competenze che servono per comunicare la scienza, dai social media ai musei, dagli uffici stampa alla radio, ma anche funzionari pubblici, operatori sanitari, ingegneri ambientali. Il syllabus per la comunicazione scientifica non può che essere in continua evoluzione, lo spiegherà mercoledì 3 dicembre, dalle 16.15 un prestigioso divulgatore internazionale, Bruce Lewenstein della Cornell University, vincitore del PCST Award 2025 per il progresso della comunicazione scientifica, in dialogo con Nico Pitrelli, responsabile comunicazione SISSA e Direttore del Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico”, Ilda Mannino coordinatrice scientifica delle attività graduate della Venice International University e del TEN Program, e Paola Rodari, formatrice esperta nella comunicazione della scienza. Si parlerà poi, venerdì 5 dicembre dalle 10.45, di Scienza, cittadinanza e giustizia ambientale: un dialogo necessario: la giornalista e documentarista Rosy Battaglia, fondatrice di Cittadini Reattivi APS, converserà con Daniela Vellutino, docente di Linguistica all’Università di Salerno e coordinatrice dell’Osservatorio per la comunicazione e l’informazione nella Pubblica Amministrazione in Italia ed in Europa, approfondirà il tema del sapere scientifico come leva per la giustizia ambientale, la trasparenza e la partecipazione delle comunità: una visione della scienza come spazio condiviso, pubblico e responsabile, propedeutica a individuare una vera e propria “cittadinanza scientifica”.

Ci sono ambiti nei quali la narrazione scientifica potrebbe oggettivamente incidere sulla discriminazione: Obesità tra cura e stigma sarà tema del confronto fra la science writer Anna D’Errico, la giornalista Anna Rita Longo e la giornalista medica Roberta Villa, autrice della newsletter Fosforo e miele, in programma giovedì 4 dicembre alle 16.15. La scelta semantica ha implicazioni economiche e culturali e si interseca con questioni di genere e altre tipologie di discriminazione. In tema di scelte nella narrazione sarà interessante anche il confronto su Anomalia e Norma in Dialogo: l’evoluzione sociale del concetto di Anomalo, giovedì 4 dicembre dalle 15.15: a partire dalla mostra “L’Anomalia e la Norma”, promossa dal MUSME di Padova sull’evoluzione del concetto di “anomalia” in ambito scientifico-anatomico e storico- sociale, si aprirà un dialogo interdisciplinare tra medicina, psicologia, storia ed etica con Barbara Arfé, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Padova, Giovanni Magno, paleopatologo e curatore del Museo Morgagni di Anatomia umana dell’Università di Padova, Maria Stefania Minervini, project manager culturale, e l’Abate Don Giulio Pagnoni, docente di Metodologia della ricerca scientifica all’Istituto di Liturgia pastorale “S. Giustina” di Padova.Nell’ultimo biennio la scienza e la sua comunicazione hanno beneficiato di risorse speciali legate ai fondi del PNRR: ma cosa resterà di questi ingenti investimenti? Il PNRR e la comunicazione della scienza, giovedì 4 dicembre dalle 14, sarà l’occasione per un punto intorno a progetti ambiziosi, enti e reti di ricerca che hanno dovuto costruire o adattare strategie comunicative in corsa. Ne parleranno Daniele Del Rio, docente di Nutrizione e Prorettore alla Ricerca dell’Università di Parma dove dirige il progetto PNRR OnFoods, Giuliano Greco direttore della Direzione Comunicazione e relazioni esterne dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Alberto Policriti, Professore di Informatica all’Università di Udine, Ilaria Manzini direttrice scientifica della Fondazione CHANGES e Beatrice Mautino, biotecnologa e divulgatrice scientifica. Salvare la biodiversità? è l’interrogativo al centro dell’incontro- laboratorio in programma martedì 2 dicembre, dalle 16.15: se conciliare i nostri bisogni con quelli delle altre forme di vita è la sfida, il National Biodiversity Future Center dell’Università di Padova ha sviluppato Where the wild beings are, un discussion game basato sul modello PlayDecide che invita i partecipanti a confrontarsi per raggiungere una posizione condivisa. Interverranno i ricercatori in comunicazione della scienza all’Università di Padova Fabio De Pascale e Chiara Anzolini con la giornalista Sofia Belardinelli, assegnista di ricerca per il National Biodiversity Future Center.

Comunicare il rischio inondazioni e i cambiamenti climatici resta un tema al centro della divulgazione scientifica nel nostro tempo: comprendere le percezioni dei cittadini sul rischio di alluvione e sul cambiamento climatico è fondamentale per sviluppare nuove linee guida di comunicazione del rischio. Martedì 2 dicembre, dalle 10.45 ne parleranno il sociologo Andrea Rubin dell’Università di Ferrara, la docente all’Università di Bologna Barbara Saracino, coordinatrice dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, il giornalista e responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia Giancarlo Sturloni. E di giornalismo indipendente nel mondo accademico, ovvero di esperienze editoriali universitarie che praticano un giornalismo autonomo in ambito scientifico, si parlerà giovedì 4 dicembre, dalle 10.45, presentando tre esperienze di vere e proprie testate registrate interne alle Università, che praticano un giornalismo autonomo, con redazioni dedicate e piani editoriali: si confronteranno Donato Ramani, giornalista e componente del team comunicazione della SISSA, Elena Bravetta giornalista professionista, direttrice di Otto/Università di Torino, docente al Master di giornalismo Giorgio Bocca, Elisabetta Tola giornalista scientifica e caporedattrice Il BO Live/Università di Padova e Chiara Palmerini, giornalista scientifica e autrice, direttrice responsabile del magazine di divulgazione scientifica Open IMT alla Scuola IMT Alti Studi Lucca. Info: Laboratorio Interdisciplinare della SISSA

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