L’Università di Udine, con il progetto “Microbes to the rescue” dedicato a una tecnologia che riduce la mortalità delle barbatelle di vite, ha vinto il premio “Young entreprenuer program” (Yep) al XXIII Premio nazionale per l’innovazione. Il premio Yep consiste in una borsa di studio per trascorrere una settimana immersiva nel mondo dell’innovazione in Francia. Il programma include la visita al salone Vivatech a Parigi e l’esplorazione di un ecosistema innovativo a Pépite.

Alla sfida, svoltasi a Ferrara, hanno partecipato, da 18 regioni, 76 progetti d’impresa basati sulla ricerca scientifica, in rappresentanza di oltre l’80% delle università pubbliche italiane. I progetti sono stati selezionati dalle Start Cup locali, le sfide tra idee imprenditoriali innovative nate dalla ricerca scientifica universitaria. l progetto “Microbes to the rescue” è opera di Giovanni Del Frari, Martina Lucci, Pietro Bianco. Alla Start Cup dell’Ateneo friulano il gruppo si era aggiudicato il premio internazionale Across che dà la possibilità di fare una visita studio all’università francese di Perpignan. Per partecipare alla manifestazione ferrarese erano stati selezionati anche i progetti Agrichange, Grel e Fungi Fiber Digest. «Il Premio nazionale per l’innovazione – sottolinea il delegato al trasferimento tecnologico, Giovanni Cortella – è una vetrina importante per i nostri progetti, che quest’anno hanno partecipato nel settore “Cleantech & energy” con quattro idee innovative e solide, grazie all’impegno degli studenti e dei docenti coinvolti e alle iniziative di ateneo nel sostenere la cultura di impresa e di valorizzazione della ricerca». “Microbes to the rescue” sviluppa una tecnologia per ridurre la mortalità e aumentare la resistenza delle barbatelle di vite. Il problema è grave: la mortalità può superare il 50% in certe combinazioni portinnesto/varietà, e oltre il 90% delle barbatelle prodotte risulta infetto. La soluzione proposta dal progetto è un consorzio microbico composto da decine di microrganismi isolati da viti selvatiche. Applicato al momento dell’innesto il consorzio riduce fino al 75% l’abbondanza del principale patogeno, diminuendo i sintomi fino al 65%. In alcune varietà la mortalità delle barbatelle è dimezzata e la crescita vegetativa raddoppiata. L’impatto è duplice. Economico, perché riduce i costi di produzione e migliora la sopravvivenza delle barbatelle. Ambientale, perché è in linea con le direttive dell’Unione europea per ridurre la chimica in agricoltura e le emissioni di anidride carbonica.