Sapevamo già che Enrico Brignano è un fantasista oltre che comico, nel senso più ampio della parola ma questa volta la sua interpretazione nel suo “I Sette Re di Roma”, spettacolo anche musicale, ci ha confermato che è un personaggio polivalente ed estremamente duttile: si adatta bene come un vestito di alta moda ad ogni interpretazione.

Si è misurato in un ruolo impegnativo da attore completo, riuscendo a stabilire col pubblico un feeling diverso dalla solita risata che stimola nei suoi spettacoli. Passando tra i numerosi personaggi della pièce e riuscendo a calamitare il pubblico nel suo cantare e recitare fornendo allo spettacolo una sorta di vero e propria commedia musicale storico.Inoltre riportare in scena “I 7 Re di Roma” significa il volersi misurare non solo con un testo monumentale firmato da Magni e Piovani nel lontano 1989, ma anche con un’ombra che giganteggia quale interprete in anni passati: quella di Gigi Proietti.

Certamente Brignano si è assunto delle responsabilità non da poco che determinano molto coraggio ma lo spettacolo a cui abbiamo assistito, deve rendergli onore per il lavoro fatto nel riuscire a non far rimpiangere il meraviglioso Gigi”. Del resto scegliere di affrontare questa sfida ha significato per Brignano farlo con rispetto, diciamo pure anche con sana ambizione ma con una buona dose di umiltà che va a tutto vantaggio dell’artista. L’esito è stato uno spettacolo solido, visivamente ricco, con momenti di grande suggestione, con qualche nostalgia che però faceva volare il pensiero a Proietti.

Brignano affronta un ruolo complesso, lo si sapeva, confezionato su più personaggi, registri diversi sia nella recitazione ed anche con un’intensa attività vocale.Ma ha trovato i giusti stimoli e la sua innata bravura ad adattarsi sono solo alcuni dei suoi punti di forza legati anche ai suoi tempi comici sempre efficaci, alla sua grande presenza scenica ed alla padronanza del racconto riuscendo a coinvolgere emotivamente il pubblico.

Forse qualcosa, come detto non era perfettissimo: alcuni brani più lirici e nelle parti vocali più esigenti, dove talvolta l’intonazione e il riflesso canoro non risultano pienamente a fuoco, ma son un nulla, vista la grande interpretazione dell’attore.

Il resto del cast, da Simone Mori interprete del Dio Giano diventa la vera bussola narrativa dello spettacolo, bilanciando bene il tono mitico con momenti più leggeri: autorevole, misurato, scenicamente magnetico.Molto solide anche le interpretazioni femminili: Giovanna D’Angi in “Orazia” e Ludovica Di Donato in “Ersilia” portano sul palco parti emotivamente notevoli, accompagnate da momenti di riflessione drammatica con una efficacia scenica e canora non indifferenti.

Inutile sottolineare che le musiche intramontabili di Nicola Piovani restano il cuore pulsante dell’opera: melodie riconoscibili, orchestrazioni piene e un equilibrio elegante tra sinfonico e popolare e la resa orchestrale è ottima.

Le coreografie sono ben studiate e soprattutto integrate ottimamente nel racconto scenico per non impadronirsi mai troppo dell’attenzione del pubblico: mirate più alla dinamica scenica che all’effetto spettacolare fine a sé stesso, lasciando giustamente alla drammaturgia e ai brani musicali il compito di farlo, anche se le scenografie che sono uno dei pilastri dello spettacolo, come il “carro dorato”, balzano agli occhi degli spettatori riuscendo a farli trasportare nell’antica Roma. Nel complesso quindi diventano strutture dinamiche, elementi di rilievo; l’accuratezza dei costumi si permettono di alterare la fedeltà storica per licenze creative teatrali molto indovinate offrendo anche alla visione l’idea di un grande Musical.

La regia e l’impianto adattato alla regia risulta ottimamente bilanciato riuscendo a portare in scena un linguaggio più adatto ai giorni nostri senza rinnegare la natura epica e popolare dell’opera originale. L’impianto narrativo resta fortemente didascalico, ma tiene insieme mitologia e drammaturgia più spirito romanesco con dignità e coerenza.

Abbiamo assistito a un teatro musicale dove “ I 7 Re di Roma” diventano anche un ossequio alla romanità teatrale, alla tradizione comica di Magni e Proietti e al senso di appartenenza che Brignano prova per la sua città.

Lo spettacolo potrebbe definirsi anche come un’operazione culturale essendo un ponte tra passato e presente, tra una tipologia di teatro che rischia di perdersi e a una platea che impara e riscoprirlo e a gustarlo. In replica al ”Il Rossetti” sabato 13 Dicembre alle ore 20.30 e Domenica 14 Dicembre alle ore 16.30

“I 7 Re di Roma”

Da un’idea di Enrico Brignano

Con Enrico Brignano

Messa in scena e regia di Enrico Brignano su regia originale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini adattando l’allestimento originale

Riadattamento drammaturgico Manuela D’Angelo, su originale allestimento di Garinei & Giovannini

Testi Luigi Magni e Piovani

Musiche Nicola Piovani

Scene Mauro Calzavara

Disegno luci di Marco Lucarelli

Coreografie di Thomas Signorelli

Costumi Paolo Marcati

Assistente alla regia Pierluigi Iorio

produzione Vivo Concerti & Enry B. Produzioni