Imprenditoria, finanza e ricerca a confronto sulle trasformazioni globali e sul ruolo del capoluogo giuliano nello scenario internazionale
In una fase storica segnata da profonde fratture geopolitiche, dal riassetto delle catene produttive globali e da una competizione economica sempre più polarizzata, Trieste torna a riflettere sul proprio ruolo nello scenario internazionale. Una riflessione più che mai concreta: qui, più che altrove, la geopolitica si è sempre tradotta in conseguenze concrete per l’impresa, il lavoro e il territorio.
Città di confine per eccellenza, Trieste rappresenta da sempre un punto di intersezione tra interessi economici, assetti politici e rotte commerciali. La sua collocazione geografica, la stratificazione storica e la vocazione internazionale ne fanno un osservatorio privilegiato delle trasformazioni globali, ma anche uno spazio in cui tali trasformazioni producono effetti immediati e strutturali sul tessuto produttivo. Il capoluogo giuliano è un centro strategico dal punto di vista storico, geografico e politico: porto internazionale, distretto industriale, sede di centri di ricerca avanzata, innovazione sociale e finanza cooperativa.

Da questa consapevolezza nasce la tavola rotonda “Trieste tra geopolitica e impresa: rischi e prospettive”, che si è svolta oggi presso la Sala Maggiore della Camera di Commercio della Venezia Giulia e promossa dall’Associazione Téchne & Arts ETS, nell’ambito del percorso “Costruire un grande futuro per Trieste”, ideato e sviluppato con il contributo del Presidente Prof. Marino Predonzani. L’incontro si è svolto con il patrocinio del Comune di Trieste, del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e della Camera di Commercio Venezia Giulia, ed è stato realizzato con il contributo della Banca di Credito Cooperativo Venezia Giulia. Il confronto ha messo al centro una questione cruciale: come interpretare i rischi geopolitici e trasformarli in opportunità di sviluppo sostenibile e duraturo.
L’iniziativa ha riunito alcuni tra i principali protagonisti del sistema imprenditoriale, finanziario e scientifico del Nord Est, offrendo un confronto diretto su come le dinamiche geopolitiche stiano incidendo sui modelli di business, sulle strategie industriali e sulle prospettive di sviluppo dei territori fortemente connessi ai flussi internazionali. Dopo i saluti del Presidente del Consiglio Comunale di Trieste Francesco Di Paola Panteca, hanno preso parola i relatori offrendo uno sguardo dall’interno del mondo produttivo della città.
Nel suo intervento, Luca Davide Farina, CEO di Orion Valves S.p.A., ha offerto una lettura puntuale della competizione industriale globale a partire dall’esperienza di un’azienda triestina capace di operare nei mercati internazionali più complessi. Farina ha sottolineato come oggi il confronto avvenga sempre più con realtà emergenti ormai consolidate – India, Cina, Paesi BRICS – imponendo alle imprese europee un rafforzamento delle competenze tecnologiche, delle relazioni industriali e della presenza diretta nei mercati strategici. In questo quadro è stata richiamata la recente realizzazione, da parte di Orion, della “Wedge Gate Valve”, la valvola più grande al mondo riconosciuta dal Guinness dei Primati. Progettata e costruita a Trieste, con i suoi 114 pollici, 14 metri di altezza e 120 tonnellate di peso, l’opera corona il 75º anniversario della Orion e diviene simbolo di eccellenza manifatturiera e di capacità competitiva su scala globale.
Di particolare rilievo l’intervento di Stefano Crechici, Presidente della Modiano Playing Card Company, che ha ripercorso la storia dell’azienda a partire dalla fondazione ad opera di Saul David Modiano, soffermandosi sulle difficoltà attraversate nel corso del Novecento anche in relazione alle origini ebraiche dei fondatori, che espose l’impresa alle conseguenze delle leggi razziali e del contesto politico dell’epoca. Un passaggio che ha messo in evidenza come i fattori politici e istituzionali possano incidere in modo diretto sulla continuità e sull’evoluzione delle imprese. Nel racconto delle fasi di crescita e consolidamento industriale è stato ricordato anche il contributo di Ferrari, figura manageriale che ha accompagnato una stagione di sviluppo dell’azienda. Crechici ha infine sottolineato come, nonostante la digitalizzazione, il gioco continui a rispondere a un bisogno profondo di socialità, dimostrando come la tradizione, se capace di evolversi, possa trasformarsi in innovazione.
Sul fronte della ricerca e della formazione avanzata, Andrea Romanino, Direttore della SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, ha ribadito il valore strategico della conoscenza come fattore decisivo di competitività per i territori inseriti nei circuiti globali. Richiamando la figura del direttore storico Aldo Budinich, Romanino ha sottolineato come la vocazione internazionale della SISSA rappresenti un tratto strutturale dell’istituzione, non un semplice elemento identitario. Nel suo intervento è stato evidenziato l’impegno costante nello sviluppo dei dottorati di ricerca, nell’attrazione di talenti da tutto il mondo e nella costruzione di percorsi formativi capaci di dialogare con le esigenze del sistema produttivo. Un lavoro orientato a rafforzare il legame tra ricerca di eccellenza, alta formazione e impresa, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di competenze ad altissima specializzazione. In questo quadro, la SISSA si conferma un attore strategico per Trieste, capace di generare capitale umano, innovazione e relazioni internazionali, contribuendo in modo diretto alla proiezione globale della città.
A completare il quadro, l’intervento di Carlo Antonio Feruglio, Presidente della Banca di Credito Cooperativo Venezia Giulia, ha offerto una lettura finanziaria fortemente ancorata al territorio. Il Presidente ha ripercorso la presenza della banca a Trieste, avviata nel 2004 con l’apertura delle prime filiali in via Roma e a Roiano, seguite direttamente dallo stesso Feruglio, oggi in carica come presidente da oltre vent’anni. La BCC Venezia Giulia si è affermata nel tempo come punto di riferimento per il Nord Est, garantendo un sostegno costante al mondo produttivo, alle imprese e ai correntisti, in particolare nei momenti più critici come la fase pandemica, quando il ruolo del credito di prossimità si è rivelato decisivo. L’istituto accompagna realtà industriali di primo piano, tra cui Fincantieri, e sostiene lo sviluppo economico locale con un modello di banca cooperativa radicato nel territorio.
Accanto all’attività creditizia, la BCC Venezia Giulia promuove e supporta iniziative culturali e folkloristiche, borse di studio rivolte ai giovani, e progetti legati al mondo dello sport, rafforzando il legame tra sistema bancario e comunità. Un percorso costruito anche attraverso le storiche sedi di Staranzano e Villesse, confluite nell’attuale configurazione della banca, che oggi presenta indicatori patrimoniali solidi, con un indice di solidità superiore alla media nazionale.
A coordinare il confronto è stata la professoressa Maria Paola Pagnini, intellettuale e accademica di fama mondiale, specializzata in geopolitica, diplomazia e scenari internazionali, oggi docente dell’Università Niccolò Cusano di Roma. La moderatrice ha contestualizzato i diversi interventi nel più ampio scenario geopolitico internazionale, per poi soffermarsi sullo specifico caso di Trieste, evidenziando le connessioni tra economia, tecnologia e relazioni tra le grandi potenze. Ha inoltre introdotto i relatori, tracciando un filo rosso tra gli interventi e garantendo coerenza all’intero dibattito.Enrico Samer, Presidente e Amministratore Delegato di Samer & Co. Shipping S.p.A., impossibilitato a partecipare per motivi di salute, ha fatto pervenire i propri saluti ai presenti.
L’incontro ha confermato il ruolo dell’Associazione Téchne & Arts ETS come promotrice di spazi di confronto qualificati, capaci di mettere in dialogo impresa, finanza e ricerca e di offrire alla città di Trieste strumenti di analisi utili per affrontare con lucidità le sfide strategiche del presente e del futuro.