Nella mattinata odierna la Capitaneria di porto, di concerto con la Polizia di Frontiera Marittima, ha svolto un’esercitazione di security nel porto di Trieste, in zona Porto Franco Oli Minerali, in aderenza a quanto previsto dal Programma Nazionale di Sicurezza Marittima.

L’attività è stata finalizzata a valutare l’efficacia delle procedure contenute nel Piano di sicurezza del porto e delle misure di sicurezza previste dai Piani degli impianti portuali coinvolti nonché la loro capacità di interfacciarsi con le unità presenti in zona.

Lo scenario simulato è stato quello di più droni sospetti sorvolanti gli impianti portuali petroliferi e l’avvicinamento di un gommone con tre persone a bordo. Le strutture coinvolte hanno attivato le procedure dei rispettivi Piani di sicurezza, mentre la Sala Operativa della Capitaneria, in coordinamento con la Polizia di Frontiera Marittima, ha verificato la potenziale minaccia e disposto l’impiego delle unità navali disponibili.

Su indicazione dell’Autorità di sicurezza del porto/Autorità Designata, e con il parere della Prefettura, sono state temporaneamente applicate le misure previste dal livello di security 3 (SL3) per la macroarea del Porto Franco Oli Minerali e gli impianti portuali ivi situati.

All’esercitazione hanno partecipato Capitaneria di porto, Polizia di Frontiera Marittima, Guardia di Finanza, Autorità di Sistema Portuale, l’Istituto di Vigilanza “Servizio Diurno Notturno” e i terminal SIOT, Seastock e Gala Logistica.

L’esercitazione ha consentito di testare con successo l’efficacia delle comunicazioni, la capacità di coordinamento, la disponibilità delle risorse e la prontezza operativa di tutti i soggetti partecipanti.