L’azienda di dolci lievitati che ha fatto della strategia di acquisizione di brand, della grande offerta assortimentale e del presidio di diversi canali di vendita i suoi punti di forza, oggi punta a diversificare il suo business e prevede di chiudere l’annualità a +2% di fatturato

IDB – Industria Dolciaria Borsari, raggiunto quest’anno il 25esimo compleanno, traccia una mappa dei prossimi obiettivi da qui al 2030: sviluppo dell’attività retail con l’apertura di nuove pasticcerie e potenziamento della linea di prodotti continuativi.

L’azienda di Rovigo, la house of brands specializzata nella produzione e commercializzazione di dolci lievitati e oggi tra le principali realtà italiane del mondo dolciario legato alle ricorrenze, conta di chiudere l’anno a quota 74 milioni di euro, con un +2% rispetto al 2024. Un fatturato che ha sempre visto il segno positivo, grazie ad una strategia mirata di acquisizioni che ha permesso a IDB di crescere dimensionalmente arrivando nel 2025 a contare tre siti produttivi più uno logistico, 305 dipendenti, che diventano oltre 500 nella stagione di punta.

La produzione di panettoni, pandori, colombe, specialità dolciarie a cui si aggiungono pasticceria secca, cioccolato, torrone e merendine a base lievitata, si conferma il core business di IDB che oggi, però, punta a incrementare anche l’attività retail con l’apertura di pasticcerie, spacci e bistrot. “Il 22 dicembre inaugureremo la terza pasticceria a Rovigo, mentre nel 2026 e a seguire, prevediamo nuove aperture a Verona, poi Ferrara per chiudere il cerchio con Padova, Vicenza e Bologna, lavorando, in questo modo, su un’espansione concentrica attorno alla nostra sede di Badia Polesine” – dichiara Andrea Muzzi, presidente di Industria Dolciaria Borsari.Di proprietà di IDB anche la storica pasticceria Muzzi di Foligno, quella di Legnago, in provincia di Verona e il bistrot Giovanni Cova & C. a Milano, nel cuore di Brera.

L’offerta assortimentale, fatta di 3000 referenze e 150 ricette – dai panettoni di 80 grammi fino a quelli da 10 kg, pandori, prodotti a stampo e tipicità regionali come il panforte o l’Offella Veronese – nonché il presidio di più canali di vendita sono stati i punti di forza dell’azienda che ha saputo portare avanti i sapori della tradizione attraverso un moderno concetto di produzione, riuscendo a produrre grandi quantitativi – 7 milioni di kg di lievitati all’anno – e una varietà di prodotti dolciari tra le più complete nel panorama nazionale.La nuova strategia dell’azienda veneta è anche quella di uscire dai confini dei lievitati da ricorrenza per portare il suo concetto di pasticceria nelle occasioni di consumo quotidiano. Ha scelto di farlo con una linea continuativa di dolci da forno e con un recente investimento di 2 milioni di euro per un impianto performante che produce 10mila pezzi all’ora tra muffin e brownies.

L’azienda si dichiara, inoltre, aperta a valutare nel futuro nuove acquisizioni sempre nel comparto cioccolato, lievitati e pasticceria, restando coerente alla strategia che le ha permesso, in soli 25 anni, una significativa crescita dimensionale. La storia di Industria Dolciaria Borsari è prima di tutto la storia della famiglia Muzzi: dalla pasticceria di famiglia a Foligno, Andrea Muzzi, oggi CEO e presidente di IDB, porta ad un’evoluzione del business, con l’acquisizione dei laboratori Borsari nel 2000, per poi passare a quella di Torrone Bedetti nel 2008 e a seguire, l’anno successivo del brand Giovanni Cova & C.. Infine, l’ultima acquisizione risale al 2018 con La Torinese. Oggi sono sette i brand di proprietà di IDB: Giovanni Cova & C., Borsari, Bedetti, Breramilano1930, Muzzi Antica Pasticceria, Tommaso Muzzi e La Torinese.

Sul fronte estero, IDB, seppur tradizionalmente concentrata sulle vendite Italia che coprono l’81% del fatturato, prosegue il suo percorso di internazionalizzazione, puntando specialmente sul brand Borsari. Con una presenza in 60 paesi, nel 2024 l’export ha registrato un +18%, con ottime performance in Francia e Spagna. Oltreoceano il focus è su Stati Uniti, Sud America e Australia, incoraggianti le vendite nei Paesi dell’Est Europa.