Sabato 3 maggio, è la Giornata mondiale della libertà di stampa , proclamata dalle Nazioni Unite nel 1993, istituita contro le restrizioni o la soppressione dei media e in memoria dei giornalisti che hanno perso la vita alla ricerca di una notizia. Nel mondo la libertà di stampa è sempre più minacciata e l’Italia scende ancora nella classifica globale stilata da Reporters Sans Frontieres, perdendo 3 gradini sul 2024 e piazzandosi al 49mo posto, il risultato peggiore in Europa Occidentale. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega RSF – Più di metà della popolazione mondiale vive in paesi con una situazione ‘molto grave’ “.

Un contesto che non ha lasciato indifferente il Premio Letterario internazionale Tiziano Terzani, alle soglie della serata della sua 21^ edizione: il riconoscimento quest’anno è stato eccezionalmente dedicato alla memoria dei giornalisti e delle giornaliste uccisi a Gaza. Saranno Wael al-Dahdouh e Safwat al-Kahlout, reporter della redazione di Al-Jazeera/Gaza che ha presidiato il racconto giornalistico di ogni fase del conflitto dalla Striscia di Gaza, a ritirare simbolicamente il Premio Terzani 2025. “Sono già 210 gli operatori della comunicazione che hanno scontato con la loro vita, e spesso anche con quella dei loro cari, l’impegno a testimoniare i fatti da Gaza – ricorda la Giuria del Premio, presieduta da Angela Terzani Staude – Divenuti essi stessi bersaglio, né il giubbotto antiproiettile, né il casco con la scritta PRESS hanno potuto proteggerli, in flagrante violazione del diritto umanitario e della libertà di stampa. Mai, nella storia, il tributo pagato dal giornalismo è stato così pesante”.

Lo stesso Wael Al-Dahdouh ha perso, sotto i bombardamenti, la moglie e tre figli, uno dei quali giornalista. E nel solo 2024 si stima che siano 124 i giornalisti che hanno pagato nel mondo il loro impegno per dare voce ai fatti che stavano testimoniando, di questi 85 sono rimati uccisi nella Striscia di Gaza. Un numero drammaticamente cresciuto nei primi mesi del 2025. L’appuntamento che il Premio Terzani rinnova a tutti proprio in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa è in calendario sabato 10 maggio, alle 21 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine nell’ambito del festival vicino/lontano che si apre mercoledì 7 maggio. Durante la serata i due giornalisti di Al Jazeera parteciperanno a una riflessione a più voci, condotta da Marco Damilano, con l’intervento anche dell’inviata Francesca Mannocchi, di Paola Caridi Premio Kapuściński 2024, e del medico Stefano Di Bartolomeo, che ha operato nella Striscia la scorsa estate per la Croce Rossa Internazionale. Gli attori Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino e Valeria Perdonò daranno voce ad alcune poesie, scritte a Gaza da poeti e poetesse palestinesi durante pubblicate nella raccolta “Il mio grido è la vostra voce” (Fazi). Nel corso della serata, per la regia di Massimo Somaglino, gli interventi musicali del Vicino/lontano Ensemble.

Tutti potranno partecipare alla serata: i biglietti numerati per la serata saranno ritirabili gratuitamente, per un massimo di 2 a persona, a partire da mercoledì 7 maggio presso la biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine negli orari di apertura (16-19). Dalle 16.00 del 7 maggio i biglietti saranno acquistabili gratuitamente anche sul circuito Vivaticket. Gli “Amici di vicino/lontano 2025” potranno ritirare i biglietti dalle 16.00 di martedì 6 maggio, sempre presso la biglietteria del teatro.

E dal 7 maggio a Udine, nella Chiesa di San Francesco, sarà visibile in loop e in anteprima italiana la produzione video internazionale Nel mirino della memoria. Ritratti dei giornalisti uccisi in Palestina, realizzata dal Geneva International Film Festival/Forum on Human Rights con disegni dell’artista Gianluca Costantini, che ha lavorato in stretto contatto con ilCPJ – Committee to Protect Journalists di New York. Il video èun memoriale visivo delle vittime: Gianluca Costantini è noto a livello internazionale per il suo impegno senza sosta nel dare un volto alle vittime di soprusi, e ha costruito giorno per giorno l’opera dedicata ai giornalisti uccisi a Gaza. Il suo progetto è un’offerta votiva, un gesto di cura per ricordare chi aveva scelto come proprio compito quello di fare memoria. I ritratti sono già stati utilizzati in azioni di protesta ad Atlanta, New York, Berlino, Seattle, Napoli, come accaduto con molti altri progetti dell’artista. I suoi disegni diventano materiale per comunicare, passano nelle mani dei cittadini e delle cittadine che si muovono con i propri corpi in luoghi molto lontani tra loro per chiedere verità e giustizia, per chiedere risposte, per chiedere, in questo caso, il cessate il fuoco. L’atto di disegnare i volti di chi sta dietro l’obiettivo, cercando con cura una foto da cui realizzare un ritratto, è una forma di estremo ringraziamento, di rituale collettivo d’espiazione, di tenace desiderio indirizzato a non lasciare andare il volto di chi ci è caro, anche se mai l’abbiamo conosciuto, anche se mai ormai lo conosceremo. Si tratta di un work in progress che segue da vicino la cartografia dell’eccidio registrata da CPJ – Committee to Protect Journalist, cita le fonti e costituisce un monito politico esplicito che non può essere ignorato.