Il direttore del Museo di Cjase Cocèl Elia Tomai terrà una conferenza sugli internati militari italiani, ufficiali, sottufficiali e soldati che, catturati dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 su tutti i fronti di guerra dove fino a quel momento avevano combattuto a fianco dei tedeschi come alleati, decisero di non aderire alla Repubblica sociale italiana e non combattere con i tedeschi. L’incontro pubblico è in programma venerdì 9 maggio alle 20.30 nella Sala Asquini del museo, in via Lisignana. La conferenza è promossa nell’ambito degli eventi della Settimana della cultura friulana organizzata dalla Società Filologica e vedrà il racconto di storie di vita locale e filmografia dedicata. Ci sarà anche la partecipazione della Corâl Feagne.
Gli internati militari furono in totale circa 700 mila italiani. Considerati traditori, non venendo più classificati come “prigionieri”, non godevano della protezione degli accordi internazionali, neppure della tutela della Croce Rossa Internazionale e delle altre organizzazioni umanitarie. Rinchiusi nei campi di concentramento, furono sottoposti a lavoro “coatto”, «ma a fronte di fame, sevizie, e umiliazioni di ogni genere, continuarono a opporsi d ogni forma di collaborazione con i nazifascisti», spiega Tomai.
L’incontro, organizzato dall’Ecomuseo Il Cavalîr, gode del patrocinio del Comune di Fagagna e dell’Associazione Nazionale Reduci della Prigionia dall’internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari.
