Grande successo anche per la terza edizione di “Foresta in Valle”, l’appuntamento annuale – promosso dalla Regione Fvg e organizzato dal Cluster Arredo e Legno Servizi – divenuto un importante riferimento per il mondo forestale del Friuli Venezia Giulia. Di carattere transfrontaliero il Forum “Foreste senza confini” con cui con cui l’iniziativa si è aperta, sabato mattina, coinvolgendo esperti, personalità politiche e rappresentanti di Slovenia e Austria. “Dopo le valli del Natisone e della Valcellina, quest’anno la scelta della due giorni è caduta su Valcanale, dandoci appuntamento al Palazzo Veneziano di Malborghetto agli amici sloveni e austriaci – così ha esordito il direttore Cluster Legno Arredo FVG e del Cluster nazionale Italia Foresta Legno, Carlo Piemonte -, per ascoltare una pluralità di esperienze e punti di vista, con l’obiettivo di cooperare e trovare strategie comuni. Le foreste non hanno confini”.
Con la sua foresta millenaria, emblema di tutto il Fvg, la Valcanale è territorio dove lavoratori, associazioni e imprenditori si sono sempre concentrate per gestire e promuovere tale patrimonio: lo ha ricordato Mirco Cigliani, presidente di Legno Servizi, dichiarando che “al momento attuale, intraprendere percorsi per seguire e aiutare le imprese è la direzione giusta”. A sottolineare il legame tra cultura, territorio, lavoro e volontari anche il vicepresidente del consiglio regionale Fvg, Stefano Mazzolini. Proprio nel solco di tale dimensione cooperativa si inserisce il legame del Cluster con due istituzioni di Malborghetto-Valbruna, ovvero il festival “Risonanze” (14 giugno) dedicato al legno degli abeti rossi, materia prima di pregio per la costruzione di strumenti musicali, e il forum a carattere scientifico “NanoValbruna” (dal 23 al 27 luglio)

Politiche europee e locali: impatto negativo dell’EUDR
La prima sessione del convegno ha visto protagonisti Uroš Brežan, deputato del Parlamento della Repubblica di Slovenia, Herbert Dorfmann, deputato al Parlamento Europeo, Stefanie Ofner, membro del Parlamento della Carinzia, e Stefano Zannier, assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche. A livello transfrontaliero, emerge “un rapporto storico molto sostenibile nei confronti della foresta, che copre il 95% del territorio della Slovenia – queste le parole di Brežan –, un approccio in cui l’aspetto economico è bilanciato con quello ecologico e sociale”. Grande attenzione anche in Carinzia, dove apposite leggi e regolamenti regionali trattano la gestione del cambiamento climatico, la deforestazione e la riforestazione. Parlando del Friuli Venezia Giulia, dove quasi metà del territorio è coperto da foreste, Zannier ha invece dichiarato che “possediamo un valore ambientale ancora potenziale in termini produttivi e di utilizzo sostenibile di questa risorsa”. L’invito, dunque, è a farsi guidare da “scienza, tecnica e conoscenza”. “Non possiamo pensare a una visione statica delle foreste -, così ancora l’assessore, il concetto di ‘sostenibilità’ si riferisce a modelli profondamente diversi: dobbiamo però trovare un equilibrio comune per aumentare e gestire meglio gli ambiti in cui siamo deficitari, utilizzando un approccio laico e non dogmatico”.
A Dorfmann invece il compito di illustrare le prospettive sul tema a livello europeo. “A Bruxelles manca una delega con competenze specifiche nel campo delle politiche forestali, campo nel quale l’Unione Europea ha la sola funzione di coordinamento tra i singoli stati”, ha spiegato, aggiungendo che il dibattito sul ruolo dell’ente in merito è ancora aperto. “Grande errore”, secondo l’europarlamentare, lo commettono quelle forze politiche che ritengono ‘intoccabili’ le foreste: penso invece che sia necessario gestirle in maniera sostenibile, considerandone le potenzialità e le specifiche situazioni”. Concordi, infine, i partecipanti del panel sull’impatto negativo dell’Eudr (European Union Deforestation Regulament) per proprietari e microimprese”.
Viabilità forestale: in FVG poche strade accessibili
Quanto ai progetti concreti da attuare sul territorio, la priorità va certamente alla viabilità forestale. I dati mostrano situazioni variegate: si va dai 238mila chilometri totali di strade forestali con una densità di 45 metri per ettaro della Carinzia alla gestione italiana, differente di regione in regione, con il Friuli Venezia Giulia “fermo” a 3000 chilometri complessivi, 8 metri per ettaro e poche strade accessibili a mezzi idonei alla gestione forestale. Oggettive, dunque le difficoltà a lavorare nelle foreste del territorio, ma anche a intervenire direttamente per un’adeguata tutela ambientale: necessari sarebbero a livello nazionale e locale un ampliamento della pianificazione, uno snellimento della burocrazia e un accordo comune per definire criteri minimi e condivisi, sostengono Imerio Pellizzari, presidente Conaibo, e Rinaldo Comino, direttore Servizio Foreste della Regione Fvg. Prendendo magari come esempio la Carinzia, per la comunicazione con proprietari forestali e lo studio del territorio mediante nuove tecnologie, così come l’attenzione allo sviluppo turistico di matrice slovena.

Gestione delle avversità
Lo sviluppo del settore forestale, in ogni caso, incontra non pochi ostacoli anche al di là dell’ambito gestionale e politico. “Disturbi e stress hanno sempre colpito gli ecosistemi forestali – ha esordito Giorgio Alberti, docente dell’Università di Udine -, ma stiamo assistendo a un mutamento di frequenza e intensità”. Alla radice il cambiamento climatico, che favorisce il ciclo di vita di parassiti e patogeni come bostrico e cancro del pino, ma anche eventi catastrofici come galaverna, siccità, o i numerosi incendi nell’Alto Friuli degli ultimi decenni. Gli scenari futuri non sono rosei (le superfici a rischio d’incendio, per esempio, sono destinate ad aumentare), ma anche Flavio Cimenti, responsabile coordinamento Corpo forestale regionale e antincendio Fvg, ed Eckart Senitza, vicepresidente Pro Silva, concordano sul fatto che gli strumenti non mancano: favorendo metodi di monitoraggio per l’individuazione precoce dei rischi e implementando formazione e misure preventive, è possibile fare fronte alle avversità con una gestione equilibrata e rispettosa di boschi e natura. In Slovenia, ad esempio, le strategie di prevenzione risultano già definite a livello nazionale, come spiegato da Andreja Nève Repe, dell’Ente delle Foreste, mentre in Carinzia l’“igiene forestale” nasce dal coinvolgimento di attori a diversi livelli.
Formare, pianificare, certificare, gestire
Molti i percorsi di miglioramento da sviluppare anche a partire dai quattro concetti oggetto dell’ultimo panel: concordi su ciò i presidenti di Pefc e Fsc Italia Marco Bussone e Maria Rita Gallozzi, ma anche Aleš Poljanec dell’Ente per le Foreste della Slovenia e Anna Sophie Pirtscher, direttrice dell’ente austriaco di formazione Fantossiach. “Il bosco è una ricchezza solo quando lo conosciamo, misuriamo e gestiamo in maniera efficiente”, ha dichiarato Marco Bussone, sottolineando come in Italia vi sia una pianificazione omogenea del solo 16% della superficie forestale. “Certificazioni come PEFC E FSC non sono etichette – così la presidente FSC Italia Gallozzi – bensì l’indice di un valore, di un “patto con il futuro” e di un lavoro di squadra dall’impatto sociale, economico e ambientale”. Comunicare e sensibilizzare sull’universo formativo legato al settore forestale devono dunque rappresentare il punto di partenza per lo sviluppo di una vera e propria pedagogia in materia, con particolare attenzione a coinvolgere la popolazione under 30.

