«Se l’Europa ripartisse dalla Mitteleuropa e dalla storia del filosofo goriziano Carlo Michelstaedter, oggi avremo un’altra narrazione della nostra libertà» : sono parole del regista, interprete e autore Massimiliano Finazzer Flory, isontino di nascita e da molto tempo stabilitosi a Milano, dove è stato anche assessore comunale alla cultura. Il suo dialogo con il musicologo Quirino Principe, proprio a partire dalla vicenda e dall’opera di Michelstaedter, ha suggellato oggi a Milano il cartellone di eventi del progetto “Un viaggio da fare”, di scena per un mese nel cuore della città, a Palazzo Morando, dove è rimasta sino ad oggi allestita la mostra Paesaggi dell’arte in Friuli Venezia Giulia fra storia e contemporaneità, un itinerario espositivo di alta suggestione promosso dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale Cultura, per la direzione artistica di Massimiliano Finazzer Flory, a cura di Lorenzo Michelli. Un percorso dedicato agli artisti del ‘900 “di frontiera”, nomi importanti e cari a chi conosce la storia del confine di nord-est, come Afro, Zoran Mušič, Tullio Crali, Marcello Mascherini, Giuseppe Zigaina, Armando Pizzinato, Luigi Spazzapan, Leonor Fini, Miela Reina. Proprio in questo contesto è stato presentato questa mattina il film Nel tuo occhio, l’ omaggio cinematografico a Carlo Michelstaedter che debutterà giovedì 24 luglio a Gorizia, a Palazzo Coronini Cronberg, nell’ambito del Premio Amidei. Realizzato in collaborazione con RAI Cinema, con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Nel tuo occhio schiude una affascinante e intesa indagine sul la morte per suicidio di Carlo Michelstaedter il 17 ottobre 1910. Aveva solo 23 anni. Nel tuo occhio è un docufilm legato a una storia europea e permetterà di ritrovare e conoscere meglio il grande e per sempre giovane filosofo mitteleuropeo.
Alla presentazione di oggi a Milano sono intervenuto anche il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna e la modella Ludmilla Voronkina, protagonista del docufilm “Nel tuo occhio”. Spiega il regista Massimiliano Finazzer Flory: «Carlo Michelstaedter e il suo occhio “scientifico” ci offrono uno sguardo sulla vita e sulla morte. Un’indagine riaperta sul suicidio di Michelstaedter, in questo docufilm mette la parola ultima al suo silenzio. Nel tuo occhio è un’opera che riòegge una storia europea con cui fare ancora i conti». Nel percorso espositivo di Palazzo Morando era centrale l’autoritratto di Carlo Michelstaedter proveniente dalla Biblioteca Statale Isontina e una selezione delle sue parole. La mostra trovava un preludio all’esterno del palazzo, con la scultura di Marcello Mascherini L’estate del ’36, proveniente dal Museo Revoltella di Trieste. All’interno si proseguiva con l’opera dell’artista Luigi Spazzapan legata al Déco: esattamente cent’anni fa, Spazzapan ricevette la Medaglia d’argento all’Expo di Parigi per il bozzetto da cui è tratto il grande arazzo Pittura murale. Erano esposti anche un arazzo di Luigi Spacal e uno di Bogdan Grom, Carnevale. L’avanguardia futurista era rappresentata dall’opera di grandi dimensioni di Tullio Crali Prima che si apra il paracadute del 1939. E ancora il pubblico ha ammirato importanti protagonisti dell’arte di frontiera come Afro, Basaldella, Armando Pizzinato, Giuseppe Zigaina, come Anton Zoran Mušič e Leonor Fini con il suo Ritratto di donna che riporta alla mostra Io sono Leonor Fini, aperta sempre a Palazzo Reale, e ancora un’opera di Miela Reina, artista amata da Gillo Dorfles per la sua “solitaria e inimitabile avventura della fantasia”. Collegate alla ricerca artistica contemporanea eranole opere in mostra di Marina Ferretti, Giulia Iacolutti, Francesca Piovesan, Anna Pontel, Banafsheh Rahmani legate al progetto Together. A conclusione dell’evento, il pubblico milanese, che ha partecipato con entusiasmo all’evento di finissage di “Un viaggio da fare” trasformandolo in festoso sold out, ha potuto fruire di una degustazione nel segno dei sapori di confine: perchè la cultura è espressione ed esperienza anche sensoriale del territorio, e dei suoi “frutti” più gustosi.