Dal 24 al 29 giugno
Folkest sul territorio prosegue con la sua scia musicale costellando il Friuli Venezia Giulia di appuntamenti dedicati al folk nel mondo. Un’altra settimana densa di eventi quella che va da martedì 24 a domenica 29 giugno con il concerto de Le Orme che festeggiano i sessant’anni di vita sul palco.
In programma per il 24 giugno due appuntamenti serali: alle 20.00 i Capitano tutte a noi (Italia) e il The Free Tones Blues Trio (Italia) con un’esibizione al Parco di Sant’Osvaldo, a Udine, in collaborazione con Cooperativa Itaca; secondo concerto alle 20.45 a Villa Nachini Cabassi con Celtic Time insieme al Mulu’s Trio (Irlanda) e To Loo Loose (Italia).
Si prosegue mercoledì 25 giugno alle 20.00 con il concerto del Mulu’s Trio, Cad È Sin Don Tè Sin nella Grotta d’Antro, a San Giovanni d’Antro (Pulfero); e alle 20.45 con A3 Apulia Project (Puglia) con il loro Folk’n’etnic al Parco scolastico Giulio Regeni a Fiumicello.
Due gli appuntamenti anche giovedì 26 giugno: alle 20.30 replica il Mulu’s Trio al Julia & Brutus (San Daniele del Friuli) e alle 21.15 i Senduki (Calabria) portano il loro progetto Strania sul palco di Piazza della Concordia a Ronchi dei Legionari.
Venerdì 27 giugno, alle 20.45, in piazza G. Candussi a Romans D’Isonzo ospita il concerto dello storico trio sardo. i Tazenda saranno sul palco con S’Istoria infinida: a presentarli lo scrittore e critico musicale Felice Liperi.
Alle 20.45 di sabato 29 giugno doppio appuntamento: con Alessandro Sipolo (Italia) e il suo D’io Matria Vaniglia nel Giardino di Palazzo Savoia ad Arta Terme; e i Balkalar (Croazia) con Balkan Melodies alle Fortificazioni di via Vallaresso a Palmanova.
Si conclude la settimana con il concerto 1965-2025 Un viaggio assieme, lo spettacolo con il quale Le Orme celebrano i loro sessant’anni di attività: domenica 29 giugno, alle 21.15 al Parco di Villa Frova a Stevenà di Caneva.
Gli Artisti
Capitano tutte a noi
I Capitano tutte a noi tornano con un nuovo progetto musicale che include brani originali, veri e propri racconti autobiografici fatti di emozioni quotidiane. La musica diventa per loro uno spazio di espressione libera e inclusiva, capace di abbattere pregiudizi e stereotipi. Suonare insieme rappresenta un’esperienza di benessere e crescita, in cui l’incontro con l’altro diventa occasione di arricchimento umano e artistico. Il gruppo valorizza la diversità, accogliendo musicisti con storie e approcci differenti. Inoltre, riscopre e propone brani e artisti meno noti alle nuove generazioni, ma fondamentali nella storia della musica.
The Free Tones Blues Trio
Apprezzato chitarrista blues di fama internazionale, Enrico Crivellaro ha collaborato con grandi nomi del genere e ottenuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il premio come Miglior chitarrista Swing negli Stati Uniti nel 2002. È un raro talento europeo ad aver firmato con l’etichetta nordamericana Electro-Fi Records e a calcare regolarmente i palchi del circuito blues americano. Considerato uno dei più stimati chitarristi della scena contemporanea, la sua tecnica stellare, il suo feeling intenso e le sue sfumature emotive sono stati lodati dalla rivista Downbeat. La sua chitarra unisce raffinatezza ed energia, ha risuonato nei festival di tutto il mondo al fianco di leggende come Jeff Healey e Lee Oskar dei “War”.
Chitarrista professionista dal 1996, con un primo contratto discografico firmato con Cgd Warner, Carlo De Bei nel ‘97 entra a far parte dei Matia Bazar, collaborando come autore e chitarrista. Nel 2001 partecipa a Sanremo con “Emily”, ottenendo il premio della giuria di qualità per il miglior testo. Dal 2004 al 2014 intraprende una significativa collaborazione con Mango, contribuendo come chitarrista, autore e produttore alla realizzazione di sei album. Nel 2010 pubblica la raccolta di poesie “Chiodo”, con la prefazione di Andrea Zanzotto. Dal 2012 è membro del Summertime Gospel Choir, in veste di chitarrista e autore. Si dedica anche alla produzione di album di giovani talenti emergenti, tra cui Aba. Nel 2023 esce il suo album “Garbin” in cui esplora con successo la fusione tra il blues e il dialetto lagunare.
Willy Mazzer è un armonicista e cantante blues con uno stile distintivo e caldo all’armonica. Leader della Willy Mazzer & The Headhunters Blues Band dal 1992, il suo approccio all’armonica è caldo e personale ed è influenzato da giganti come Sonny Boy Williamson II e Little Walter. Mazzer non considera il blues un mero esercizio stilistico, ma una passione vitale che gli permette di esprimere le proprie emozioni e di percepire il mondo in modo unico. Mescola classici del blues con originali e reinterpretazioni che spaziano dal Delta al Chicago e Texas Blues, con influenze swing e soul, sempre mantenendo il blues come filo conduttore. Ha suonato e collaborato con bluesman di fama internazionale come Sugar Blue, Champion Jack Duprè e Carey Bell, e italiani come Tolo Marton e Rudy Rotta.
To Loo Loose (Italia)
Nati a Trieste nel 1995, i To Loo Loose sono un progetto musicale che unisce l’energia del rock e del blues alla profondità della tradizione celtica. In trent’anni di musica dal vivo, hanno costruito un suono travolgente e riconoscibile, fatto di balli, emozioni e ironia. Ogni concerto è una festa collettiva, dove il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo. Dai locali triestini ai palchi di tutta Italia, la band ha attraversato chilometri e cambi di formazione senza mai perdere la sua anima. Nel 2025 celebrano 30 anni di attività con una serie di live esplosivi tra brani storici e nuove sorprese.
Sul palco portano una miscela irresistibile di groove, tradizione e voglia di condividere.
Andrea Scarcia accende la festa con la voce, affiancato da musicisti poliedrici e appassionati. Corde, fiati, ritmi e sorrisi: ogni elemento vibra all’unisono in uno show coinvolgente. Dalla Bretagna al Friuli, il loro folk-rock è un ponte tra culture e generazioni.
Mulu’s Trio
Giovane formazione costruita intorno a uno dei grandi talenti emergenti della nuova scena musicale che si sta affermando in Irlande del Nord: Miadhachlughain O’Donnell, già campione giovanile d’Irlanda sul flauto traverso a quindici anni, è erede della grande tradizione dalla famiglia McSherry. Sua madre Tiona, gli zii Paul e John e la zia Joanne erano la più innovativa band degli anni Novanta, i Tamalin. Da sempre interessata alla lingua e al canto gaelico, si accompagna anche con lo shruti box, uno strumento indiano della famiglia degli harmonium. Dopo aver fatto parte di varie formazioni, ha fondato il suo trio, del quale fanno parte Tommy Moynagh e Ciara Maguire , fa parte del gruppo di undici donne chiamato Huartan e dal 2024 è un nuovo membro dei grandi Afro Celts Sound System.
Formazione: Miadhachlughain O’Donnell – voce, flauto, shruti box; Tommy Moynagh – chitarra e bodhrán; Ciara Maguire – violino.
A3 Apulia Project
Il progetto degli A3 Apulia Project nasce da un’idea di Fabio Bagnato, autore, compositore e chitarrista specializzato nello studio e diffusione della chitarra battente, classico strumento della tradizione popolare dell’Italia meridionale. Il nome del progetto richiama quello della più famosa autostrada del Sud (la Salerno – Reggio Calabria), perché, come l’autostrada A3 è un’arteria importante che collega diversi punti del Sud, allo stesso modo la musica degli A3 Apulia Project si pone come collegamento per un ideale viaggio nel mar Mediterraneo, da sempre portatore di nuove culture che si mescolano alle antiche tradizioni del Sud Italia.
Le sonorità della chitarra battente, della fisarmonica e del tamburello, vanno così ad affiancarsi conaltre più moderne, come quella del basso elettrico, del cajon (strumento classico della tradizione Sudamericana) e della batteria.
Formazione: Fabio Bagnato – voce e chitarre; Walter Bagnato – voce, fisarmonica e pianoforte; Francesco Rossini – basso elettrico; Giacomo de Nicolò – batteria.
Senduki
Si chiama Stranìa l’album di esordio di questa formazione, formata da musicisti calabresi; molti di loro sono spasuliati in giro per l’Italia. Con un sound che può creare dipendenza ed effetti collaterali: impossibile, infatti, non farsi trascinare dal ritmo esplosivo e coinvolgente della loro musica. Tenetevi pronti, quindi, a ballare! Il nome Senduki viene dal grecanico e significa cassetta degli attrezzi. Al suo interno troviamo il veterano Ettore Castagna, sulle scene internazionali fin dal 1979, Mimmo Morello, grande ricercatore e filologo, Carmine Torchia, cantautore e bassista, Elisa Surace, alla voce e al tamburello, e Peppe Costa alla batteria ed eletronica. Musica del sud, quindi e sperimentazione, per un suono d’insieme dalle radici profonde nel Sud e la mente musicale in tutt’Europa.
Formazione: Ettore Castagna – lira, voce, flauto armonico, malaruni, chitarra elettrica; Peppe Costa/Yosunu – batteria, percussioni; Domenico Morello – zampogna, launeddas, fiati, organetto; Elisa Surace – voce, tamburello; Carmine Torchia – basso elettrico, basso acustico; Anna Cinzia Villani – voce, tamburello.
Tazenda
Saranno due le date dei Tazenda in Friuli: la prima – con il patrocinio di Folkest e organizzata dal Circolo dei Sardi Alto Friuli Tolmezzo – il 14 giugno alle 20.45 a Tolmezzo insieme con il loro spettacolo nella versione più intima, in trio, A piedi nudi. La seconda, inserita espressamente nel programma di Folkest, la data del 27 giugno a Romans d’Isonzo (piazza G. Candussi alle ore 20,45) che, sotto il titolo emblematico di S’istoria infinida, andrà a ripercorrere nella formula più intima del concerto in semiacustico la magica storia di questa band che ha firmato una delle pagine storiche del folk rock made in Italy. La data di Romans d’Isonzo, peraltro, sarà introdotta e presentata da un vero esperto della grande canzone d’autore italiana: Felice Liperi che nel pomeriggio sarà dalle 18.00 alle 19.00 alla Corte dell’Osteria Al Leon D’Oro (via Larina, 36) per raccontare assieme ad Andrea Del Favero, direttore artistico di Folkest, il suo Storia della grande Canzone d’autore uscito di recente per Treccani. Sul palco, quindi, dei due concerti dei Tazenda saliranno i due fondatori, Gigi Camedda e Gino Marielli e Serena Carta Mantilla, la nuova voce della band che già si sta facendo conoscere e amare dal vasto pubblico dei fan e che sta riportando – grazie alla tessitura vocale – molti dei colori che erano di Andrea Parodi nei concerti.
Nel corso del concerto gli storici fondatori del gruppo Gigi Camedda al piano e Gino Marielli assieme a Serena Carta Mantilla alla voce parlano, improvvisano, si raccontano e mostrano quel lato delle loro personalità che pochi conoscono. Scherzano e svelano segreti, raccontano aneddoti e gemme per i fan più curiosi: restituiscono emozioni. Come non emozionarsi con la sempre purtroppo attuale Pitzinnos in sa gherra, l’omaggio dolcissimo e crudele a tutti i bambini costretti a vivere nella guerra. Ancora, l’allegra-amara No la giamedas Maria e l’inno alla natura e alla Sardegna Madre Terra. C’è il tuffo nel mondo della spiritualità con la mistica La ricerca di te. E poi Carrasecare che fa tornare tutti indietro nel tempo e Mamoiada riaccende la nostalgia nei sardi della diaspora. E ancora i grandi successi: Domo mia divenuta celebre con il duo Tazenda – Ramazzotti, primo posto allora in classifica; o la amatissima Cuore e vento, con gli amici Modà, che presto è diventata un nuovo canto da condividere con il pubblico. E poi c’è la danza sfrenata di Nanneddu meu. Per chiudere con due brani del cuore: l’immancabile No potho Reposare e Spunta la luna dal monte, brano iconico, versione in italiano di Disamparados, scritta da Luigi Marielli dei Tazenda, che la affidarono ancora inedita a Pierangelo Bertoli per un celebre Festival di Sanremo nel 1991. Formazione: Gigi Camedda – voce e tastiera; Gino Marielli – chitarre e voce; Serena Carta Mantilla – voce.
Felice Liperi
Felice Liperi, critico musicale, per molti anni conduttore e curatore di programmi per Radio Rai (Fahrenheit, Stereonotte, Sei gradi). Docente di corsi di Storia della canzone italiana e Popular Music al DAMS nelle Università di Genova, Udine e all’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini. Da molti anni collabora con “La Repubblica”. È autore, tra l’altro, di Le città sonore, La storia della canzone italiana (3 ed), Ribelli & Ostinati. Voci e suoni del ’68 e Faccette nere. Inni e canzoni all’origine del razzismo italiano oltre che di saggi per “LiMes”, “MicroMega” e “Parolechiave”. Nel 2025 per Treccani ha pubblicato La canzone italiana. Storia storie protagonisti.
Alessandro Sipolo
Nel 2013, dopo un anno di lavoro e viaggio America Latina, pubblica il suo primo album, “Eppur bisogna andare”, prodotto da Giorgio Cordini, storico chitarrista di Fabrizio De André, che vince il premio Beppe Gentile 2014 come migliore album d’esordio. Nel novembre 2015 Sipolo pubblica il suo secondo album, “Eresie”, prodotto con la collaborazione artistica di Taketo Gohara e Giorgio Cordini e impreziosito dalla partecipazione di grandi artisti quali Ellade Bandini, Finaz della Bandabardò e Alessandro “Asso” Stefana. Il buon riscontro del secondo disco lo porta ad aprire concerti di Bandabardò, Tre allegri ragazzi morti, Gange Mau Mau. Con quattro dischi al suo attivo, parallelamente all’attività musicale si dedica alla ricerca, progettazione e coordinamento in materia di sociologia delle migrazioni e sociologia della criminalità organizzata.
Formazione: Alessandro Sipolo – voce, chitarra, cassa; Daniela Savoldi – violoncello, voce; Omar Ghazouli – chitarra elettrica, voce; Paolo Malacarne – tromba, voce.
Balkalar
Seguire un concerto dei Balkalar significa imbarcarsi, grazie alla giovanile euforia dei componenti, in un viaggio attraverso le ricchezze nascoste delle melodie balaniche. I Balkalar sono un vibrante quartetto proveniente da Zagabria, capitale della Croazia. Molto attenti alle diversità musicali che via via propongono, rinvigoriscono le tradizioni balcaniche con energici arrangiamenti, spingendo il pubblico verso un’irresistibile esigenza di danzare sugli eclettici ritmi della Macedonia, della Serbia, della Croazia e della Bosnia.
Formazione – Pavle Kladarin: contrabbasso e voce; Irma Bulaja: violino e voce; Juraj Valentić: chitarra; Ivan Judaš: djembe e darabuka.
Le orme
Nel 2025 Le Orme festeggiano il loro sessantesimo anno di attività. L’inizio è stato assolutamente scoppiettante: il 22 marzo 2025, davanti a duemila persone, al Gran Teatro Geox di Padova, portano in scena per la prima volta l’opera rock Le Orme plays Venice: quasi tre ore di concerto con oltre trenta musicisti sul palco per rivivere la storia musicale di Venezia dal 1700 a oggi. Tutta la musica nata a Venezia da compositori veneziani: da Vivaldi e Albinoni passando per Pino Donaggio, i grandi successi di Bocelli scritti dal veneziano Francesco Sartori, i brani storici de Le Orme, l’incursione dei Rondò Veneziano, il crossover del tenore Luca Minnelli e il gran finale con il tributo ai Pink Floyd, celebrando il lo storico concerto del 15 luglio 1989 a Venezia. Dal concerto di Padova è stato tratto un doppio disco dal vivo e un dvd che verranno distribuiti in tutto il mondo.
Lo spettacolo che Le Orme portano in scena è un omaggio alla loro storia musicale iniziata nel 1965 e ripercorre il loro percorso artistico proponendo i loro brani più significativi e che hanno portato le Orme
in testa alle classifiche nel periodo 1971/1973 come Gioco di bimba, Collage, Sguardo verso il cielo, Amico di ieri, Cemento armato, Canzone d’amore. Non mancherà un omaggio ai grandi artisti italiani che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana: durante il concerto verranno proposti brani di Battiato, Battisti, De Andrè, Nomadi, PFM, Banco del Mutuo Soccorso e New Trolls. Unica nota straniera è l’omaggio ai Pink Floyd, per celebrare il concerto che la band britannica tenne il 15 luglio 1989 nel bacino di San Marco a Venezia.
Sarà, come dice il titolo dello spettacolo, un viaggio assieme… Un concerto da ascoltare tutto d’un fiato e che, dove possibile, sarà arricchito da alcuni filmati e video anche d’epoca.
Formazione: Michi Dei Rossi: batteria; Michele Bon: tastiere; Alessio Trapella: voce, basso, chitarra e contrabbasso; Federico ‘Tich’ Gava”: pianoforte e sintetizzatori.