Prosegue martedì 1° luglio con il terzo dei quattro concerti a ingresso libero, la XVIII edizione del Festival di musica e cultura ebraica “Erev/Layla” Nuove Tracce verso Gerusalemme organizzato dall’Associazione Musica Libera in collaborazione con Museo della Comunità Ebraica di Trieste, Comunità Ebraica di Trieste e Festival Viktor Ullmann e con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – IO SONO FRIULI VENEZIA GIULIA e de Le Fondazioni Casali che si terrà fino al 3 luglio 2025.
La rassegna, ospitata sulla Terrazza del Museo Ebraico “Carlo e Vera Wagner” di via del Monte, 3 Trieste, ha visto finora la presenza di numerosissimi artisti che si sono occupati di musica e cultura ebraica, molti dei quali provenienti anche dall’estero.
Martedì 1° luglio il Trio composto da Valeria Mela, mezzosoprano, Valentina Renesto, sax alto e soprano e Giuseppe Bruno, pianoforte accompagnati dalla voce recitante di Delfo Menicucci, offrirà “Un omaggio a Viktor Ullmann 1898-1944”: con questo concerto l’associazione MusicArtemia esplorerà la produzione musicale del geniale e sfortunato compositore, protagonista della straordinaria esplosione creativa del campo-ghetto di Theresienstadt al quale è intitolato il Festival dedicato alla musica degenerata, concentrazionaria e dell’esilio.
Ullmann deve la sua crescente notorietà alla scoperta del “Kaiser von Atlantis”, composto a Terezin e non eseguito fino al 1975; da allora, quest’opera è sempre più presente nei teatri di tutto il mondo, e ha quindi creato una crescente curiosità verso il resto della sua produzione. Allievo di Schönberg, dopo opere decisamente atonali come le “Variationen und Doppelfuge über ein Thema von Arnold Schönberg”, Ullmann produce lavori di taglio decisamente più popolare come la “Rapsodia” per saxofono e orchestra (1940), oggi in programma nella versione con pianoforte. Le opere composte a Terežin tra il 1942 e la sua deportazione ad Auschwitz del 16 ottobre 1944 mostrano l’evidente necessità di comunicare in maniera chiara e immediata con i compagni di prigionia. Tuttavia, lo stile non diventa mai ovvio, l’espressione è veicolata con mezzi armonici di grande rigore ed eleganza. Il “Melodram” su testo di R.M. Rilke (ispirato al tragico destino di un suo antenato caduto in guerra nel 1663) è una delle composizioni estreme di Ullmann (estate 1944), che la dedicò alla moglie per il suo compleanno. Sicuramente avrebbe voluto produrne una orchestrazione completa, ma la versione pianistica è comunque di grande bellezza ed efficacia. Qui, come nel Kaiser, i modelli da emulare sembrano Berg e Mahler, i due compositori che forse più di tutti gli altri hanno saputo portare la sofferenza umana nell’espressione musicale.
Il Trio è nato nel 2023 come sviluppo di programmi che incrociano il tipico recital vocale con l’altrettanto tipico concerto da camera strumentale. In particolare ha appurato non solo come e quanto una canzone di Kurt Weill, ad esempio, possa arricchirsi con l’intervento del sax, ma anche come lo strumento a fiato possa creare relazioni con mondi molto lontani, vista la sua possibilità di inglobare i repertori dell’oboe, del clarinetto, del corno oltre, ovviamente, al proprio.
A chiudere la rassegna, giovedì 3 luglio saranno i “Suoni della Murgia” (Maria Moramarco, voce e testi, Luigi Bolognese, chitarra classica e preparate, Francesco Marcello, sette percussioni etniche e Angelo Michele Di Donna, voce recitante) che presenteranno “Il grano il cielo il filo spinato. Visioni e Memoria dei prigionieri del Campo 65”, progetto artistico dedicato all’Assenza della propria libertà dell’innaturale prigionia a cui sono stati sottoposte 12.000 persone provenienti da ogni parte del mondo. Un racconto sottolineato da canzoni di grande impatto evocativo.
Tra il 1941 e il 1942, in piena era fascista, tra le città di Altamura e Gravina, fu ultimato un nuovo campo militare su un’area di 31 ettari. Comprendeva 36 baracche che contenevano fino a 12.000 prigionieri di guerra alleati (britannici, sudafricani, neozelandesi, canadesi, ciprioti e palestinesi) provenienti principalmente dal fronte di guerra del Nord Africa. Esso divenne il più grande campo per prigionieri di guerra Alleati in mano italiana della Seconda Guerra Mondiale. Fino al settembre del 1943 gli internati, poco più che ragazzi spesso volontari, vissero lì in condizioni difficili: cronica mancanza di cibo, acqua e igiene. Nonostante tali difficoltà, i prigionieri riuscivano a trovare il modo e la forza di organizzare attività ricreative che facessero loro dimenticare lo stato di prigionia: incontri di pugilato, spettacoli teatrali e musicali per via di una band musicale costituitasi tra prigionieri “I camposicians”. Nell’autunno del 1943 il Campo 65 fu evacuato. Dopo una breve occupazione nazista, da li a pochi mesi fu rioccupato dalle forze alleate che vi stabilirono un centro di addestramento per partigiani jugoslavi, uomini e donne, da inviare nei Balcani per combattere l’invasore nazista: le famose Brigate d’Oltremare”. Qualche anno dopo la fine della guerra, nel novembre 1950, il campo fu ceduto al Ministero dell’Interno per essere trasformato in centro raccolta profughi ospitando, dal 1951 al 1962, profughi rimpatriati dall’Africa, Venezia Giulia e dalla costa Dalmata.
“Erev/Layla” Nuove Tracce verso Gerusalemme – commenta il direttore artistico, Davide Casali – è un festival culturalmente molto evoluto, con musiche che abbracciano tutto il mondo ebraico e di rara esecuzione e che vede la partecipazione di giovani musicisti, uomini e donne provenienti da tutta Europa che eseguono una musica senza confini che ci riporta alla cultura ebraica degli anni passati e quella che ancora oggi si può conoscere attraverso la cultura e la musica. Da anni il Museo “Carlo e Vera Wagner” collabora con noi alla realizzazione di questa manifestazione che assieme alle varie attività della realtà museale Ebraica di via del Monte rendono Trieste uno spazio culturale assolutamente da visitare e conoscere”.
L’ingresso ai concerti, che inizieranno tutti alle ore 21.00, è libero e gratuito fino a esaurimento posti.
I concerti si terranno anche in caso di maltempo in una struttura al coperto.
Per informazioni: [email protected], cell. 3400813203 o www.museoebraicoditrieste.it
