Pompei chiama Pordenone, nel segno di una suggestiva indagine sul ruolo della donna in età romana: è dedicato quest’anno a Voci di donne dall’antica Pompei l’annuale convegno “L’arte di scrivere d’arte”, ideato come format sui temi e le strategie più attuali legati alla comunicazione della critica dell’arte. Un’iniziativa come sempre promossa dal CICPCentro Iniziative Culturali Pordenone, a cura del suo presidente e storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese. È questa la 19^ edizione del convegno, in programmasabato 20 settembre, dalle 10.30 nell’Auditorium di Casa Zanussi a Pordenone, nell’ambito di pordenonelegge 2025. Protagoniste del dialogo con il presidente CICP Fulvio Dell’Agnese, saranno le docenti universitarie di archeologia classica Monica Salvadori e Patrizia Basso, mentre l’occasione per il confronto arriva dalla prestigiosa mostra “Essere donna nell’antica Pompei, allestita fino a gennaio 2026 all’interno del Parco archeologico della città campana. Esplorare attraverso opere d’arte, materiali e fonti scritte il multiforme universo femminile restituito da una città romana del I secolo d.C., alla vigilia della sua scomparsa sotto le ceneri del Vesuvio, è l’obiettivo del percorso espositivo progettato da Monica Salvadori con Francesca Ghedini, con l’apporto delle Università di Padova, Salerno e Verona: un filo rosso che vede protagoniste donne e bambine di diversa condizione sociale, attraverso i numerosi aspetti della vita quotidiana e con il filtro della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana. Come evidenziato nella pubblicazione Artem che illustra la mostra, Pompei si pone come osservatorio privilegiato: la documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare un ruolo che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze: non solo per le donne che appartenevano ai vertici della società, ma anche per quella folla indistinta di persone “comuni”alle quali era stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con cui si pone in continuità l’attuale esposizione. Scorrono così i principali ambiti della vita privata, che per una matrona romana includevano la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero. E gli aspetti della vita pubblica e lavorativa delle donne, che talvolta prevedevano attività con importanti ricadute sociali, come emerge in mostra nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti: ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città. Grazie a iscrizioni e graffiti, statue, rilievi e affreschi, oggetti d’uso e gioielli, emerge con chiarezza la centralità dell’universo femminile nella civiltà romana: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, che impegnavano le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri quotidiani alimentati da libere e schiave, filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute.

L’ingresso al convegno è gratuito, gradita prenotazione, info e dettagli: https://centroculturapordenone.it/cicp/arte/convegni/arte_di_scrivere_arte_2025  

Hanno partecipato alle precedenti edizioni del convegno “L’arte di scrivere d’arte”: Claudio Ambrosini, Giovanni Bianchi, Fabrizio Borin, Roberto Calabretto, Sandro Cappelletto, Massimo Carboni, Sonia Cavicchioli, Monica Centanni, Elio Ciol, Enrico Crispolti, Riccardo Falcinelli, Manuel Fanni Canelles, Federico Ferrari, Elisabetta Francescutti, Nicola Gardini, Francesca Ghedini, Marcello Ghilardi, Meri Gorni, Maria Pia Guermandi, Guido Guerzoni, Eleonora Marangoni, Melania Mazzucco, Tomaso Montanari, Giorgio Patrizi, Bruno Pedretti, Franco Piavoli, Marco Pierini, Davide Rondoni, Nicoletta Salomon, Fabio Scotto, Paola Somma, Claudio Spadoni, Ivan Theimer, Nicola Toffolini, Hans Tuzzi, Alessandro Zaccuri, Bruno Zanardi.

Monica Salvadori è Professoressa Ordinaria di Archeologia classica presso l’Università degli Studi di Padova e Prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale e delega al Sistema Bibliotecario di Ateneo. La sua attività di ricerca è rivolta prevalentemente ai fenomeni della produzione artistica greco-romana, con un approccio volto ad approfondire sia gli aspetti tecnico-esecutivi, fondamentali nella definizione dei profili delle maestranze, sia quelli relativi alla lettura delle immagini e all’interpretazione dei significati ad esse correlati. Una parte considerevole delle sue pubblicazioni è dedicata al filone della pittura romana, con un’attenzione particolare verso la ricostruzione sistematica delle testimonianze provenienti dai siti dell’Italia settentrionale. Sul versante degli studi iconografici si distinguono i contributi dedicati al tema della rappresentazione del paesaggio e della natura, ai rapporti fra produzione artistica e fonti letterarie, alla risemantizzazione del mito classico nei linguaggi visivi dell’età contemporanea.
Dal 2018 è responsabile scientifico del progetto “MemO. La memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magnogreca dei musei del Veneto”, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando “Progetti di eccellenza”; è direttrice della rivista “Authenticity Studies” e codirettrice della rivista “Eidola. International Journal on Ancient Art History” insieme a F. Ghedini, con la quale ha curato la mostra “Essere donna nell’antica Pompei”.

Patrizia Basso è Professoressa Ordinaria di Archeologia classica presso l’Università degli studi di Verona. La sua attività di ricerca è prevalentemente indirizzata all’archeologia romana e si svolge con il coordinamento di progetti di ricerca (quali lo studio delle villa tardoantica di Negrar in Valpolicella, e-Archeo project per la valorizzazione delle ville di Sirmione e Desenzano, lo studio del cibo e del vino nel Veronese antico, un PRIN 2022 sul vino altoadriatico fra età del Ferro e tardoantico) e con l’organizzazione e la direzione di indagini sul campo (come lo scavo dell’anfiteatro e delle mura e dei mercati tardoantichi di Aquileia), finalizzati prevalentemente all’esame di problematiche insediative e architettoniche. La ricerca si caratterizza per un approccio interdisciplinare, realizzato attraverso collaborazioni con specialisti di diversi ambiti scientifici (archeobotanici, archeozoologici, petrografi, archeometri, chimici ecc.). Fino ad oggi l’attività di ricerca ha trovato esito in più di 150 pubblicazioni, tra cui figurano 4 monografie, vari volumi oggetto di cura editoriale e numerosi articoli in riviste e atti di convegno anche internazionali.
Fra gli indirizzi di ricerca (le strade romane; l’architettura romana e in particolare gli edifici per spettacoli, i mercati e le mura urbani, le necropoli rurali, le ville; l’economia in età romana: lana e vino) recentemente ha trovato spazio il tema del ruolo delle donne in età romana attraverso la partecipazione al comitato scientifico, alla realizzazione e alla stesura del catalogo della mostra “Essere donna nell’antica Pompei”.